Magari lo sai già ma chatgpt è stato bloccato in Italia dal garante della privacy. Io non so se in Italia siamo propri stronzi oppure vogliano passare da furbi quando non lo sono, aldilà che basta una semplice vpn per raggirare il blocco ma perchè non vanno a bloccare tutta quella merda di Google, Amazon e compagnia bella che quelli i dati te li vengano a rubare dentro casa letterlamente, invece no hanno pensato bene di bloccare openai perchè sia mai che un giorno toglie il lavoro a qualche scaldapoltrona.
Ho letto qualcosina in più in un articolo ieri sul Corriere o La Stampa (perdonate l'imprecisione ma li leggo entrambi e alla mia età faccio confusione dopo 10 minuti
).
A quanto pare i motivi del blocco sono vari ma il principale è che OpenAI non ha dichiarato il motivo della raccolta e del trattamento dei dati e questo obbliga ad erogare una multa. Probabilmente nel breve lo faranno anche altri stati dell'EU visto che il GDPR è un regolamento comunitario. In questo caso insomma probabilmente l'Italia ha fatto solo da apri pista ma altri seguiranno.
Google & soci raccolgono ben altri dati, come giustamente dici, ma lo dichiarano in anticipo nei TOC che tutti ovviamente accettano, quindi loro dal punto di vista formale sono a posto.
OpenAI no, avendo analizzato preventivamente dati a strascico senza informare.
Poi sono d'accordo con te che sia un regolamento nato vecchio (il GDPR), ma tant'è, un autority credo sia obbligata a procedere se vede che qualcuno non rispetta il regolamento.
Tutti questi provider di servizi online, grandi o piccoli che siano, quando si permettono di calpestare sfacciatamente la privacy degli utenti vanno bastonati a sangue, senza pietà.
Io avevo provato a registrarmi su OpenAI, fino al punto in cui chiedeva il numero di telefono. Ne ho provato qualcuno di quelli voip, ma li riconosceva e non li accettava. E allora stop alla registrazione e tanti saluti: col ca##o che gli do il mio numero!
Sono solo degli speculatori che raccolgono dati personali in maniera opaca e illegittima per farli fruttare in qualche modo, senza neanche disturbarsi di informare gli utenti su cosa ne fanno. Il tutto in barba a qualsiasi norma e regolamento sulla tutela della privacy (ricordo che il GDPR si applica a qualsiasi azienda che tratti dati personali di cittadini europei, ovunque abbia sede).
Spero che il Garante e le istituzioni competenti in altri paesi non si limitino a qualche richiamo che lascia il tempo che trova, ma che li colpiscano nel portafoglio con multe miliardarie. Allora sì che magari si daranno una regolata.