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Topic: BITCOIN PUMP! - page 866. (Read 885468 times)

sr. member
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June 11, 2018, 12:53:24 AM
Buongiorno Wink

C’è sicuramente tanta speculazione su cosa abbia realmente causato questo crollo “anomalo”. Alcuni puntano il dito contro la Commodity Futures Trading Commission degli Stati Uniti che ha citato diversi importanti exchange tra cui Coinbase, Kraken e Bitstamp in un’indagine di “manipolazione dei prezzi”.

Sta inoltre emergendo la notizia che l’exchange sudcoreano CoinRail sia stato appena violato, nonostante si tratti di un exchange attualmente in 90 ° posizione nella classifica mondiale, con appena 2,6 milioni di dollari di volume giornaliero secondo CoinMarketCap

https://www.cryptominando.it/2018/06/10/giornata-nera-perdita-20-miliardi/
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June 10, 2018, 06:13:32 PM
ethereum su alcuni exchange oggi è sceso del 15%! non penso sia dovuto al singolo exchange che viene hackerato (e nemmeno hackerato in toto). certamente quando i prezzi scendono così bruscamente si può parlare di "saldi" ed è un ottimo momento per acquistare.


Penserei anche io che le ragioni possano essere un po' più profonde; spesso ci si chiede, di fronte ai cosiddetti dump o pump, ci si chiede quale sia l'evento scatenante... Spesso l'evento non c'è, sono dinamiche di speculazione, stop. Altre volte la speculazione cavalca certe notizie, sono più pretesti.

Altre volte invece c'è proprio un evento scatenante, tipo la vendita e del liquidatore di MtGox.


La Corea del Sud su Bitcoin, al pari dell'euro è sempre stata una quota minoritaria, su altre cripto, assolutamente protagonista:

( attendere caricamento immagine )




Considerato i volumi espressi in certi momenti, chissà...
a impostare un ordine di acquisto a $ 5.950 ci sta di essere serviti...
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June 10, 2018, 05:52:25 PM
qui si sostiene una diversa teoria, ovvero che il calo sia dovuto a un'indagine del CFTC su possibili manipolazioni dei futures:

https://cointelegraph.com/news/all-of-top-100-cryptocurrencies-see-red-amidst-cftc-price-manipulation-probe
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June 10, 2018, 03:46:27 PM
ethereum su alcuni exchange oggi è sceso del 15%! non penso sia dovuto al singolo exchange che viene hackerato (e nemmeno hackerato in toto). certamente quando i prezzi scendono così bruscamente si può parlare di "saldi" ed è un ottimo momento per acquistare.
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June 10, 2018, 03:18:14 PM
Forbes, 5% in meno, exchange della sud korea hackerato.  Sarà stato Kim?  Grin Grin :
(e poi qui si dice che le notizie sui fatti non determinano il prezzo...)

  https://www.forbes.com/sites/chuckjones/2018/06/10/bitcoin-bitcoin-cash-ethereum-ripple-other-ccs-fall-5-or-more-as-south-korea-exchange-hacked/#1f33301958a6


se è stato questo il motivo .... allora credo che presto finirà questa ondata al ribasso..chi può comprare ne approfitti ora  Tongue
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June 10, 2018, 02:28:45 PM
Forbes, 5% in meno, exchange della sud korea hackerato.  Sarà stato Kim?  Grin Grin :
(e poi qui si dice che le notizie sui fatti non determinano il prezzo...)

  https://www.forbes.com/sites/chuckjones/2018/06/10/bitcoin-bitcoin-cash-ethereum-ripple-other-ccs-fall-5-or-more-as-south-korea-exchange-hacked/#1f33301958a6
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June 10, 2018, 01:50:47 PM
Ci siamo, il tanto atteso tuffo è arrivato adesso a 6,6k.  Se arriva verso 6,2k incomincio a comprare una quota di cheap coin

 Wink Wink
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June 09, 2018, 06:39:44 PM

Esiste una associazione, vera e seria, che tutela i minatori?
esiste una legislazione diritti/doveri?


Sappiamo invece tutti, che chi gestisce qualcosa di alto valore e d'interesse pubblico: servizi sanitari, smaltimento rifiuti, produzione energia, ecc...
...deve interagire con i governi, le autorità locali, ecc... ecc...

