Ciao, è proprio questo ciò a cui mi riferisco: al fatto che la possibilità di salutare questo mondo terreno all'improvviso (schiattare, per far prima :-)) esista concretamente e che quindi i Bitcoin siano persi e che l'eventuale famiglia non possa farci nulla e che oltre al dolore del lutto abbia anche il danno. Lo sappiamo e lo abbiamo sempre saputo, non ho tirato fuori nulla di nuovo, ne sono perfettamente conscio. Questa cosa però appunto fa riflettere me e alcuni miei conoscenti, ipotizzando di essere gli unici in possesso delle chiavi private e gli unici che possano capire realmente e quindi agire in autonomia come si è fatto finora e si continua a fare al momento. Un figlio, una moglie, un compagno o compagna della vita che capisce diciamo di cosa si parla ma a grandi linee, poi si trova in una tragegia a disporre di "chiavi private" e deve appoggiarsi a qualcuno per combinarci qualcosa... è comunque in pericolo di perdere tutto. La nostra preoccupazione verte lì e non vediamo particolari soluzioni se non depositare, dichiarare, far sì che sia chiaro e firmato da due parti che ci sono Bitcoin in custodia nel posto X di proprietà del signor o signora Y... ma così diventa una banca ed è contrario al progetto, allo scopo iniziale. Sono combattuto e appunto l'unica considerazione (non soluzione, solo considerazione) che mi viene è quella che ho espresso più su, cioè che non è tanto il problema della "guerra" che viene fatta a Bitcoin, è proprio che Bitcoin è ancora troppo "avanti" per questa società che soprattutto a livello di IT non ha mai saputo e voluto saperne nulla, forse ora sente qualche termine in più ma solo perchè ha intuito dal bombardamento mediatico che questa attuale guerra si sta combattendo anche con le tastiere e i mouse e non solo a missilate e fucilate.
alla fine tutto si traduce in un trade-off sicurezza vs accessibilità. Con la bilancia che inevitabilmente pende sempre di più verso la prima al crescere del valore in gioco.
Ovvio che un conto è dover gestire un wallet con poche migliaia di satoshi, un conto è avere un patrimonio di decine o centinaia o più di bitcoin da conservare (e da tramandare agli eredi, in caso di decesso del proprietario).
Come per tutti i trade-off, non esiste una soluzione unica e perfetta, si tratta di trovare un ragionevole compromesso che bilanci il rischio di portarseli nella tomba e quello di furto o appropriazione indebita da parte di terzi. Ma è inevitabile affidarsi almeno in parte a terze parti fidate, se si da per scontato che gli eredi non abbiano le conoscenze tecniche sufficienti a prendere pienamente possesso, quando arriverà quel momento...
Per somme significative, io tendenzialmente cercherei di predisporre qualche wallet multi-signature, con chiavi 2-di-3, o 3-di-5, magari dandone una a un notaio, conservandone un'altra in una cassetta di sicurezza, ecc., il tutto cercando di combinare una certa ridondanza con una distribuzione che renda difficile che alcune parti possano colludere, o rischino di far perdere tutto facendosi sottrarre in qualche modo la propria chiave.
Sono scelte molto personali, che dipendono dal grado di fiducia nei soggetti da coinvolgere, dal grado di confidenza nella tecnologia e nei supporti da utilizzare, ecc. Questioni tutt'altro che banali e scontate.