Se questo non accade ci sono delle penali.
Sto parlando di dei grossi compratori ovviamente.
Ma sono contratti tipicamente sottoscritti tra i sue soggetti coinvolti, produttore e azienda che consuma o distribuisce. Non sono contratti per i quali esista un mercato come quello delle opzioni. Sono più che altri - dici bene - delle forme di assicurazione che vanno incontro al bisogno di entrambi di avere stabilità di prezzo.
Non lo vedo qualcosa applicabile al BItcoin nello scenario che stavamo discutendo: il miner (produttore) con chi potrebbe stipulare un contratto di vendita a prezzo fissato per i btc che produce? con un exchange ? non sarebbe il suo lavoro.... e non vedrei altri attori (non certo un privato)
La finanza usa i derivati a scopi speculativi, ma chiunque li può usare a scopi di protezione dal rischio.
L' hedging sarebbe l'uso originario, per cui tradizionalmente questi strumenti sono nati.
Se un miner ha aspettative di calo di prezzo può acquistare una opzione in modo da tenere fermo un prezzo di vendita attuale.
Hai messo un "può" che per me è fondamentale.
Dobbiamo distinguere quel che si può fare da quel che è conveniente - per un motivo o per l'altro - fare.
Chiunque può usare derivati a scopo di protezione dal rischio, ma non è detto che sia conveniente farlo.
Lo scenario che si stava discutendo era quello della possibile discesa del prezzo di Btc e di metodi a disposizione dei miner per proteggersi da questo rischio.
Con questo presupposto domando: se un miner avesse una preoccupazione di questo tipo, perché non spegnere una parte dell'hw (in attesa di momenti migliori) invece di spendere per comperarsi un derivato a protezione ?
Un derivato a protezione ha senso quando non puoi fermare la linea di produzione (un altoforno, il mais piantato per terra, gli agrumi sulle piante, le pelli che hai in magazzino per fare scarpe, .....): in quel caso spendi e ti copri con un derivato (ammesso esista per il mercato nel quale operi).
Ma un miner non fa prima a spegnere un po' di server senza dover spendere per comperare un derivato ?
Certo gli rimarrebbero sul groppone alcuni costi fissi: personale, spazio capannone, ammortamento dell'hw (anche quello tenuto fermo), ma risparmierebbe sul costo dell'energia - che sappiamo essere costo predominante.
E non dovrebbe pagare qualcosa di più (il derivato) per proteggersi.
Sbaglio ?
p.s. ovviamente tengo ben distinto l'utilizzo dei derivati per speculare: certo possono essere usati anche da un miner ma nulla hanno a che vedere con la gestione industriale della sua azienda.
Il problema sono le quantità ed i costi.
Io minatore posso acquistare oggi il diritto a vendere Bitcoin a $ 7.000, domani.
Oggi come oggi, diversamente da una opzione tradizionale, probabilmente verrebbe concesso il diritto, ma verrebbe chiesto anche l'obbligo.
A Marzo 2020 il minatore vende obbligatoriamente ad un acquirente una certa quantità di Bitcoin a $ 7.000,
se Bitcoin si trova a $ 3.000 buono per il minatore, se Bitcoin si trova a $ 20.000 buono per il compratore.
In genere però se viene venduta una opzione del genere, chi intermedia, ha dall'altra parte una opzione di segno opposto.
Il guadagno è sulle commissioni d'intermediazione e spread.
Non saprei indicare ad oggi chi accetterebbe quantità industriali di queste opzioni.
Io minatore mi posso proteggere da un tracollo, momentaneo, alla lunga qualsiasi lavoro deve essere profittevole per suo conto... altrimenti non è un lavoro è speculazione, una operazione finanziaria di rischio.
Fermo restando la difficoltà di rendere operativo un obbligo.
A meno che... esponendosi in fiat per coprire i costi, in momenti particolarmente depressivi i minatori decidano di non vendere, accumulando scorte, aspettando tempi e quotazioni migliori...
È già accaduto.
La differenza la fa comunque in mercato.
Si può holdare all'infinito, se nessun'altro richiede Bitcoin... le quotazioni stenteranno sempre.