Perché se è giusto dare possibilità e guadagni agli imprenditori, dall'altra bisogna avere una tutela per attività che sono di interesse pubblico.
Le grandi concessioni: io investo e tu mi garantisci il mio guadagno, io ti garantisco continuità e qualità di servizio.



Si è fatto il facile e banale assioma: decentralizzazione = deregolamentazione.

Come si può pensare di aumentare o stabilizzare un valore senza regole ?

Regolamentare deve significare però proprio quello che scrivi tu, "entrambe le direzioni", diritti/doveri.

La "voglia" di fermarsi all'assioma decentralizzazione = deregolamentazione, nasce per me esclusivamente dal modo in cui viene affrontato il problema:

Da un lato, un mondo di utilizzatori/utenti/cittadini che ha abbracciato un nuovo sistema/metodo di pagamento/scambio valori... nato da una filosofia di "libertà", decentralizzazione.... (forse già dimostratasi "vecchia" / utopica?).... sistema che però un po' scricchiola come diffusione, e problemi di fiducia, e gli exchange, e gli hack e gli scam.... dai, magari un po di regolamentazione farebbe comodo.

Dall'altro lato, il mondo istituzionale, che quando si affaccia a questo mondo ha giusto tre posizioni:
- Tutto fuffa/bolla/fuggite sciocchi
- Demonizzazione dell'anonimato--> se serve regole intanto kyc
- Focus evasione --> se serve regole intanto facciamo che dichiari e paghi tot (es il famoso 26% oltre i 51k) imposte (no tasse, no servizio in cambio)

Almeno queste sono le uniche tipologie di notizie/affermazioni/posizioni che leggo, mai visto una proposta seria di regolamentazione che parlasse anche di assicurazioni, tutele, servizi ecc



guarda al lato positivo della cosa: le crittovalute sono il laboratorio ideale per testare la validità delle idee libertarie-anarco-capitaliste più spinte, secondo le quali il mercato si autoregola senza bisogno di interferenze esterne da parte di istituzioni e organismi di controllo. I dati finora dicono che, in assenza di vincoli, lo stato del sistema tende ad evolvere verso una ricchezza sempre più concentrata nelle mani di pochi, con un divario crescente tra poche balene super-ricche e un mare di plancton insignificante, con buona pace di chi sostiene che il punto di equilibrio sia una distribuzione più o meno uniforme e una concorrenza perfetta.
La cosa interessante è che molti sostengono che lo stesso processo (concentrazione della ricchezza, ampliamento della forbice tra ricchi e poveri) sia inesorabilmente in atto anche nel mondo "reale", con la sua finanza tradizionale pur soggetta a regolamentazione.
Forse allora andrebbe chiarito meglio come lo si vuole regolare il mercato, se si vuole garantire che le tutele offerte ai privati cittadini non siano solo di facciata, ma si estendano fino a impedire l'abuso del potere economico detenuto da élite dominanti, ma qui si entrerebbe in un discorso lungo e piuttosto OT.

Nah, nella realtà per me è un concetto che non funziona la famosa mano invisibile di Smith
Ad ogni modo, credo che i dati finora dicono quello che scrivi tu, ma considera che "la partita non è iniziata ad armi pari" e dunque era prevedibile che non si raggiungesse una distribuzione equilibrata ma piuttosto una centralizzazione della ricchezza.
Con ciò intendo non (solamente) che i partecipanti abbiano iniziato già con una distribuzione di capitali centralizzata, quanto piuttosto che a questi dati manca l'analisi di tutta quella parte di 1)competenze ed 2)emotività che ha influenzato questi primi 10 anni di nuovo mondo di mercato decentralizzato globale e accessibile a tutti.
Si è arrivati a questa distribuzione della ricchezza perchè da un lato c'è chi gioca la partita con strategia, dall'altro c'è chi di panic selling e improvvisazione passa la propria ricchezza ai primi.

