none none e none
gli impatti di quello che ci sta oggi sono conosciuti SIN DAL 1972 da un compendio dei coniugi meadows
si chiama "I limiti dello sviluppo"
e prospettava una serie, un ventaglio di scenari probabili e sarebbe emerso quello vero in base alle nostre scelte dell'epoca
il modello che e' stato il risultato delle nostre scelte e' world3 ... non e' il peggiore, ma non e' manco il migliore
quindi quando asserisci "che non lo sapevamo" e' una bugia bella e buona.. perche nel frattempo sono passati 50 anni...
l'ignoranza non e' una scusa
guarda ripeto, non hai bisogno di spiegarlo a me: tempo fa avevo citato in altro topic Nicholas Georgescu-Roegen, che considero un economista visionario e avanti di 50 anni rispetto ai suoi tempi, che negli anni '70 collaborò fra l'altro col Club di Roma e che con la sua bioeconomia introdusse concetti innovativi come la legge dell'entropia applicata all'economia, ecc.
Il punto è che anche quando uscì quel rapporto, fu apertamente osteggiato e sbeffeggiato dalla comunità scientifica e dagli economisti dell'epoca, compresi illustri premi Nobel, che lo bollarono come catastrofista confidando ciecamente che il progresso scientifico avrebbe risolto qualsiasi problema di scarsità di risorse. Assurdo pensare che il cittadino comune avesse la consapevolezza e la capacità critica di cercare verità alternative al pensiero unico imperante all'epoca (che fra l'altro ancora oggi è tutt'altro che morto, visti gli enormi interessi di chi nello status quo ha una posizione dominante da difendere).
Fu a partire dagli anni '80 che la questione ambientale cominciò ad affacciarsi timidamente sulla scena e a diventare oggetto di dibattito nella società civile, sulla scia delle prime evidenze scientifiche del riscaldamento globale, degli effetti di sostanze chimiche (CFC) di uso comune sullo strato di ozono nell'atmosfera, fino al culmine dell'incidente di Chernobyl e relativi movimenti contro il nucleare e per le fonti energetiche alternative.
Se proprio volessimo fissare uno spartiacque, è dagli anni '90 in poi che non si può più dire "io non sapevo", per cui non è una questione che si possa relegare agli ottantenni, ma è una responsabilità che riguarda anche i quarantenni di oggi. Poi come fa giustamente notare duesoldi, ci sarebbe da verificare quanto siano coerenti i giovani ecologisti di oggi nei loro comportamenti quotidiani: di ambientalisti a parole e iperconsumisti nei fatti ne vedo in giro fin troppi... fine OT, per il momento.