chiaramente tu inserisci i dati nella fase di produzione dell artefatto
ergo
se tu produci una busta di latte, codice seriale 11111222
tu inserisci nella blockchain, ho creato una busta di latte 11111222 - il timing e' embedded nella blockchain
successivamente quando la busta viene inserita in un pallet e inviata al supermercato xxx
verra apposto, busta 11111222 spedita (timing nella blockchain)
risalire a tutto lo storico diventa
- facile
- storicizzato automaticamente
- non modificabile da NESSUNO, quindi se la busta e' scaduta, e' scaduta punto
il tutto garantisce una supply trustabile
ricordiamoci cosa fa la blockchain.. potremmo sostituire la blockchain con un db.. anche adesso per bitcoin
ma chi ci GARANTISCE che i dati siano affidabili?
quello fa la blockchain
Chi dice che il codice seriale sia unico?
Chi dice che a quel codice seriale corrisponda quel latte?
Chi cide che la blockchain sia immodificabile? e se l'hash power è tutto di carrefour perchè Carrefour non può fare una reorg?
Se l'hash power non è tutto in Carrefour chi paga per questa inefficienza?
sono tutte domande più che legittime. Quello degli oracoli è probabilmente il principale nodo da sciogliere, nel momento in cui si passa da una blockchain nata per un compito ben definito e circoscritto - ovvero registrare transazioni di uno specifico asset in modo completamente auto-referenziale (che significa il sistema è completamente agnostico su tutto il mondo esterno alla blockchain stessa), alla gestione di smart-contract che devono in qualche modo processare dei dati provenienti dal mondo esterno. Chi garantisce l'autenticità del dato alla fonte? Tutte le soluzioni proposte finora reintroducono in qualche modo qualche elemento trusted (ad es. un insieme di nodi validatori, o arbitri, ecc.), che è precisamente ciò che con la decentralizzazione alla base della blockchain stessa si vorrebbe eliminare.
Anche la questione dell'immutabilità poi meriterebbe un approfondimento a parte. Spesso viene descritta come se fosse una proprietà magicamente insita nella blockchain in quanto tale... In realtà tecnicamente niente è immutabile in senso assoluto, anche la blockchain di bitcoin potrebbe essere riscritta
in teoria: basterebbe (si fa per dire) acquisire la maggioranza dell'hash rate della rete per un tempo sufficiente al reorg. Quindi è tutta una questione di risorse a disposizione, che però nel caso di bitcoin sarebbe talmente antieconomica da rendere la casistica impossibile ai fini pratici.
Invece in tutti quei progetti in cui la blockchain è usata (impropriamente) per tracciabilità della filiera (basati su Hyperledger o roba simile) non esistono neanche
il PoW e una coin sottostante, che abbia il ruolo di reward da cui deriverebbe la sicurezza e l'immutabilità della catena. Per cui di nuovo vanno introdotti nodi trusted che facciano da garanti dell'integrità del sistema: ancora una volta la centralizzazione esce dalla porta per poi rientrare dalla finestra...
La parte chiave è quella in grassetto.
La presenza di una blockchain è condizione necessaria ma non sufficiente a garantire un'integrità del dato.
Avere le informazioni concatenate in blocchi legati sequenzialmente in base all'hash di ognuno è sicuramente un vantaggio, come modello di archiviazione, rispetto ad esempio ad un normale database .
Se modifico arbitrariamente una singola informazione, la sequenza crittografica, facilmente verificabile, viene falsata in modo dimostrabile.
Ma se chi gestisce quei dati è un'entità ( o più entità) il cui potere di scrittura (e cancellazione) non è sottoposto a nessun vincolo, se ci sono dei super utenti che possono, per "diritto divino", esercitare arbitrariamente dei super poteri, l'avere una blockchain, di per sè, non fornisce grandi garanzie.
Bitcoin garantisce l'immutabilità della sua blockchain attraverso tre ulteriori requisiti di cui sono completamente prive tutte le blockchain private:
1)Il mining, aperto e libero, che rende selettivo il potere di scrittura. Ti dò il privilegio di scrivere dati sulla catena solo se tu mi dimostri di aver svolto un costoso e faticoso lavoro prima.
2)Il token che rende remunerativo quel lavoro, altrimenti nessuno lo farebbe
3)La decentralizzazione che garantisce che solo la (quasi) unanimità degli utenti, tramite un processo di consenso distribuito, possa alterare le regole che governano i due punti precedenti e quindi distinguere la vera blockchain bitcoin da ogni suo surrogato, clone o copia.
Siccome l'unanimità è molto difficile da raggiungere e siccome ogni modifica alle regole determina un indebolimento del principio di immutabilità ( e quindi una perdita di valore del token e quindi un danno economico a utenti e minatori) ecco che la community ha una convenienza economica diretta e soprattutto indiretta a difendere lo status quo e a non cambiare una virgola in tutto il meccanismo.
E dall'insieme e dall'interazione di tutti questi aspetti che nasce la vera immutabilità di una blockchain.
Per questo secondo me, tutti i processi di verificabilità e integrità di un dato, a lungo andare, saranno gestiti medianti sidechain legate ad una blockchain pubblica e aperta (basata su mining e con token sottostante) e non mediante blockchain private.