Ma appunto si divaga e si va OT:)


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June 09, 2018, 06:38:49 PM

La rete bitcoin esiste da quasi 10 anni in cui ha funzionato ininterrottamente (ad eccezione del bug del 15/08/2010) movimentando l'equivalente di miliardi di dollari. Nonostante sia una rete ad accesso completamente pubblico in questi dieci anni non è ad oggi mai stata hackerata (a differenza di qualsiasi altro sistema finanziario tradizionale). E' nata negli ambienti cypherpunk e senza alcuna ICO, di fatto a costo iniziale di rilascio quasi pari a zero (come un altro progetto opensource come Linux). Mi pare ci sia un pò di differenza tra questo risultato e quello delle blockchain private che finora, salvo rarissime eccezioni, hanno soprattutto  dilapidato fondi di chi ci ha investito senza risultati realmente tangibili.


Un pò come tutte le tecnologie emergenti, rischiose ma promettenti. Esistono poi momenti come quello attuale nei quali la volatilità (e in alcuni casi il grado di rischio) di bitcoin è inferiore a molti investimenti tradizionali.


Non volevo fare nessun tipo di confronto, o dire che le blockchain private siano meglio di quelle pubbliche.


Volevo solo significare, in estrema sintesi che chi investe in questo settore dovrebbe essere consapevole che non c'è nessuna garanzia. Di nessun tipo.

Bisogna anche evidenziare che rispetto ad un gruppo eterogeneo, non coordinato, non regolamentato, una società o gruppo di società che potesse investire in tecnologia e sviluppare un progetto blockchain privato, potrebbe facilmente superare e scalzare tutte le blockchain esistenti.
Non solo per supremazia tecnolgica o economica, ma come maggiore credibilità, affidabilità, autorevolezza.


Non avrei molto da aggiungere, se si parla di lungo termine conosco società che distribuiscono dividendi ai propri azioni da oltre 60 anni; avendo operato in scenari estremamente avversi.
Volendo si può alzare l'asticella, conosco sistemi economici che funzionano da 600 anni, altri addirittura da 1.000, sempre ininterrottamente.

Sulla base di questo se dovessi suggerire ad un ipotetico investitore uno strumento finanziario, o un asset su cui investire, un periodo di osservazione di 10 anni, sarebbe insufficiente per farmi dire, investa tranquillo.

Quanto meno sarebbe una cosa su cui chi investe, dovrebbe avere coscienza di rischiare molto.

Gli investimenti tradizionali, se per tradizionali ci mettiamo azioni, obbligazioni, materie prime...
...direi che hanno volatilità estremamente inferiore a Bitcoin, se mai non lo fosse, sarebbe volatilità gestibile, contenibile.

Se per investimenti tradizionali, si intendono tutti quelli strumenti che consentono la costituzione di alcuni tipi di rendite, allora... beh... questi strumenti la volatilità non ce l'hanno proprio.

sr. member
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June 09, 2018, 06:36:33 PM
...............
guarda al lato positivo della cosa: le crittovalute sono il laboratorio ideale per testare la validità delle idee libertarie-anarco-capitaliste più spinte, secondo le quali il mercato si autoregola senza bisogno di interferenze esterne da parte di istituzioni e organismi di controllo. I dati finora dicono che, in assenza di vincoli, lo stato del sistema tende ad evolvere verso una ricchezza sempre più concentrata nelle mani di pochi, con un divario crescente tra poche balene super-ricche e un mare di plancton insignificante, con buona pace di chi sostiene che il punto di equilibrio sia una distribuzione più o meno uniforme e una concorrenza perfetta.

La cosa interessante è che molti sostengono che lo stesso processo (concentrazione della ricchezza, ampliamento della forbice tra ricchi e poveri) sia inesorabilmente in atto anche nel mondo "reale", con la sua finanza tradizionale pur soggetta a regolamentazione.

Forse allora andrebbe chiarito meglio come lo si vuole regolare il mercato, se si vuole garantire che le tutele offerte ai privati cittadini non siano solo di facciata, ma si estendano fino a impedire l'abuso del potere economico detenuto da élite dominanti, ma qui si entrerebbe in un discorso lungo e piuttosto OT.


Perfettamente d'accordo. E non è solo per la regolamentazione, allargandolo diventa la base di tutto il discorso dei bitcoin e delle cryptovalute che non può essere relegato solo al trading o a una previsione di mercato.
sr. member
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June 09, 2018, 06:12:37 PM

perché aspettare fino al 2028 se c'è chi ha scommesso l'uccello (letteralmente) che arriverà ad 1 milione entro il 2020?

mi pare che il signor antivirus abbia ritrattato qualche valore, forse si è reso conto di aver sparato troppo alto  Grin
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June 09, 2018, 05:37:51 PM

Le blockchain private e quelle pubbliche (basate su token e mining) hanno caratteristiche e finalità molto diverse, e non è detto che  debbano farsi per forza concorrenza anzi è presumibile che, se entrambe avranno successo, potranno convivere  in futuro così come oggi coesiste Internet accanto alle LAN private.

