Anche se qui la volatilità è rimasta decisamente più alta.
Diciamo che non ci sono le condizioni perché la volatilità scenda: da un lato le notizie sulla pandemia, lockdown, e chiusure, con le inevitabili ripercussioni sull’ economia.
Dall’ altra le
pressioni inflazionistiche rampanti, che innervosiscono le banche centrali.
Nel mezzo il mercato, che
per una serie di motivi non può scendere mai.
Per quello che si è visto oggi, per i mercati il rischio inflazione non c'è.
Abbiamo i treasury a 10, 20 e più anni ai rendimenti minimi del 2021, verso i minimo ad un anno da Dicembre 2020.
Questo genera un rendimento reale negativo.
Ovviamente c'è un
effetto parcheggio, molti acquisti in questi giorni sono dati dal fatto di uscire, almeno temporaneamente dal mercato azionario.
Abbiamo anche un dollaro molto forte, un
dollaro forte che non ha inciso poi molto sulle quotazioni delle principali materie prime in particolare i metalli industriali; materie prime che sono appunto espresse in dollari.
Teoricamente non c'è inflazione, o meglio non c'è inflazione da svalutazione, ci sono degli aumenti di alcuni prodotti,.diciamo pure molto, ci sono aumento dei trasporti delle merci per problemi logistici.
I mercati sono saliti proprio perché molte aziende hanno incassato di più... vendevano le cose a $ 1, ore le vendono a $ 1, qualcosa.
Ma non c'è al momento
svalutazione.
Sono particolarmente d'accordo con chi dice che c'è più una carenza di offerta che aumento della domanda.
Non su tutto.
Per molte categorie è così.
Quel che pesa, in senso positivo, sono gli acquisti fatti a fine seduta di oggi.
Sicuramente c'è chi pagherà le commissioni overnight nel weekend, se c'era una prospettiva di ulteriore, molto probabile, vendita; non ci sarebbero mossi i grandi capitali, proprio con il rischio di aggravarsi anche di costi che si potevano evitare.
Sul lato produzione, il Vietnam è su valori di "
pieno regime", India idem, Cina si sta piano piano riavviando...
c'erano molte produzioni che sembravano soffrire.
È sicuramente un momento interessante, perché fra le pieghe dei listini si sono creati i presupposti per affari interessanti.