Ciao a tutti, so che poche esperienze personali non fanno statistica ma sta succedendo anche un'altra cosa, sono pronti e disponibili sul mercato del lavoro ragazzi e ragazze che hanno completato il loro ciclo di studi (diploma, laurea triennale o magistrale) in periodo Covid e mi dispiace dirlo ma a volte la situazione è disastrosa. Ho 48 anni e ho dato le dimissioni da tecnico hardware on-site per fare il tecnico di supporto agli on-site in un'altra azienda e mi stavo giocando la candidatura con due giovani ingegneri neolaureati, tralasciamo che mi conoscono perchè sono stati miei clienti a lungo e sanno come lavoro il mio futuro capo è stato felicissimo della mia candidatura, anche se dovrà aspettare il preavviso e anche se ho 48 anni e probabilmente costo un po' più caro di un neolaureato, però so lavorare e soprattutto so stare al mondo, so parlare con le persone. Sto contribuendo a formare un nuovo collega giovanissimo ed è un bel problema, è rimasto chiuso nella sua cameretta per anni in un periodo fondamentale per la sua crescita, è logico che non ha esperienza e che gli manca tanta formazione, lo sappiamo è così per tutti, però se a 27 anni non sai gestire un cliente incazzato, ti fai venire una crisi di nervi per un piccolo tamponamento con un'auto aziendale, non ti sai organizzare gli spostamenti e non ti sai prenotare un biglietto del treno è un bel problema, io ti posso insegnare la differenza tra stampa laser e pagewide e ti posso insegnare a mettere in maintenance un nodo di uno storage ma non posso farti da balia e da padre, a 27 anni sei un adulto che mi aspetto di poter trattare da adulto. La mia compagna, insegnante precaria di italiano per stranieri in attesa di concorso, è appena stata assunta come operatore diurno part-timein una comunità di richiedenti asilo perchè il ragazzo laureato e super skillato almeno sulla carta che dovrebbe fare il suo lavoro non è affidabile, non ha ne l'umanità ne l'autorità per gestire la complessità di un posto dove vivono 50 stranieri di cultura diversa e con esperienze di vita diverse, semplicemente gli mancano totalmente le competenze sociali per capire chi ha davanti ed adeguarsi.
Uno dei giovani ingegneri che si contendeva il mio posto di lavoro è arrivato a colloquio accompagnato dai genitori... non hai speranze se a quasi 30 anni hai bisogno del del supporto di mamma e papà al colloquio.
Da noi in ditta un ragazzo che aveva il colloquio alle 9 è arrivato alle 10 perchè ha scoperto che alla mattina in tangenziale a Milano c'è traffico! Ma guarda un po' che strano il mondo! Figliuolo metà della tua vita se farai questo lavoro la passerai nel traffico o ci sai avere a che fare o questo non è il tuo lavoro e la tua laurea ti serve a poco.
Ripeto sono magari episodi isolati che sono capitati tutti a me ma non darei per spacciati lavoratori skillati di 50 anni soprattutto se la concorrenza sono bamboccioni molto studiati ma che non sanno stare al mondo.
Confermo che molti ragazzi oggi non sono del tutto svegli in certe situazioni (è capitato che uno non sapesse usare la moka per il caffè! in italia e non negli usa). Io non darei la colpa al covid o alla cameretta ma ai genitori che li proteggono oltremodo e li fanno crescere in una campana di vetro; questo è spiegato dalla situazione imbarazzante di presentarsi al colloquio di lavoro con madre e padre. Ne ho sentiti molti, anche chi è andato con la nonna e lo stipendio lo ha trattato la nonna...assurdo.
Io ai ragazzi ho sempre detto che nel lavoro ci vuole empatia nei confronti dell'interlocutore, frequentate anche i bar di paese dove trovate istruzione zero e bestemmie a 100, tutto serve per capire con chi potresti avere a che fare e come gestirlo.
Il periodo covid è stato pieno di opportunità per chi non si è perso a piangersi addosso o a maledire il sistema, poi chi parte zoppo torna zoppicando, mai correndo. Ci sono ragazzi che in periodo covid hanno fatto una montagna di soldi, vuoi sui mercati, vuoi con le startup, vuoi con le blockchain; altri hanno passato il tempo a deprimersi giocando con il computer/xbox/playstation osservando i treni della vita che passavano. Ma senza covid non sarebbero stati differenti.