In ogni caso, se le blockchain pubbliche hanno ancora molto da dimostrare rispetto agli annunci fatti, quelle private hanno praticamente ancora tutto da dimostrare visto che secondo molti, compreso me, sono  spesso dei cloni di database distribuiti con un pò di infarinatura di crittografia e una bella iniezione di fuffa da marketing.

Ad esempio è indiscrezione di questi giorni che R3, il più grosso consorzio di banche e aziende per finanziare l'uso di blockchain (permissioned e private) sia a corto di denaro nonostante negli ultimi anni abbia raccolto finanziamenti per oltre 100 milioni di dollari.

http://fortune.com/2018/06/07/blockchain-firm-r3-is-running-out-of-money-sources-say/



Tutti i progetti blockchain hanno da dimostrare se sono validi o meno.

Il fatto però è uno, Bitcoin et similia, sono di tutti e non sono di nessuno.

Prendiamola lato miner; se domani per convenienza, per un cataclisma, per una guerra,
qualcuno perde il suo costoso hardware... fatti suoi, se ne va con tanti saluti, una stretta di mano
e la scatola omaggio del Monopoly.

Esiste una associazione, vera e seria, che tutela i minatori?
esiste una legislazione diritti/doveri?

È come se io voglio fare una centrale elettrica, guadagno fino a quando mi conviene, quando non mi conviene più lascio tutti al buio, perché mi gira così.

Sappiamo invece tutti, che chi gestisce qualcosa di alto valore e d'interesse pubblico: servizi sanitari, smaltimento rifiuti, produzione energia, ecc...
...deve interagire con i governi, le autorità locali, ecc... ecc...

Perché se è giusto dare possibilità e guadagni agli imprenditori, dall'altra bisogna avere una tutela per attività che sono di interesse pubblico.
Le grandi concessioni: io investo e tu mi garantisci il mio guadagno, io ti garantisco continuità e qualità di servizio.

In Bitcoin e nel mondo cripto attuale tutto questo non c'è, siamo né più e né meno al codice d'onore dei pirati con tutto quello che ne è venuto fuori.
In primis il fatto che bisogna usare sistemi complicati e scomodi wallet per la conservazione che limitano l'uso e la facilità d'uso e quindi la diffusione; perché i Bitcoin & Co. sono come le monete nel deposito di Zio Paperone, sono del primo che se le piglia.
I paper wallet seguono pari pari il concetto piratesco del: nascondo il forziere con i dobloni d'oro, ma mi faccio la mappa per ritrovarli.

Nonché un sistema di prudenza verso gli exchange, nessuna persona di buon senso accorta, lascerebbe milioni in criptovalute su un exchange, anche noto, non si sa mai...

Nonché vivere un po' con il patema d'animo che ci sia un crollo delle quotazioni... perché ovviamente l'eccesso di ribasso e l'eccesso di rialzo non sono affatto controllati... non esiste nessun limite.
Bitcoin e l'intero mondo cripto, è stato, ed è oggetto, della più feroce e sfrenata speculazione, di tutti i tipi.

Meno male che Bitcoin si basa sulla fiducia...  Roll Eyes
...se si basava sulla sfiducia, c'era la terza guerra mondiale.


Il mondo istituzionale fino ad ora non ha normato, molti hanno esultato, ma... dicevano i latini, dividi et impera, probabilmente lo hanno fatto deliberatamente nella speranza che il sistema si autodistruggesse, come un vecchio capitano la cui ciurma si sia ammutinata ed aspetta che la nave se ne vada contro gli scogli, alla deriva senza governo. Per recuperare quel che c'è da recuperare e ripartire.


Si è fatto il facile e banale assioma: decentralizzazione = deregolamentazione.

Come si può pensare di aumentare o stabilizzare un valore senza regole ?

