Come molti titoli azionari, tipo Amazon, a Febbraio ~ $ 2.000 ad azione, Marzo ~ $ 1650, ora oltre ~ $ 3.000;
oppure molti altri titoli, come molti dell'Europa del nord.
L'oro ha recuperato in breve, un mese per tornare sopra la discesa.
Liquidità degli exchange, altro elemento di rischio.
Proibire le vendite allo scoperto... il bello della diretta del mercato NON regolamentato.
Da un asset così particolare, pensato dopo il crollo ai tempi dei muti sub-prime... ci si sarebbe potuti aspettare la reazione... di nessuna reazione.
Se devo comprare qualcosa a protezione "totale", però mi cade con una pera per paura degli altri ( maggioranza o minoranza che sia, di qualsiasi sia la natura della paura ) o per problemi "tecnici" di liquidtà...
Allora si può stare con i prodotti finanziari e derivati.
Almeno il crollo si gestisce.
A proposito di rischi, abbiamo in circolazione oltre 15 miliardi di Tether, così per scherzare.
Se proprio ci si doveva ancorare a qualcosa, era meglio ancorarsi all'oro, con problemi di vario tipo; si è scelto il dollaro USA ( non l'euro... ) e non un paniere di valute;
sempre comunque con il problema concettuale di sentire il bisogno di doversi ancorare a qualcosa...
In un mondo bitcoiniano perfetto, Tether non dovrebbe esistere, perché non si fa trading, non si cede, non si prende un doppio rischio rispetto al già grave rischio ( per i detentori di Bitcoin ) di una singola valuta fiat.
Nota, per chi ha acquistato partendo dall'euro o dal Tether, da considerare la svalutazione del dollaro, nell'ultimo anno, nell'ultimo periodo.
Premessa: la frase "bisognerebbe proibire le vendite allo scoperto" era una constatazione, non un auspicio. Io le vendite allo scoperto non le proibirei MAI perchè permettono una più corretta determinazione del prezzo e rendono più difficili manipolazioni da parte dei detentori del sottostante. Fine Premessa
Le azioni sono cresciute perchè mamma FED ha fatto il suo dovere e soprattutto perchè per le aziende hi-tech (che dominano gli indici) il coronavirus è stata un'incredibile opportunità di business: più la gente è chiusa in casa, più compra su Amazon, cerca su Google, ha bisogno di ipad e iphone. Titoli che con il loro peso sono capaci di portarsi dietro tutto il resto.
La gestione del rischio su Bitcoin si fa ignorando la volatilità quando questa non dipende da difetti strutturali (bug irrisolvibili, assenza di decentralizzazione, attacchi di bruteforce...) ma dal semplice "rumore di fondo" della speculazione. E torno a dirti che "la caduta come una pera" è durata qualche settimana, poi siamo tornati sopra la partenza. Poi più su. L'effetto
panic mode da coronavirus si misura in giorni. Ma l'effetto reale del coronavirus si misura, come minimo, nell'arco di qualche mese.
Prodotti finanziari tradizionali? Ognuno faccia quel che vuole, ma io mi fido sempre più della matematica che della burocrazia o della politica. Il rischio si misura in gradi di incertezza e in termini di potenziali fattori critici.
Avete mai pensato ad es a quante sono le variabili che possono influire sul prezzo di un titolo azionario?
Innanzitutto il fattore umano.
Le fortune/sfortune delle aziende le fanno le persone e le persone vanno e vengono. Non tutti hanno le stesse conoscenze, capacità, talento. I bravi manager sono rari e molto contesi. Quante aziende sono andate a finire male perchè i successori della figura di riferimento (fondatore o no) non sono state all'altezza di quest'ultima? Quanti titoli sono crollati perchè quell' amminstratore rubava, era corrotto o è morto all'improvviso?
Bitcoin non dipende dalle persone. Perchè non ha una testa, non ha un leader né una figura di riferimento.
Apple da quando è morto Jobs ha aumentato profitti e utili ma vive di eredità…quanti prodotti realmente rivoluzionari ha messo sul mercato che potessero replicare il successo di quelli creati dal geniale fondatore? Uno in questo modo non lo trovi tutti i giorni. Non c’è su Linkedin uno con il suo profilo.
Se Musk sparisse domani il titolo Tesla crollerebbe del..boh...facciamo 30%? E dopo? Sicuri che si troverebbe uno con il suo carisma e la sua inventiva?
