Da vedere come riapriranno lunedi.
Ma la disconnessione crescente tra i mercati finanziari e l'economia reale è un dato di fatto che dovrebbe farci preoccupare tutti.
La riapertura è stata invece come doveva essere (quasi -5% Milano mentre scrivo).
Il che potrà essere una brutta notizia per chi ha investito di recente, ma è una notizia positiva per tutti gli altri: nonostante la manipolazione istituzionale ai massimi livelli, quando gli eventi negativi sono concomitanti,rapidi e inattesi, i mercati reagiscono ancora di conseguenza.
Il capitalismo oggi funziona ancora: le azioni vanno giù e l'oro va su, come deve essere in una giornata in cui le notizie sono quelle che leggiamo. La crescita illogica "tutti insieme appassionatamente" , almeno per 1 giorno, si è arrestata.
Domani vedremo.
Bitcoin relativamente stabile negli ultimi 7-10 giorni, come sempre segue dinamiche tutte sue a conferma che è abbastanza azzardato lanciarsi in previsioni di correlazioni (o non correlazioni) con tutto il resto. La stabilità comunque mi sembra di breve durata.
Il problema del coronavirus è ovviamente economico più che sanitario. Nessuno (a parte qualche fanatico) penso creda che sia arrivata una nuova pestilenza o la fine del mondo.
E' un influenza "cazzuta", con l'inconveniente (grosso ) che mentre quando arriva l'influenza il vaccino segue di regola quasi in contemporanea, qui sembra che ci vorranno mesi per averne uno.
I provvedimenti straordinari che vengono presi sono una logica conseguenza di limitarne la diffusione perchè senza vaccino e con una mortalità del 2- 3%, soprattutto le persone più deboli (malati, anziani...)sarebbero esposti in modo molto grave.
Ogni anno in Italia i malati di influenza sono circa 7 milioni . Se 7 milioni prendessero il coronavirus, in assenza di una vera cura e con il tasso di mortalità suddetto, vorrebbe dire una stima di 200.000 morti. Una città come Parma andata.
Le precauzioni nascono per evitare tutto questo.
Ma sono precauzioni che hanno un costo economico enorme per il nostro già malridotto Paese.
La Cina non è per noi tanto un concorrente. E' soprattutto un fornitore e ancora di più un importantissimo cliente. Già se il virus si fosse fermato lì sarebbe stato un bel danno per il nostro export.
Con noi che siamo diventati il terzo Paese al mondo per infetti, il danno oltre alla domanda si estende anche all'offerta, intesa come ridotta capacità produttiva del nostro Paese . E come maggiore sussidi che verranno erogati a imprese e lavoratori per i danni subiti.
I paragoni con il passato sono pochi e più ridotti: la Sars ebbe effetti molto più limitati e la Cina non era il mercato di adesso.
Siamo in un terreno poco esplorato con il grosso fardello che le autorità politiche e monetarie, come abbiamo detto tante volte in queste pagine, hanno già sparato tutte le loro cartucce.
Oltre a stampare più moneta grazie alla BCE come potrebbe il governo italiano fronteggiare una maggiore spesa per sostenere la crisi attuale se volesse farlo? Aumentando le tasse che sono già ai massimi livelli sostenibili? Aumentando il debito pubblico che è già ai oltre ogni livello di sostenibilità?
Già in Italia abbiamo il vizio di non programmare e di gestire qualsiasi problema (anche di lungo periodo) come fosse un'emergenza e con risposte sbagliate. Figuriamoci quando l'emergenza c'è davvero.