Per inciso, qual è la fetta di mercato più grande per Bitcoin ? quello Giapponese; Giappone il primo paese a dare un riconoscimento ufficiale e un minimo di regolamentazione.


guarda al lato positivo della cosa: le crittovalute sono il laboratorio ideale per testare la validità delle idee libertarie-anarco-capitaliste più spinte, secondo le quali il mercato si autoregola senza bisogno di interferenze esterne da parte di istituzioni e organismi di controllo. I dati finora dicono che, in assenza di vincoli, lo stato del sistema tende ad evolvere verso una ricchezza sempre più concentrata nelle mani di pochi, con un divario crescente tra poche balene super-ricche e un mare di plancton insignificante, con buona pace di chi sostiene che il punto di equilibrio sia una distribuzione più o meno uniforme e una concorrenza perfetta.
La cosa interessante è che molti sostengono che lo stesso processo (concentrazione della ricchezza, ampliamento della forbice tra ricchi e poveri) sia inesorabilmente in atto anche nel mondo "reale", con la sua finanza tradizionale pur soggetta a regolamentazione.
Forse allora andrebbe chiarito meglio come lo si vuole regolare il mercato, se si vuole garantire che le tutele offerte ai privati cittadini non siano solo di facciata, ma si estendano fino a impedire l'abuso del potere economico detenuto da élite dominanti, ma qui si entrerebbe in un discorso lungo e piuttosto OT.


EDIT: riflessione a voce alta
dovrei parlare di cose più semplici e brevi, tipo dire che un certo tizio, CEO di chissà quale azienda importante,
ha detto che nel 2023 il Bitcoin arriverà a $ 100.000 e nel 2028 a $ 500.000.


perché aspettare fino al 2028 se c'è chi ha scommesso l'uccello (letteralmente) che arriverà ad 1 milione entro il 2020?
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June 09, 2018, 01:19:36 PM


Tutti i progetti blockchain hanno da dimostrare se sono validi o meno.


La rete bitcoin esiste da quasi 10 anni in cui ha funzionato ininterrottamente (ad eccezione del bug del 15/08/2010) movimentando l'equivalente di miliardi di dollari. Nonostante sia una rete ad accesso completamente pubblico in questi dieci anni non è ad oggi mai stata hackerata (a differenza di qualsiasi altro sistema finanziario tradizionale). E' nata negli ambienti cypherpunk e senza alcuna ICO, di fatto a costo iniziale di rilascio quasi pari a zero (come un altro progetto opensource come Linux). Mi pare ci sia un pò di differenza tra questo risultato e quello delle blockchain private che finora, salvo rarissime eccezioni, hanno soprattutto  dilapidato fondi di chi ci ha investito senza risultati realmente tangibili.


Quote
Il fatto però è uno, Bitcoin et similia, sono di tutti e non sono di nessuno.

Prendiamola lato miner; se domani per convenienza, per un cataclisma, per una guerra,
qualcuno perde il suo costoso hardware... fatti suoi, se ne va con tanti saluti, una stretta di mano
e la scatola omaggio del Monopoly.

Esiste una associazione, vera e seria, che tutela i minatori?
esiste una legislazione diritti/doveri?

È come se io voglio fare una centrale elettrica, guadagno fino a quando mi conviene, quando non mi conviene più lascio tutti al buio, perché mi gira così.

Sappiamo invece tutti, che chi gestisce qualcosa di alto valore e d'interesse pubblico: servizi sanitari, smaltimento rifiuti, produzione energia, ecc...
...deve interagire con i governi, le autorità locali, ecc... ecc...

Internet funziona nello stesso modo. Non è di nessuno, è sostanzialmente decentralizzata ed è ad accesso "anonimo", tramite l'IP che può essere offuscato dietro TOR diventando l'equivalente di un indirizzo bitcoin . Non è di fatto regolamentata tant'è vero che esiste una sua intera "sezione", il dark web basato su attività spesso illegali, senza che nessun governo o organo di polizia sia riuscito finora ad impedirne il funzionamento. Eppure è stata una delle prime tre innovazioni della storia dell'umanità e nessuno si sogna oggi di bandirne il funzionamento, a parte Stati dittatoriali che sono poi gli stessi che parlano di bandire bitcoin

Quote
In primis il fatto che bisogna usare sistemi complicati e scomodi wallet per la conservazione che limitano l'uso e la facilità d'uso e quindi la diffusione; perché i Bitcoin & Co. sono come le monete nel deposito di Zio Paperone, sono del primo che se le piglia.

