Quell'interpretazione dell'AdE mica cozza con una dichiarazione ufficiale dell'UE? Perché già lì si avrebbe un'incongruenza, a prescindere dal caso di ES. Poi a me interessa relativamente il discorso valuta estera, quello che mi da fastidio è che non si sa come muoversi esattamente. I bounty andrebbero tassati? Su che valore? Su quello del giorno che si sono ricevuti? Su quello della fine dell'anno? E se nel frattempo hanno scammato e la persona non li ha mai convertiti in valuta fiat? Così come un cambio, che so, BTC-ETH, dovrei pagare la plusvalenza su cosa? Calcolata come?
Fino a quando non metteranno gente che abbia un minimo di esperienza e che possa effettivamente fare delle leggi logiche continueremo a parlare di aria fritta perché la maggior parte delle persone non dichiarerà e non pagherà. In Olanda puoi scaricare le fees di Ethereum quando compili le tasse, dai, di cosa stiamo parlando...
Chiariamoci:
Se il programma è "faccio cash out e me ne frego di cosa dice l'AdE tanto le sue sono tutte cazzate", è un programma rischioso, dove c'è il rischio di farsi molto male ma che potrebbe, dopo un bel contenzioso, anche dare i suoi frutti
Se il invece programma è "aspettare nell'attesa di leggi più chiare", è un programma comprensibile ma che non condivido e non mi interessa.
Non lo condivido per tre motivi: uno perchè io voglio usare i bitcoin (non solo come riserva di valore)
adesso, voglio acquistarli, spenderli, riacquistarli e rispenderli in loop eterno. E chissenefrega se lo Stato vuole la tangente. Nell'attesa di trovare un modo per bypassare il credito fiat e sostituire il ciclo sopra con guadagnarli-spenderli-riguadagnarli-rispenderli. Ma purtroppo non sarà una cosa veloce questo passaggio.
Due perchè non sono affatto convinto che un'eventuale legge ad hoc sarà più benevola. Leggo spesso in giro "aspettiamo un bel condono che faccia tana libera tutti". Vorrei avere il vostro ottimismo sul rapporto futuro tra bitcoin e tasse, ma non ce l'ho. A livello internazionale le norme saranno sempre più dure, non solo in Italia, ed esisteranno sempre meno Paesi isole felici. Questa è la mia sensazione. E non vale il concetto che i btc non sono tracciabili, perchè lo sono solo finche si resta all'interno del circuito bitcoin. Ma per fare cash out serio occorre passare da dei "portali" dove valgono le regole degli Stati e dove tutto è tracciato con nome, cognome e indirizzo.
Un'altra cosa che non condivido è l'idea che una legge ad hoc renderà le cose più chiare. Non è affatto scontato. I dubbi tecnici che sollevi sopra sono comuni a moltissimi altri settori fiscali dove da anni esistono leggi ad hoc. Eppure l'incertezza regna sovrana, perchè in Italia, come sempre, se devono mangiare gli avvocati devono mangiare anche i commercialisti e i tributaristi.
Sulle plusvalenze da trading di valute estere (non cripto, fiat estere) esistono norme da 30 anni eppure su molti dettagli non c'è ancora oggi chiarezza né uniformità di pareri. Anche perchè su molti dettagli non se ne occupa la legge, ma le interpretazioni dell'AdE. Esattamente come nel nostro caso.
Come si fa quando manca il costo di carico? Come si trattano i fidi in valuta su conto corrente estero? Come ci si comporta in caso di conto estero cointestato ai fini della giacenza? e cosi via
Anche questa considerazione è stata fatta sull'ormai famosa chat TG Tax&Laws (non toglietemela se no non saprei più cosa scrivere qui
), e la risposta di qualcuno dei "pensatori" è stata una cosa del tipo: una valuta estera per essere tale deve soddisfare certi requisiti, tra i quali quello di essere emesso da una banca centrale.
Questo requisito è soddisfatto da Btc ? ovviamente no.... e quindi secondo questa interpretazione non può essere considerato valuta estera.
Questa osservazione non è stata fatta per puro spirito di contraddizione: il senso era che quando una banca centrale emette valuta le fornisce certe caratteristiche, ad esempio si impegna a garantire una certa stabilità (salvo le valute di stati con inflazione stellare). Questa è ad oggi una caratteristica che a Btc manca, perciò imho l'osservazione che faceva questa persona è corretta (intendo quella di non considerare Btc come valuta estera).
Mi sembra che questi "pensatori" si stiano un pò arrampicando sugli specchi. La logica in questo caso è inutile: stiamo parlando di norme. La presenza o meno di una banca centrale è ininfluente. Una valuta estera è una valuta avente corso legale in uno Stato estero. Per avere corso legale è necessario e sufficiente che nessuno, per legge, possa rifiutarsi di accettare quella valuta in adempimento di un debito. L'art. 7 della Ley Bitcoin dice
Art. 7.- Ogni agente economico deve accettare Bitcoin, come forma di pagamento quando gli viene offerto da chi acquista un bene o un servizio.Non mi sembra ci possano essere molti dubbi in proposito
Se poi dobbiamo usare la logica, una maggiore volatilità di bitcoin gioca a sfavore in questo caso, perchè la rende una moneta più adatta ad un uso speculativo e quindi "a rigor di logica" più idonea ad essere tassata in caso di plusvalenze.
L'AdE non considera le criptovalute come valuta estera, ma le assimila a valuta estera che è una cosa ben diversa. Cioè tenta di inquadrarle con le stesse regole della cosa più simile che ha individuato. L'AdE non dirà mai che i btc sono valuta estera, semplicemente perché (in Italia) non lo sono. Questa assimilazione, cioè questo esercizio interpretativo, secondo me non deve essere confusa con una definizione puntuale.
Il parere dell'AdE è uscito anni prima della legge di ES ed è stato solo rafforzato da quest'ultima. L'AdE può anche continuare ad equipararli ad un valuta estera, ma nel frattempo lo sono anche diventati