Riguardo a Chiara Ferragni, beh.... almeno lei qualcosa produce e fattura qualche milione di euro, quindi forse è un modello. Sono le "Chiara Ferragni" di serie B gli esempi da evitare.
A me le persone come questa tizia, che hanno successo e mettono in pratica i loro talenti (qualsiasi essi siano), stanno simpatiche a prescindere. A condizione ovviamente che lo facciano in modo onesto.
Certo, se uno fa i soldi trovando un vaccino contro l'AIDS non ha lo stesso "valore" di una che lo fa dando consiglio alla gente su come vestirsi (perchè questo fa, se non ho capito male).
Ma il problema dell'Italia non sono le chiare ferragni, a averne. Sono le migliaia di persone il cui sogno nella vita è un impiego alle Poste o in Comune, un tempo si sarebbe detto in banca, ma oggi c'è poca sicurezza anche li.
Siamo un Paese vecchio prima ancora che demograficamente, culturalmente.
E il problema, ricollegandomi al post di Paolo.Demidov, è che il mondo del lavoro va proprio in direzione opposta.
Molti dei lavori subordinati e dipendenti, che hanno fatto il successo della classe media nel 900, sono spariti o spariranno.
Automatizzati o affidati a macchine o robot.
Il lavoro flessibile non è solo lo smart working. E' il lavoro del futuro, direi il modo di fare soldi del futuro, che sarà basato sulle idee, sull'innovazione, sul rischio, sulla tenacia
Certo in Italia manca il contesto: ma invece di dare la colpa sempre ai soliti noti (Stato, Governo, tasse, burocrazia...) iniziamo a fare un pò un esame di coscienza e diamo la colpa a noi stessi, intesi come popolo e con le dovute eccezioni.
Se l'obiettivo è la sicurezza, il posto fisso,l'Italia non ha futuro nel mondo di domani.
Mancano due ingredienti fondamentali: l'ambizione e la propensione al rischio, intesa come voglia di mettersi in discussione.
"Davvero hai comprato Bitcoin? Ma da chi è garantito? Come fai a sapere che non vanno a zero? Ma io non potrei mai, troppo rischioso, secondo me è una truffa"
"Io non giocherei mai in Borsa, vincono sempre i soliti e i piccoli vengono sempre fregati".
Entrambe le frasi pronunciate da persone che magari spendono una larga fetta del loro stipendio in slot machine o superenalotti.
Oltre a questo c'è una atavica invidia e acredine nei confronti delle persone che hanno successo e fanno soldi: "chissà cosa c'è sotto, perchè non ce ne danno un pò a noi” e via discorrendo....
E poi c’è la questione italiana delle dinastie familiari, i ricchi che si passano patrimoni da generazioni.
Anche negli USA ci sono le grandi dinastie, da quelle storiche (Vanderbilt, Astor…) a quelle più recenti (es. Walmart) ma il loro capitalismo è molto più dinamico.
Tra i primi nomi USA della classifica Forbes dei più ricchi, ci sono quelli noti al grande pubblico: Bezos. Buffett, Gates, Ellison, Zuckerberg, i due di Google.
Questi personaggi hanno una cosa in comune: nessuno di loro è nato ricco, lo sono tutti diventati.
Sono per lo più figli della middle-class americana, i loro genitori erano professori, medici, avvocati.
Benestanti ma nulla più. Famiglie come ne esistono a milioni.
Il padre (adottivo) di Steve Jobs era un meccanico.
Bezos è figlio di due squattrinati che lo ebbero giovanissimi.
Inoltre sono personaggi di tutte le età e di tutte le generazioni: dal novantenne Buffet al trentenne Zuckerberg.
Scorrendo invece la classifica dei Paperoni italiani sembra di fare l’appello di un ospizio: l’età media è sugli ottanta.
Ci sono anche self made men, ma sono nati prima della guerra come Del Vecchio o Armani.
Da 60-70 anni è quasi impossibile in Italia per chi non nasce ricco diventare ricco e questo è l’emblema del fallimento culturale e economico del nostro Paese.
Nella classifica ci sono delle autentiche perle, la più clamorosa è alla posizione 4.
Sfido chiunque non sia fiorentino (ma anche a Firenze è persona pochissimo nota) sapere chi è Massimiliana Landini Aleotti.
Trattasi di una signora di 78 anni, vedova e madre di tre figli che nella sua vita ha sempre fatto la casalinga e non ha mai lavorato un minuto. Non ha mai parlato in pubblico, rivestito ruoli aziendali di nessun tipo e sono rarissime anche le sue foto pubbliche.
Un’anziana madre che ha trascorso la vita a prendersi cura della sua famiglia, come ne esistono a milioni.
Con la particolarità che questa signora ha un
patrimonio stimato di 6.6 miliardi di dollari (più di Berlusconi per intendersi), è la 4 persona più ricca di Italia (prima donna) e , ancora più clamoroso,
è una delle prime dieci donne più ricche del mondo.
Giochi ereditari, coni d’ombra che vogliono restare nell’ombra, particolarità tutte italiane.
Negli USA e nel mondo anglosassone c’è l’abitudine ad esempio, tra i ricchi veri, di lasciare solo le briciole del loro patrimonio ai figli. (
http://www.businesspeople.it/Business/Economia/Gates-Ramsay-Buffet-miliardari-non-lasceranno-nulla-figli-113247)
Il concetto è che la prole deve guadagnarsi il pane come hanno fatto i genitori.
Un principio che suona come mostruoso per noi italiani: per noi i figli, si sa, sono piezz ‘e core , e se non al sangue del proprio sangue a chi lasciare le proprie fortune al momento del trapasso?
Con la conseguenza che in Italia degli emeriti imbecilli a volte si trovano a vivere nel lusso più sfrenato senza meritarne nemmeno un piccola fetta o a dilapidare immensi patrimoni.
Saper valorizzare il merito è la principale chiave di successo delle economie del futuro. E su questo l’Italia è un dei peggiori paesi del mondo industrializzato
P.s. Ho un pò divagato e questo post con il covid non c'entra nulla. Sorry, torniamo in topic.