tra l'altro i btc che non si muovono da un anno sono sempre circa il 60% e quelli che non si muovono da almeno 2 hanno appena registrato un record assoluto:
Sembrerebbe quindi, come dice Paolo, che l'aumento di prezzo
derivi principalmente da una carenza di offerta di bitcoin, o detta altrimenti dipende dal fatto che sempre più possessori di bitcoin ritengono l'attuale quotazione di bitcoin non adeguata al loro reale valore e quindi non vendono.
Metà dei btc in circolazione fermi da almeno 2 anni e 60% da almeno 1 anno può sembrare tanto, ma d'altra parte indica anche che circa il 40% dei btc è stato mosso nell'ultimo anno, quindi una certa circolazione c'è, anche se non è tutta circolazione 'reale' (tra utenti diversi).
Nei btc fermi da più di X anni incidono anche quelli persi per sempre che secondo le stime sono circa il 15% del totale (inclusi quelli di Satoshi)
Per la tua domanda è quindi meglio prendere la percentuale di offerta ferma da almeno 1 anno, che è più ampia e più dinamica :
Di solito i pump bitcoin sono tutti iniziati con una riduzione dell'offerta conseguente all'halving. Poi aumenta la domanda, l'offerta torna a salire, ma la prima riesce a superarla e sostenere la seconda parte del rally.
Accadde esattamente questo nel 2015-2017, come si vede dal grafico sopra.
Essendo l'offerta una "forza" tendenzialmente meno volubile, le variazioni della domanda sono di solito più rilevanti.
Ad esempio: nel grafico sopra si vede come nel corso del 2018 i btc fermi da più di un anno siano aumentati considerevolmente. Eppure in quello stesso periodo, il prezzo subì una bella batosta passando dai 17-18000$ ai 3200$ di dic 2018.
L'aumento dell' hodl allora incise poco o nulla: se nessuno vuole btc (a quel prezzo) basta anche poca offerta per affossare il mercato.
Il grafico sopra ci dice anche che i btc si stanno rimettendo in moto: da set ad oggi la quota ferma si è ridotta di quasi un 5%. Sembrerebbe che siamo in una fase simile a quella di inizio 2017.
In ogni caso se Grayscale acquisisce 180.000
BTC in un trimestre e i miner ne producono meno della metà, la spiegazione migliore diventa la più ovvia.
Ieri, per citare un giorno a caso, Grayscale ne ha fatti fuori 9.602, BTCE (fondo europeo) 249 e 3iQ (fondo canadese) 1.277.
I miner restano fermi con i loro 900. E' vero che non sono solo loro a rappresentare l'offerta, ma è anche vero che loro non vendono tutto, anzi. La difficoltà è più o meno la stessa di inizio settembre ma il prezzo nel frattempo è più che raddoppiato. Questo significa che la marginalità dei miners è aumentata e che per recuperare i loro costi sono costretti a vendere una parte minore dei btc che producono.
Gli short, come detto, possono rovinare la festa ma chi vende a prestito agisce nel breve. Possono causare "fosse" anche profonde ma difficilmente gli speculatori possono invertire un trend.
Per invertire un trend bisogna che cali la domanda "reale" e che aumenti l'offerta "reale".
Per questo sono da tenere d'occhio: 1)i btc depositati sugli exchange 2)con che intensità proseguiranno gli acquisti di questi grossi operatori 3)il più importante indice esistente da approfondire in un prossimo post