Ma per parlare di "accesso abusivo a un sistema informatico" significa che non sono stati i titolari.
Sono d'accordo. L'articolo del Sole è dietro paywall ma visto che cita l'Ansa si può leggere la notizia madre qui:
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/criptovalute/2023/02/28/bloccata-piattaforma-criptovalute-procura-firenze-indaga_6dc00fb1-cc29-472f-83b9-67e85e4354dd.html
anche se non dicono nulla di più.
Comunque sono d'accordo con quel che dici: l'ipotesi di accesso abusivo a sistema informatico direi che scagiona i titolari. Magari è stato qualche dipendente, ma non loro.
L'unica cosa certa è che prima di anni non sapremo nulla temo.
Su questo non concordo. Sarebbe vero quel che dici se ci fosse già stata una richiesta di fallimento (accolta) e fosse tutto nelle mani della procura che sta indagando. Ma non siamo a quel punto perché se lo fossimo il sito sarebbe già stato sequestrato e comparirebbe un messaggio di avviso diverso.
Quindi l'azienda è ancora in piedi e può muoversi in autonomia, probabilmente (mia ipotesi) hanno anche denunciato quel che è accaduto, lo avranno fatto anche solo per tutelarsi contro le azioni legali che inevitabilmente arriveranno.
Ma se possono ancora operare devono per forza uscire a breve con un comunicato che spieghi almeno cosa sia successo, non farlo non avrebbe alcun senso da parte loro. Non parlo ovviamente di proporre soluzioni (che potrebbero non dipendere solo da loro) bensì dello spiegare cosa sia accaduto.
Secondo me lo sapremo "presto". 1 settimana o 2 al massimo.
State dando una interpretazione errata. È l'esatto opposto.
art. 615 ter codice penale:
Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni.
La pena è della reclusione da uno a cinque anni:
1) se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri, o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema;
2) se il colpevole per commettere il fatto usa violenza sulle cose o alle persone, ovvero se è palesemente armato;
3) se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del sistema o l'interruzione totale o parziale del suo funzionamento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle informazioni o dei programmi in esso contenuti.
Qualora i fatti di cui ai commi primo e secondo riguardino sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico ( il risparmio è un interesse pubblico ? lascio a voi la risposta ), la pena è, rispettivamente, della reclusione da uno a cinque anni e da tre a otto anni.
Nel caso previsto dal primo comma il delitto è punibile a querela della persona offesa; negli altri casi si procede d'ufficio.
--> https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-xii/capo-iii/sezione-iv/art615ter.html
La legge è chiara, "chiunque" è chiunque; anche chi detiene la proprietà del sistema, a maggior ragione chi ne ricava una lucro.
Questo da un punto di vista penale, da un punto di vista civile, come danno, cambia molto poco a questo punto, ai fini pratici che sia stato un esterno, un insider, uno dei titolari, la società ne risponde.