E' una caratteristica definita nel whitepaper, si tratta di "digital cash" ossia di contante. Essendo contante, quando ne perdi il controllo, ne perdi il valore come quando perdi il portafoglio che hai in tasca.
Se vuoi puoi affidarti a servizi terzi di custodia (esistono anche banche che fanno questo servizio, sia pur non ancora in Italia) ma devi fidarti come sempre quando dai il controllo della tua moneta a qualcun altro.

Quote

Nonché vivere un po' con il patema d'animo che ci sia un crollo delle quotazioni... perché ovviamente l'eccesso di ribasso e l'eccesso di rialzo non sono affatto controllati... non esiste nessun limite.
Bitcoin e l'intero mondo cripto, è stato, ed è oggetto, della più feroce e sfrenata speculazione, di tutti i tipi.

Un pò come tutte le tecnologie emergenti, rischiose ma promettenti. Esistono poi momenti come quello attuale nei quali la volatilità (e in alcuni casi il grado di rischio) di bitcoin è inferiore a molti investimenti tradizionali.






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June 09, 2018, 12:03:29 PM

Le blockchain private e quelle pubbliche (basate su token e mining) hanno caratteristiche e finalità molto diverse, e non è detto che  debbano farsi per forza concorrenza anzi è presumibile che, se entrambe avranno successo, potranno convivere  in futuro così come oggi coesiste Internet accanto alle LAN private.

In ogni caso, se le blockchain pubbliche hanno ancora molto da dimostrare rispetto agli annunci fatti, quelle private hanno praticamente ancora tutto da dimostrare visto che secondo molti, compreso me, sono  spesso dei cloni di database distribuiti con un pò di infarinatura di crittografia e una bella iniezione di fuffa da marketing.

Ad esempio è indiscrezione di questi giorni che R3, il più grosso consorzio di banche e aziende per finanziare l'uso di blockchain (permissioned e private) sia a corto di denaro nonostante negli ultimi anni abbia raccolto finanziamenti per oltre 100 milioni di dollari.

http://fortune.com/2018/06/07/blockchain-firm-r3-is-running-out-of-money-sources-say/



Tutti i progetti blockchain hanno da dimostrare se sono validi o meno.

Il fatto però è uno, Bitcoin et similia, sono di tutti e non sono di nessuno.

Prendiamola lato miner; se domani per convenienza, per un cataclisma, per una guerra,
qualcuno perde il suo costoso hardware... fatti suoi, se ne va con tanti saluti, una stretta di mano
e la scatola omaggio del Monopoly.

Esiste una associazione, vera e seria, che tutela i minatori?
esiste una legislazione diritti/doveri?

È come se io voglio fare una centrale elettrica, guadagno fino a quando mi conviene, quando non mi conviene più lascio tutti al buio, perché mi gira così.

Sappiamo invece tutti, che chi gestisce qualcosa di alto valore e d'interesse pubblico: servizi sanitari, smaltimento rifiuti, produzione energia, ecc...
...deve interagire con i governi, le autorità locali, ecc... ecc...

Perché se è giusto dare possibilità e guadagni agli imprenditori, dall'altra bisogna avere una tutela per attività che sono di interesse pubblico.
Le grandi concessioni: io investo e tu mi garantisci il mio guadagno, io ti garantisco continuità e qualità di servizio.

In Bitcoin e nel mondo cripto attuale tutto questo non c'è, siamo né più e né meno al codice d'onore dei pirati con tutto quello che ne è venuto fuori.
In primis il fatto che bisogna usare sistemi complicati e scomodi wallet per la conservazione che limitano l'uso e la facilità d'uso e quindi la diffusione; perché i Bitcoin & Co. sono come le monete nel deposito di Zio Paperone, sono del primo che se le piglia.
I paper wallet seguono pari pari il concetto piratesco del: nascondo il forziere con i dobloni d'oro, ma mi faccio la mappa per ritrovarli.

Nonché un sistema di prudenza verso gli exchange, nessuna persona di buon senso accorta, lascerebbe milioni in criptovalute su un exchange, anche noto, non si sa mai...

