Non voglio tornare su discorsi ampiamente già dibattuti su questi schermi, ma mi sembri su posizioni abbastanza incontentabili
Se in Africa, Asia o Sud America, ampi strati della popolazione usano Bitcoin in maniera perfettamente corrispondente alla filosofia delle origini, non va bene perchè sono poveri e non contano nulla.
Se la grande finanza si interessa a bitcoin, non va bene perchè sono manipolatori, hanno bisogno di intermediari e tradiscono il B. delle origini.
In pratica se lo usano i poveri non va bene per un motivo, se lo usano i ricchi non va bene per un altro motivo.Mi resta da sapere qual è il tuo target ideale di utente bitcoin, quali sono quelli il cui ingresso potrebbe essere salutato con un vago cenno di ottimismo.
Vuoi sapere quale sarebbe invece una cosa profondamente contraria alla filosofia bitcoin? Quella in grassetto del tuo post: stabilire delle barriere all'entrata (ammesso che sia possibile, e non lo è).
Perchè la prima e più importante caratteristica è quella di essere "open": a disposizione di Stanley Druckenmiller così come del vecchietto che vende cocco con un carretto su una spiaggia salvadoregna.
Il primo ha bisogno dell'intermediazione come dell'aria: vive di intermediari e per questo è interessato a bitcoin, ma non sa che farsene di Bitcoin. La rete decentralizzata è un di più (che non gli serve) e di cui ne ha (per ora) anche ampiamente sottovalutato l'importanza. Un uso parziale , più che contrario alla filosofia delle origini.
Il secondo, l'opposto: vuole liberarsi dell'intermediazione (nelle rimesse, nei pagamenti, nella protezione del potere di acquisto) ed è interessato sia alla rete decentralizzata che al token che ci viaggia sopra.
Ora, è chiaro che, se parliamo di prezzo, la prima categoria di utenti ha la possibilità di influenzarlo (direttamente) molto più della seconda. I ricchi hanno più potere di acquisto dei poveri. E' una cosa così ovvia che non c'è nemmeno bisogno di dirla. Questo è nella natura delle cose e non è affatto contrario alla filosofia delle origini. Anzi, qualsiasi meccanismo di equo riequilbrio di questa distribuzione sarebbe, quella sì, contraria all' idea originale perchè presupporrebbe un'autorità centrale che gestisce questa redistribuzione, come fa lo Stato con i redditi. E comunque sarebbe tecnicamente impossibile, quindi inutile parlarne.
La cosa positiva è che viviamo in
un' epoca storica dominata dalla legge di Metcalfe (
https://it.wikipedia.org/wiki/Economie_di_rete ), dove il valore di qualsiasi rete è legato al numero di utenti che la usano. Per cui il valore di b. non dipende solo da quante persone comprano b. e da quanto è gonfio il loro portafoglio, ma dipende (e dipenderà sempre di più) da quanti milioni o miliardi di persone useranno questa tecnologia nella vita di tutti i giorni. Anche se questi miliardi di persone sono per lo più poveri in canna.
Non mi piace tanto parlare di poveri o ricchi, anche perché la vera ricchezza non è data dal denaro ma dalle possibilità sociali.
È proprio il mix che non va bene, se prendi un secchiello e ci metti dentro un pesce piccolo e uno grande, il grande mangerà il piccolo... perché è nella natura delle cose.
Mentre il grande si ritroverà esposto alle paure, ai timori e ai comportamenti irrazionali, anche di euforia dei piccoli, perché insieme a lui ci sono migliaia di persone povere che al primo scossone si prendono paura perché la volatilità non se la possono permettere.
Un ricco in Bitcoin è un tipo razionale che si ritrova in un locale chiuso, con gente non molto razionale, oltre la capienza massima e si accorge che le uscite di sicurezza sono lontane.
O ci sono strumenti per consolidare e proteggere un patrimonio di chi ha molto...
