C'è stato un dato in netta controtendenza, l'aumento deciso del Baltic Dry Index, indice sulle tariffe sui trasporti navali di materie prime.
Un dato su cui incide profondamente la Cina e io trasporto di tre materie, carbone, grano, minerali di ferro e granulari di fonderia vari.
Un dice che durante il romanzo estivo aveva continuato a perdere molto.
Iniziano a pesare gli interventi governativi per le infrastrutture.
Finché la FED ed altre banche centrali stringono i cordoni della borsa, ci sarà poco da fare, non tutto sarà negativo.
La domanda è per quanto potranno permettersi di continuare.
Non tanto per l'economia USA che è alla piena occupazione e ha spalle larghe per sostenere una recessione anche dura.
Nemmeno per i mercati i cui indici sono cresciuti talmente tanto negli anni scorsi da rendere anche salutare una decisa frenata ora.
Penso più alle finanze pubbliche e al rapporto con le altre monete.
La FED ha annunciato un QT da 95 miliardi al mese: se manterrà le promesse scaricherà sul mercato 1 trilione di titoli di stato nel prossimo anno.
Poca roba rispetto a quanti ne possiede, ma si tratta comunque di asset che devono trovare un compratore.
Per trovarlo i rendimenti dovranno continuare a salire, e siamo già ad oltre il 4% per quelli a scadenza a 2 anni.
Lo Stato americano già spende 300 miliardi l'anno di interessi sul debito...più la FED insiste, più questa cifra sale.
Ho capito che l'inflazione riduce il valore reale di questo importo, ma si tratta comunque di soldi che devono essere trovati, principalmente nelle tasche dei cittadini visto che la banca centrale stessa non aiuta più.
Al tempo stesso una FED che perdura nell'atteggiamento hawkish rafforza eccessivamente il dollaro, lo vediamo in questi giorni con sterlina e yen ai minimi storici, l'euro sotto la parità, lo yuan vicino al valore più basso degli ultimi 15 anni. Danni su danni per l'export USA, quindi meno profitti, quindi meno incassi per lo Stato con cui pagare gli interessi sul debito. Gli stati emergenti non ne parliamo, molti non possono più permettersi la lotta all'inflazione (se ma l'hanno fatta vedi Turchia) e la lasciano correre con il rischio di rivolte, rivoluzioni e casini internazionali dai quali gli USA hanno solo da rimetterci.
Visto anche che l'inflazione (di breve periodo) pare in lenta frenata, probabilmente siamo al picco dell'atteggiamento "restrittivo" della banca centrale americana.
Lo slogan "continueremo finchè l'inflazione non tornerà al 2%" è appunto uno slogan:
non possono permettersi di farla tornare al 2.
La moneta forte / debole , import / export è un discorso che andrebbe visto a doppia via.
Teoricamente il Giappone e l'Europa dovrebbero essere favoriti per le esportazioni, viceversa essendo paesi che trasformano sono in difficoltà perché si trovano ad acquistare materie prime ed energia a valori "cari".
La FED continuerà a martellare, poi rallenterà, poi si fermerà.
Le aziende più grandi tramite derivati e swap vari non ne risentiranno molto, le piccole realtà moriranno, a vantaggio dei big che conquisteranno nuovi spazi.
Non si sa attualmente con che grado di profondità la FED possa operare e per quanto.
C'è chi pensa che l'intervento sarà più lungo del previsto e più profondo e più duraturo perché l'occupazione è su livelli record.
C'è un elemento inedito su questo scenari, quando la domanda beni e servizi, privata scende i governi aumentano la spesa pubblica; questa volta grazie al Covid grandi progetti infrastrutturali sono partiti prima.
Altri né partiranno perché la guerra Russia - Ucraina evidentemente ha portato a fare emergere gravi carenze infrastrutturali.
Ma anche tutto il discorso supply chain ne ha portate...
Sicuramente se con una mano si toglie con una mano si elargisce.
Potrebbe essere un elemento di equilibrio ma potrebbe essere un motivo per cui la FED dovrà essere più dura sui consumi delle famiglie.
Spesa governativa e spesa privata sarà un tema con cui si dovranno confrontare tutti.
Quel dato sul Baltic Dry Index ci dà un indizio che qualcosa sotto si muove.
D'altronde... se si vuole realmente affrancarsi da gas ed energia fossile, se veramente si vuol fare una economia green, occorre una gran quantità di materie prime, risorse e spesa pubblica.
Non c'è nemmeno da aspettare più di tanto.
Lo scenario è inedito per tutti, anche la FED ha abbandonato la
forward guidance per affidarsi via via ai dati che vengono fuori, sostanzialmente vanno giorno per giorno... non sapendo nemmeno loro come le loro manovre andranno ad influire.
Di certo si può solo dire che la spesa per le infrastrutture aumenterà, questo obbligatoriamente.
Gli USA e la Cina opereranno con più efficacia, questa è la sensazione.
In UE c'è troppa lentezza... troppe valutazioni, troppi calcoli e giochi politici...
Anche India e paesi come India e Brasile sembrano poter operare efficacemente.
Nel paniere andrebbero messi eventi improvvisi in positivo, tipo la morte improvvisa di Putin con un successore che fa mea culpa con il mondo... e riapre i rubinetti del gas.
In generale la fine della guerra, almeno una tregua.
Se nel mezzo riparte una pandemia... allora si scombina di nuovo tutto.
Questi eventi non si possono leggere né sui bilanci né sui grafici.
In ogni caso l'Italia che non riesce a garantire alle imprese nemmeno l'energia elettrica... vedrà una enorme diffidenza in chi dovrebbe investire, questa cosa si abbatte su un sistema Italia che già non funziona.