non ci proveranno neanche a controllare LN, i governi ostili continueranno a prendere di mira gli snodi di ingresso/uscita tra fiat e bitcoin, per esempio vietando alle banche di fare da intermediari o roba del genere.
Parlavo in un'ottica più di lungo periodo. Fin quando è in atto un processo di monetizzazione sono d'accordo. Ma quando i b. saranno in mano a qualche miliardo di persone e non a qualche decina di milioni, attaccare gli exchange sarà inutile.
Premetto che non ho mai studiato la storia delle monete e quindi potrei dire una fesseria, tuttavia che io sappia i differenti tipi di moneta convivevano tra stati diversi, non all'interno di uno stesso stato.
Anche ora se vai all'Esselunga sei obbligato a pagare in Euro, non potresti usare $ nemmeno se li avessi in tasca.
Consentendo la circolazione di Btc (o delle cripto in generale) gli stati potrebbero perdere il primato sul controllo monetario. Sarebbe un rischio enorme per loro, no ?
Mi riferivo al gold standard come opposto del credito fiat nato nel 71, ma un altro esempio sono tutti i Paesi del Terzo Mondo dove circolano dollari o euro o bitcoin o tether accanto alle shitcoin locali. Dove diventano moneta beni reali o i buoni Amazon. I monopoli raggiungono a volte livelli di inefficienza che non possono essere più imposti nemmeno con la legge o con le armi.
I governi con l'avvento di Internet hanno già perso il monopolio dell'informazione.
Prima l'informazione era incanalata in binari prestabiliti dalla tv e dai giornali, equamente spartiti tra maggioranza e opposizione (che nei paesi occidentali sono da decenni praticamente la stessa cosa).
Con la Rete tutto è diventato più fluido, imprevedibile, eterogeneo.
Il vantaggio è che si sentono molte più voci fuori dal coro. Lo svantaggio è che chiunque abbia in testa una cazzata oggi ha un microfono per dirla.
Non sto dicendo che è meglio o peggio, sto dicendo che è stata una rivoluzione storica che per chi l'ha vissuta è passata abbastanza inosservata ma è stata di portata appunto storica.
I populismi nei Paesi occidentali, la primavera araba e le guerre che ne sono seguite, i movimenti di opinione nati sui social, molti dei gruppi di resistenza in paesi dittatoriali. Tutti eventi che senza Internet e la perdita di monopolio dell'informazione del potere politico non sarebbero successi.
Non sto dicendo che oggi la gente non è influenzabile (anche se lo è di meno che in passato) ma è più probabile che venga influenzata da quello che dicono una decina di super influencer del Web piuttosto che da quello che dice RAI1.
Non è un caso che in Italia la fine della Prima Repubblica e dei partiti storici abbia coinciso più o meno con l'arrivo del Web
L'influenza sulle menti oggi parte più dal settore privato che da quello pubblico ed è molto più eterogenea e ondivaga.
Io preferisco di gran lunga il presente: preferisco ascoltare tutte le voci, anche quelle più eterodosse e contrarie al sentire comune. Sono io che voglio avere la libertà di valutare e decidere se quelle voci mi stanno raccontando una verità scomoda o invece una gigantesca cazzata. Vorrei che non ci fossero filtri a monte.
Questa divagazione serve per dire che i grandi cambiamenti spesso avvengono senza che ce ne rendiamo conto. E una volta successi ci domandiamo, tutti stupiti, come si faceva prima.
In un futuro non troppo lontano forse ci domanderemo come fosse possibile in Paesi che si definiscono democratici essere tutti obbligati a usare come mezzo di pagamento solo quello imposto dallo Stato e non, semplicemente, quello preferito dalla parti.