Nel discorso SP-oro giova ricordare che i titoli hi-tech rappresentano ormai oltre il 30% della capitalizzazione di borsa americana
I FANGMAN (Facebook,Amazon,Netflix,Google,Microsoft,Nvidia,Apple) hanno una market cap che si avvicina agli 8 trilioni, la quale corrisponde, più o meno, a quella dell'oro.
Il valore complessivo che il mercato attribuisce a queste aziende al momento è quindi uguale a quello attribuito a tutto l'oro del mondo
Lascio ognuno decidere se è tanto o poco.
Il 30% del totale è anche un cifra significativa perchè corrisponde, a grandi linee, a quanto raggiunsero le dot com sul totale di Borsa ai tempi della bolla del 2000. Meno di qualche anno dopo stavano sotto il 15%
Un altro dato importante per capire come cambiano i tempi: ad inizio anni 80 i titoli del comparto energetico (petrolio e simili) assommavano al 25% della cap totale. Sembravano un investimento eccezionale, un settore indistruttibile. Da lì è stato un inesorabile declino e oggi rappresentano
meno del 3% di tutta la Borsa USA.
Il settore finanziario-bancario prima dei mutui subprime stava ad oltre il 20%, oggi è al 10.
Nel mondo degli investimenti azionari, così volubili e così dipendenti da mille variabili, tutto sembra eterno e sicuro finchè dura.
Nel 2017 Bitcoin era in prima serata, tutti avvertivano sui rischi di bolla. Nei primi 11 mesi di quell'anno il prezzo passò da 1000$ a 10.000$, un aumento del 900%
E' quello che ha avuto Tesla nell'ultimo anno solare, passando da 200$ a 2000$ con volumi e posizioni short bruciate molto più alte di quelle del piccolo mercato Bitcoin di allora.
Nessuno che mi avvisa che, anche qui, un aumento del 900% in un anno potrebbe essere (dico potrebbe) qualcosa di innaturale che potrebbe non essere per niente sostenibile.
Sembrerebbe quasi che i media volessero fermare la bolla di allora su Bitcoin ma non abbiano alcuna intenzione, anzi, di fermare quella su Tesla.
Eppure milioni di piccoli risparmiatori in USA stanno usando Robinhood per affidare i loro risparmi su TSLA. Come dargli torto? Comprano oggi, rivendono tra due settimane e voilà, mettono in tasca l'utile. Molti di loro sono neofiti al punto di non aver mai conosciuto un bear market.
Tutto semplice, tutto facile, come i titoli petroliferi degli anni 80.
Ma il difficile sta capire quali potrebbero essere i
settori e le tecnologie del domani, non quelle dell'oggi che appiano sempre più giunte
sulla cresta della montagna, alla fine della loro incredibile salita.
Nei paesi evoluto esistono i fondi di Venture Capital che investono nelle idee nuove.
Si sa che molti progetti non approderanno a nulla, altri scoppieranno.
È la normale evoluzione delle cose.
Anche chi faceva spade nel 1081 era uno pagato bene, ancora di più chi sapeva allevare ed addestrare un cavallo da guerra.
C'è una cosa che oltre gli investimenti classici ed oltre la finanza, è
veramente limitata che è sempre servita e sempre servirà.
Una cosa che anche volendo non è possibile replicare, è la terra buona per coltivare.
Il mondo è grande la, ma non tutta la terra è buona per qualsiasi coltivazione, per problemi di microclima, geologici, logistici, politici...
...la tecnologia è andata avanti, le rese aumentate di molto, ma la popolazione è aumentata.
Per ragioni socio-economiche produrre, per esempio, frutta ed ortaggi, sembra non molto remunerativo come un tempo...
...ma potrebbe essere un settore di rilievo.
In ogni caso, la terra quella è.
Se invece che una pandemia degli uomini ci fosse stata una pandemia del grano o di altre colture... eeh... tempi duri, molto duri.