Nonché vivere un po' con il patema d'animo che ci sia un crollo delle quotazioni... perché ovviamente l'eccesso di ribasso e l'eccesso di rialzo non sono affatto controllati... non esiste nessun limite.
Bitcoin e l'intero mondo cripto, è stato, ed è oggetto, della più feroce e sfrenata speculazione, di tutti i tipi.

Meno male che Bitcoin si basa sulla fiducia...  Roll Eyes
...se si basava sulla sfiducia, c'era la terza guerra mondiale.


Il mondo istituzionale fino ad ora non ha normato, molti hanno esultato, ma... dicevano i latini, dividi et impera, probabilmente lo hanno fatto deliberatamente nella speranza che il sistema si autodistruggesse, come un vecchio capitano la cui ciurma si sia ammutinata ed aspetta che la nave se ne vada contro gli scogli, alla deriva senza governo. Per recuperare quel che c'è da recuperare e ripartire.


Si è fatto il facile e banale assioma: decentralizzazione = deregolamentazione.

Come si può pensare di aumentare o stabilizzare un valore senza regole ?

Per inciso, qual è la fetta di mercato più grande per Bitcoin ? quello Giapponese; Giappone il primo paese a dare un riconoscimento ufficiale e un minimo di regolamentazione.


In Italia c'è una bellissima cosa che andrebbe studiata pesantemente nelle scuole dell'obbligo,
in maniera approfondita, si chiama Codice Civile. Da sottolineare civile.
Una cosa che la legge obbliga a seguire, ma che in fondo nessuno conosce.

Già questo darebbe al sistema paese, la possibilità di vivere meglio e di capire meglio le nuove opportunità.
Ma sarebbe troppo bello, le masse che sanno troppe cose hanno fatto sempre paura, allora è venuto il sistema attuale, la cui base di ragionamento è il sotterfugio, la furbata, le lobby...

Un sistema che si basa e mantiene un livello di sottosviluppo ed un modo di vivere povero e misero.

Dalla prestazione 5 con fattura a 1 a nero, scontrini non battuti, posteggiatori abusivi... e su su fino alla corruzione e la mafia.


Speriamo che le cripto, siano un punto di partenza da cui le persone vogliano prendere più coscienza; dubito altamente.


Sia bene inteso, tutto questo, parere mio personale.


EDIT: riflessione a voce alta
dovrei parlare di cose più semplici e brevi, tipo dire che un certo tizio, CEO di chissà quale azienda importante,
ha detto che nel 2023 il Bitcoin arriverà a $ 100.000 e nel 2028 a $ 500.000.



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June 09, 2018, 08:05:30 AM
Qualcuno ci sta pensando...  Grin Grin

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June 08, 2018, 03:50:29 PM



Solo la "fiducia" e i venti buoni o non buoni che portano le notizie... non è che sia una gran cosa.

Se vogliamo dare un peso alla notizia delle banche italiane in consorzio per sviluppare processi con tecnologia blockchain... beh... la visione potrebbe non essere positiva, perché ( mia lettura ) è il tentativo di andare oltre le cripto correnti.

Di tutti i... "team a lavoro", non ne è stato preso in considerazione ( quasi ) nessuno e molte entità istituzionali, stanno procedendo a sviluppi personali.

Se io fossi una pasticceria, la leggessi che la gente si sta organizzando per imparare a farsi le torte in casa... non sarei molto contento.


Le blockchain private e quelle pubbliche (basate su token e mining) hanno caratteristiche e finalità molto diverse, e non è detto che  debbano farsi per forza concorrenza anzi è presumibile che, se entrambe avranno successo, potranno convivere  in futuro così come oggi coesiste Internet accanto alle LAN private.

In ogni caso, se le blockchain pubbliche hanno ancora molto da dimostrare rispetto agli annunci fatti, quelle private hanno praticamente ancora tutto da dimostrare visto che secondo molti, compreso me, sono  spesso dei cloni di database distribuiti con un pò di infarinatura di crittografia e una bella iniezione di fuffa da marketing.

Ad esempio è indiscrezione di questi giorni che R3, il più grosso consorzio di banche e aziende per finanziare l'uso di blockchain (permissioned e private) sia a corto di denaro nonostante negli ultimi anni abbia raccolto finanziamenti per oltre 100 milioni di dollari.