In Bitcoin chi potrebbe sparire per far crollare il prezzo del 30%? Semplicemente nessuno. Il fondatore no, perchè è già sparito
. Allora chi? Antonopoulos o Back? Sarebbe tanto se per effetto di questa scomparsa il prezzo di muovesse dello 0.1%.
Anche questi sono i vantaggi della decentralizzazione.
Altro fattore critico: quante aziende sono state capaci, magari con la collusione della politica, di falsificare bilanci e ingannare i loro (piccoli) azionisti? E quando vengono scoperti cosa succede? Da italiano viene il nome Parmalat.
Bitcoin non si può falsificare: è tutto pubblico, tutto verificabile e dimostrabile.
Altro esempio: un'azienda produce. La produzione dipende dalle materie prime. Materie prime che magari vengono dall'altra parte del mondo.
Il petrolio dai paesi arabi (industria meccanica), le terre rare dalla Cina (chip), il cobalto dall'Africa e il litio dal Sud America (auto elettriche). Tutte materie prime essenziali.
Tutte dipendenti da sottili equilibri di geopolitica, tensioni internazionali, crisi tra Paesi.
Una guerra in medio oriente e il prezzo del petrolio va alle stelle, una rivolta in Congo e "addio" cobalto. Ripercussioni a valanga che si riversano con effetto megafono sul prezzo di General Motor o di Apple o di Tesla.
Bitcoin non produce nulla, non dipende da nessuna materia prima. L'unica materia da cui dipende è una delle più diffuse: la corrente elettrica. Ed è una dipendenza molto flessibile nel senso che tramite la sua natura globale, la facilità di delocalizzazione del mining e il meccanismo dell'adeguamento della difficoltà, bitcoin può adattarsi anche ad una grave e duratura scarsità di energia. Non così la produzione di una azienda.
Le aziende dipendono anche dalle norme. Anche Bitcoin, ma essendo una rete mondiale, le norme che possono influire devono essere globali, condivise da tutti e quindi molto più difficili da mettere in pratica.
Bitcoin un tempo era Cina-centrico. Poi la Cina lo ha pesantemente messo al bando, proibendo gli exchange dove un tempo si facevano il 99% dei volumi. Fine dei giochi? Macchè, è stata un'occasione per diffondersi in occidente e nei paesi del Terzo Mondo.
Quella che doveva essere una minaccia mortale è stata tramutata in una risorsa. Chiudi una porta e passa dalla finestra.
Ora per fare un’analogia ditemi cosa accadrebbe al titolo , che so, di Apple se la Cina ne mettesse al bando i prodotti (come tra l'altro minaccia di fare come ripercussione alla storia Tik Tok). 1 miliardo di potenziali clienti in fumo. Addio.
Un' azienda vive anche di immagine, di brand, di fidelizzazione dei suoi clienti. Basta un passo falso per mandare in fumo una reputazione.
Netflix ha perso 9 miliardi di capitalizzazione in un amen per una serie che secondo alcuni incentivava alla pedofilia (Cuties). Qualche tweet in qua e là, una campagna sui social (magari architetta da qualcuno) e titolo in caduta. Danni di immagine che possono avere ripercussioni gravissime ed irreversibili sul valore di un'azienda, soprattutto oggi nell'epoca dei social e dei mass media "aggressivi".
Dolce&Gabbana è da due anni che non vende nulla in Cina per uno spot accusato di razzismo che ha avuto un’eco enorme nel Paese asiatico. Hai voglia a scusarti.
Bitcoin è da 10 anni che ha una reputazione di merda, lo attaccano quasi tutti gli uomini più ricchi e potenti del mondo. Effetti? Molto scarsi. Immaginate Netflix se il Presidente degli Stati Uniti dicesse in un tweet “Non sono un fan di Netflix” oppure se il più grande investitore della storia definisse Netflix veleno per topi , o se uno dei principali banchieri USA lo etichettasse come truffa.
Bitcoin non ha uffici di marketing che possono sbagliare uno spot, anche la sua promozione è decentralizzata, liquida, affidata al passaparola.
Quando si valutano i rischi di un investimento bisogna includere tutte queste considerazioni, non limitarsi al grafico della volatilità.
P.s. I tether stampati a manetta oggi finiscono più su Defi che sugli exchange. Sono più remunerativi lì.