https://bitinfocharts.com/top-100-richest-bitcoin-addresses.htmlBhè...non credo sia proprio come dici tu, certo...il mercato tradizionale ha ancora numeri ben maggiori, ma quegli indirizzi nel momento in cui si mettono in moto, si fanno sentire.
Tu sei uno molto esperto di strategia economica e molto ferrato, ma secondo me ti basi un pò troppo sui modelli del passato; non voglio dire che non sia giusto o che non funzioni con il mercato crypto, ma che si tratta di argomenti in evoluzione che solo la generazione attuale (neanche la mia che sono un trentenne) è capace di assimilare facilmente; molti
cinquantenni fanno difficoltà a destreggiarsi con i programmi, e spesse volte finanza e informatica fanno a cazzotti!
Questa cosa la nuova generazione la assorbirà tranquillamente senza problemi.
Io non ho fretta,le cose sono in evoluzione, rimango sul pezzo e attendo.
Quale età dimostro sul forum?
Mah... io non direi che si tratta di modelli nuovi o vecchi,
certe cose e certi principi non variano nel tempo, perché poi dietro la finanza c'è anche molta matematica,
che, come ci hanno detto generazioni di "prof", non è un opinione.
20, 30, 40, 50, 60... non conta sapere gli usi, oggi come un tempo che fu conta la
rendita,
la rendita del Bitcoin, e delle criptovalute, oggi non è dal lato di chi li detiene ma è dal
lato di chi le commercializza.
Io vendo e compro Bitcoin prendendo una commissione, quello
è un reddito, come ha valutato Circle.com per Poloniex, di cui ne avrà acquisito anche il database clienti
per sviluppi futuri.
Circo e non ha dato valore alle criptovalute, ha dato valore all'attività d'intermediazione.
Per il resto... se le cripto non sfociano verso utilizzi pratici...
diventano un oro digitale, una riserva di valore... mah... non ne sarei così convinto.
Vogliamo parlare di valore, vero risparmio? parliamone.
Andiamo insieme da quella che voi chiamereste balena, che nei private banking chiamano High Net Worth Individual (HNWI), problema costituire una rendita da erogarsi fra 25 anni.
gli diamo due alternative, anzi tre:
1) Investimento in criptovalute:
non sappiamo quale sarà la tassazione,
non sappiamo quale saranno le normative che le regoleranno,
non sappiamo definire il rapporto diritti/doveri di chi le avrà
non sappiamo nemmeno quale sarà la criptovaluta che può predominare
non sappiamo in pratica niente, ci dobbiamo affidare alla fiducia di alcuni che oggi hanno attribuito un certo valore a quello che è un gettone alternativo alle monete nazionali; sperando come tutti, non si sa poi per quale motivo che ci sia un aumento di valore.
2) Costituzione della rendita, tipo Paolo
senza entrare in dettagli tecnici;
sapere oggi, in maniera
certa quale sarà la rendita MINIMA garantita fra 25 anni,
indipendentemente da nuove riforme pensionistiche,
tassi d'inflazione,
eventuale moneta alternativa all'euro,
anche indipendentemente dal fatto che nel frattempo potrei ammalarmi o comunque non essere più in grado di lavorare.
Diamo una idea di massima, qualsiasi cosa accada, io avrò... boh... € 1.000 mensili, a vita, aggiornati con l'inflazione.
La tassazione, la sappiamo già, 0%.
3) Costituzione della rendita, tipo Paolo 2
cercare di aumentare il proprio patrimonio entrando nei mercati finanziari,
si apre un bivio, puntando ad interi indici,
oppure puntando su un portafoglio diaziende più o meno stabili, che generano flussi di cassa attraverso lo stacco di cedole annuali per singola azione.
Più eventuale incremento di valore dell'azione stessa.
Qui non è possibile prevedere un minimo certo, ma sostanzialmente se il mondo non esplode,
o finisce... allora si può incrementare moltissimo il proprio patrimonio.
Insomma fare i piccoli Buffet (
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Warren_Buffett ).
Ci sarebbe una quarta via quella della
rendita fondiaria, purtroppo però bisogna avere già un sacco di soldi in partenza
enormi patrimoni... è la scelta di alcune famiglie di secolare ricchezza o di chi si è ritirato dal punto 2; per esempio personaggi come Michael J. Burry (
https://en.m.wikipedia.org/wiki/Michael_Burry ).