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June 08, 2018, 02:37:44 PM

Entro a gamba tesa per condividere un pensiero:)
dato che ho da poco "scoperto" bitinfocharts e mi sto perdendo a leggere numeri...


Per contestualizzare il tutto: più volte qui è stato sottolineato (es da @Paolo_Demidov) quanto a tutti gli effetti il mercato sia piccolo, in termini di volumi se comparato ad altri, e soprattutto in termini di effettivi indirizzi/individui che vi partecipano
più volte pure si parla di grossi investitori e whales che influenzano il prezzo / controllano il mercato

Non mi ero però mai effettivamente reso conto dei numeri effettivi anche in termini di centralizzazione della ricchezza, altro che distribuzione paretiana!

Partendo dalla premessa che sono pure numeri sovrastimati in quanto ad un individuo possono appartenere più indirizzi:
https://bitinfocharts.com/top-100-richest-bitcoin-addresses.html
87% dei btc sono detenuti dallo 0.67% degli indirizzi
o anche: il 95% dei btc che esistono sono in mano a mezzo milione di individui
i 5/600.000 btc di volume giornaliero nel mercato, sono "whales" o sono lo 0,1% delle coin totali detenute nel 90% degli indirizzi, che cambiano di mano? e quindi chi-come può "più semplicemente" influenzare il prezzo?

sbaglio io a leggere i numeri o sbaglio a pensare che siano percentuali assurde?
più o meno i valori sono simili per le altre crypto.....



Il quote qui sotto è da un post di qualche mese fa, metà provocazione metà pensiero filosofico/utopico.... nel titolo scrivevo "bugia del mercato decentralizzato".... questi numeri mi fanno pensare che davvero tanto decentralizzato non sia e quindi, di cosa stiamo parlando se quel mercato che analizziamo oltre ad essere piccolo, è caratterizzato da queste percentuali?

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Arrivo a questo assunto perchè nella mia testa dato un prezzo del bitcoin determinato esclusivamente da domanda ed offerta, considero una mezza verità definire il mercato "decentralizzato", ovvero mercato senza un ente centrale che stabilisce a priori il prezzo.

L'altro modo di vedere le cose può essere il seguente: la massa è in grado di ragionare da singolo individuo (teoria dei giochi, bene superiore-collettivo), il mercato è suddiviso tra individuo A, offerta, possessore di bitcoin, e individuo B, domanda, non ha bitcoin o vuole comprarne ancora.
Il mercato è di fatto centralizzato, questi due individui decidono quale sia il prezzo dei bitcoin in base a ciò che reputano conveniente per entrambi
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.... deduciamo che chi ad oggi possiede i bitcoin può (potrebbe) deciderne il prezzo.
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Ci sarebbe da portare un leggero correttivo,
in considerazione che i wallet più grandi sono i cold wallet dei più grandi exchange,
rappresentativi di più persone.

Ma più o meno... da considerare che fino a poco tempo fa i wallet sopra i 100.00BTC erano solo 2,
sono 3 e come si può vedere, stanno per diventare 5 a breve.

E' chiaro da questi dati che di Bitcoin si parla molto, ma poi in concreto non sono tanti quelli che si sono addentrati a possedere un wallet.

Probabilmente tramite broker di CFD, opzioni, altri derivati,  la piccola e media speculazione su Bitcoin è più diffusa,
ma non si è tradotta nel concreto in persone che hanno deciso di "investire" direttamente, creandosi un proprio wallet.

Si capisce bene che il mondo cripto è diviso in due:
moltissimi con micro investimenti
pochissimi con grosse quantità


Da questa semplice considerazione si può comprendere che le notizie, belle o brutte,
influiscono estremamente poco, almeno per Bitcoin e per le cripto principali che hanno le quota di mercato più grandi.

Ne deriva poi il fatto che essendo un mercato piccolo, concentrato in poche mani e ulteriormente concentrato geograficamente verso i paesi asiatici, Giappone in testa... e volendo avere un approccio più consapevole e meno affidato alla " speranza che un giorno... "
andrebbe considerato un rischio specifico, un rischio paese... rischi quasi per niente eliminabili facendo un portafoglio di criptovalute; un comparto in cui la diversificazione è quasi impossibile allo stato attuale.

Breve note sui maggiori rischi possibili:
http://www.schroders.com/it/sysglobalassets/digital/insights/pdfs/le-tipologie.pdf

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