Il problema è che le persone non capiscono che c'è una "spesa sana" e una "spesa malata". Quando si parla di consumismo, ci si riferisce a quest'ultima.
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Nessuno che voglia spendere per creare qualcosa, per lasciare qualcosa. Un'impresa, un sogno nel cassetto grande o piccolo, un' idea, un progetto.
Io ho un sogno nella vita: arrivare in punto di morte sapendo che ho creato più ricchezza di quanta ne ho consumata.
Che passo un testimone di maggior valore a quelli che verranno dopo.
Non importa chi sono quelli che vengono dopo: i figli, la moglie, il cane, il WWF, la ganza moldava.
L'importante è CREARE qualcosa, è GENERARE VALORE CHE DURI, altrimenti cosa si vive a fare? Che gusto c'è a passare un'intera esistenza solo a nutrirsi, dormire, consumare, produrre rifiuti? Distruggendo ricchezza creata da quelli prima?
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Altrimenti una società che pensa solo al godimento presente è destinata alla rovina. Che poi la cosa che mi fa incazzare di più è che il godimento deve pure essere senza fatica.
La funzione del consumatore 'puro' non è distruggere ricchezza, è consumare ricchezza più velocemente fornendo così un senso alla produzione e al lavoro di altri.
Pensate a un consumatore come a un bambino: per definizione un bambino consuma solo, non è in grado di produrre: la presenza di bambini in una casa è un grande incentivo affinchè i genitori producano/lavorino di più, fornisce un senso al loro lavoro.
Il consumatore 'puro' è l'altra faccia della medaglia di chi pensa solo a lavorare (lavoratore 'puro').
Io, che per natura spendo pochissimo, sono affascinato da alcuni personaggi su Youtube che passano il loro tempo per esempio a comprare e provare pc o altri oggetti:
anche nel loro caso è consumismo?
Entrambe le figure (consumatore e lavoratore 'puro') sono forzature, ma secondo me se nel passato c'erano più lavoratori 'puri', oggi per forza di cosa ci si sta muovendo nell'altra direzione.
I miei nonni hanno lavorato sempre finchè hanno potuto, una volta c'erano tantissimi lavoratori a tempo pieno (per necessità, anche se dalla produttività bassa, magari uno faceva il contadino e veniva aiutato dalla moglie e anche dai figli, e passavano un'intera esistenza solo a coltivare, nutrirsi, dormire, consumare quello che producevano).
Nella società attuale (almeno in Occidente) la produzione invece supera ormai abbondantemente le necessità di consumo delle persone.
E' anche per questo che si stanno moltiplicando le settimane corte al lavoro e che molti giovani danno sempre più peso all'orario di lavoro e agli spostamenti: il tempo delle persone ha un valore.
Il problema è che non siamo abituati a gestire questo valore, il tempo libero (nè siamo abituati a gestire denaro in abbondanza rispetto alle pure necessità di base): è un fatto relativamente recente avere tempo libero a disposizione (una volta era una prerogativa di nicchia, non di massa).
Non sto difendendo il consumismo sfrenato, dico solo che:
1) chi pone l'accento 'sul godere la vita' ha almeno intuito che c'era un problema nella vita dei nostri nonni (solo lavoro e poco o nulla piacere)
2) se da una parte certi consumatori non si pongono affatto il problema di creare qualcosa che duri nel tempo,
dall'altra parte anche molte attività cosiddette 'produttive' producono ben poco di significativo (si potrebbe dire che producano direttamente rifiuti).
3) molti lavori non ti danno la sensazione di produrre qualcosa di valore, che duri nel tempo (esempio: il corriere Amazon, ma ce ne sono tanti altri), dove impari a produrre qualcosa che duri nel tempo allora? Se molte persone passano 8 ore al giorno producendo cose effimere?
E' molto difficile distinguere non solo tra spesa sana e spesa malata, tra tempo libero speso bene e speso male, ma anche tra produzione sana e produzione malata.
Per esempio, molti accusano la rete Bitcoin di essere una produzione 'malata' (bruciare energia per produrre numeri).
Il senso del mio intervento è: non mi stupisco che la società attuale attraversi un periodo difficile, non è questione che siamo uomini deboli mentre una volta c'erano uomini forti, semplicemente le sfide del nostro tempo sono altre (e il passato non ci ha consegnato molte indicazioni utili al riguardo).
Un uomo forte di 200 anni fa trapiantato ai giorni nostri incontrerebbe le stesse nostre difficoltà (se non peggio).