quello che più mi inquieta è pensare che una persona "diligente" dovrebbe dichiarare le sue crypto nel quadro RW (tral'altro con una causale generale).
Poiché alle valute virtuali si rendono applicabili i principi generali che
regolano le operazioni aventi ad oggetto valute tradizionali nonché le
disposizioni in materia di antiriciclaggio, si ritiene che anche le valute virtuali
devono essere oggetto di comunicazione attraverso il citato quadro RW,
indicando alla colonna 3 (“codice individuazione bene”) il codice 14 – “Altre
attività estere di natura finanziaria”.
Ce lo vedo l'early adopter che ne ha presi 1000 con 1 dollaro e leggendo questo si mette il cuore in pace :
Si fa presente, inoltre, che ai fini della determinazione di un’eventuale
plusvalenza derivante dal prelievo dal wallet, che abbia superato la predetta
giacenza media, si deve utilizzare il costo di acquisto e che agli effetti della
determinazione delle plusvalenze/minusvalenze si considerano cedute per prime
le valute acquisite in data più recente (cfr. articolo 67, comma 1-bis, del TUIR).
Inoltre, in caso di bitcoin ricevuti “a titolo gratuito”, il costo iniziale da
considerare è quello sostenuto dal donante, ai sensi del comma 6 dell’articolo 68
del TUIR.
Quindi il famoso 26% Sul totale, gira il cazzo ma ci sta.
Ma a fronte del punto sopra, dichiarare tra le righe che (nel caso di 1000 BTC) detieni circa 10 milioni di euro in casa non penso possa fare molto piacere.
Ci hanno pensato "gli esperti" che mettere in RW le crypto che hai in casa ti espone a rischi elevati?
Sono tutelati quei dati? Direi di no......