L'Italia è una misera goccia nell'oceano ed è un paese arretrato e analfabeta, per cui a livello di adozione credo impatti ben poco, che siano tanti o pochi gli "investitori"; sono convinto però che l'eventuale adozione sarà ancor più frenata dal problema della dichiarazione dei redditi e relative spese. Un'altissima percentuale di gente fa la dichiarazione dei redditi tramite le convenzioni tra azienda e CAF o si rivolge ai patronati; non sanno nulla di quel che stanno facendo, sanno che 1) la devono fare perchè gli tocca o 2) la fanno perchè così gli tornano indietro un po' di soldi. Ma cosa ci sia sotto, all'atto pratico, lo ignorano, "tanto me lo fa il CAF a 20 euro" e quei fornitori di servizio non hanno la minima idea di cosa sia "criptovaluta". Sono altrettanto sicuro che la maggior parte degli eventuali "investitori" possa valutare di spenderci in bitcoin al massimo qualche migliaio di euro, mancando conoscenza e fiducia, per cui a maggior ragione immagino che il pensiero comune sarà <
>. E parliamo ipoteticamente di gente che si sarebbe interessata, che dovrebbe comunque perlomeno non solo aver capito cos'è e come funziona materialmente un exchange, ma anche avere una base semi-decente di informatica e saper usare uno smartphone per qualcosa di diverso dal postare i gamberetti a pranzo e fare selfie imbarazzanti, cosa rarissima. E il tutto condito dal remare contro degli istituti di credito.
Mio parere, sempre lo stesso da anni: in Italia bitcoin non "arriverà" mai. Chi ne avrà capito il potenziale, quindi, ragionevolmente avrà soddisfazioni ancor più grandi perchè non avrà concorrenza, o comunque avrà modo di restare più facilmente "lontano dai riflettori" del fisco, perchè essendo abbandonato a sè stesso, senza potersi confrontare con nessuno se non una ristrettissima community, farà di necessità virtù e automaticamente affinerà sempre più le proprie conoscenze e il "muoversi nell'ombra". Bitcoin in Italia sta a zero? Meglio per noi quindi, il resto della popolazione può continuare con la propria vita, nessuno glielo impedisce. Purtroppo mi rendo conto che più il tempo passa e meno mi sento empatico, soprattutto quando mi scontro col totale narcotismo cerebrale diffuso.
Il senso poi di dichiarare e autodenunciarsi non si capisce.
Bitcoin nasce proprio per metterselo nel proprio wallet e chi si è visto si è visto.
E che siamo ormai dei pecoroni che han paura di tutto.
Agli atti pratici legge o non legge Bitcoin e le criptò NON sono regolamentate, si possono inventare decreti o leggine ma il fatto a oggi è questo, e se uno si impunta e ha voglia di andare fino in cassazione vorrei proprio vedere..
Perché comunque è facile fare il giochino del “bitcoin truffa cripto truffa, non hanno valore” e poi cercano di estorcerti dei denari secondo poi quale valore che non c’è nessun prezzo di scambio regolamentato serio?
Avere un nft o una manciata di cripto nel proprio wallet privato equivale ad avere un porcellino a casa con delle monetine o la collana di perle della nonna.
Cosa fai, vai a diventare matto per dichiarare ogni singola cagata che “potrebbe” avere un valore di mercato in giro per casa?
“Guarda ho trovato un tostapane vecchio” o lo butto o corro a dichiarato al “regolatore” non si sa mai 🤔
E’ ridicolo dai..
Tralaltro asset istituzionali come azioni etf etc..
ci paghi le tasse anche perché dovresti pagare tutta una regolamentazione (che ovvio jon funziona ma vabbè).
Paghi per tutto un sistema che dovrebbe proteggerti che ha delle regole, che ha degli istituti che emettono, delle piattaforme etc etc
Se io compro una minchiacoin in un far west, non regolamentato, che anzi incitano a dire che non vale niente, quale sarebbe il valore? E perché dovrei pagare il pizzo? Per avere che protezione?
Siamo così assuefatti dal metterci a 90 che troviamo ogni modo possibile per farcelo infilare anche quando non serve.