...o si fa un sistema alternativo alla finanza tradizionale, magari per quei paesi poveri privo di moneta e sistema bancario.
Nel mix ci troviamo persone che hanno comprato Bitcoin a $ 20.000, si sono prese paura e lo hanno venduto a meno di $ 4.000, così come poi a $ 60.000 a $ 30.000...
Sono molto pochi quelli che hanno, cultura, patrimonio ed emotività, per avere comprato Bitcoin dieci anni fa e tenerlo fino ad adesso.
Ma accade lo stesso nei mercati tradizionali.
Dove esistono un minimo di regole per evitare euforia o paura.
Poi si può dire che sono regole brutte, belle, strette, corte, lunghe, che ci sono pochi controlli che i controlli sono inefficaci ma ci sono delle regole.
Nel mondo Bitcoin non c'è nessuna regola, vince il più forte.
Questa sostanziale stabilità mi porta a pensare che uno degli scenari possibili è che ci sia, nel prossimo futuro, non molto lontano, pochissimi soggetti con grande riserve e tantissimi soggetti che si scambiano spiccioli a carissimo prezzo per le rimesse e/o per sopravvivere.
Come Internet, dove hai ragione a citare il principio del valore di una rete, però
questo valore è mal distribuito, abbiamo compagnie ultra miliardarie che hanno reso ultra miliardari chi era miliardario semplice, mentre il povero utente fine anni '90 è ancora più schiavo dei beni e servizi a basso costo che fornisce internet, perché è ancora più povero.
Bitcoin non nasce come strumento di uguaglianza o strumento socialista, mi è chiarissimo; quello che non è chiaro è che l'idea di aver maggior valore, perché il valore non si disperde tra le maglie di inutili intermediari, come acqua in un tubo forato...
...viene mancare perché ci troviamo più intermediari di prima;
i soggetti che dovevano essere fatti fuori, trovano invece il sistema di guadagnarci ancora di più.
Su questo punto, mi si risponde sempre, eeh... ma con Bitcoin hai la scelta non devi per forza andare da un intermediario...
ma è una scelta che rimane del tutto ideale e teorica, almeno per la maggior parte.
Perché invece di prenderti i buoni Esselunga non vai a comprare la frutta da un agricoltore ?
Perché la gente va nei supermercati ? perché va nei centri commerciali ? perché compra su Amazon ?
Perché compra solo cose cinesi per poi lamentarsi di perdere il posto di lavoro ?
Non c'è una legge che obbliga ad avere questi comportamenti,
o a consumare in questo modo.
Sì, ci sono i gruppi di acquisto solidale... qualche ricco idealista che si permette di fare genuine ricerche.
Di fondo poi c'è la politica, il marketing, il condizionamento dei media spesso sponsorizzati...
Bitcoin era nato in ogni caso per essere il generatore autonomo di emergenza in caso di mancanza di energia da parte del sistema energo-finanziario mondiale.
Se però invece di essere totalmente autonomo, c'è un aggancio con la rete tradizionale... siamo al punto di partenza.
Marzo 2020 rimane per me io test fondamentale, il famoso cigno nero che non si può leggere sui bilanci, una situazione, per certi aspetti, potenzialmente più grave di quella del 2008.
Non c'è stata una "protezione" da questo rischio, è stato un elemento che è caduto come altri.
Non avendo né caratteristiche di moneta, tanto meno di riserva di valore.
Ma tutte queste storture concettuali, non possono impedire a Bitcoin di arrivare a $ 1.000.000 ma stai sicuro che SE si arriverà a quel valore, la rete Bitcoin sarà in mano di pochissimi, già da un bel pezzo.
Con gente che oggi avrà comprato un buono Amazon con un valore che domani poteva servire a fare campare bene la famiglia per tre generazioni.
Valore che qualcuno avrà prudentemente incamerato, avendo cura di non rimetterlo in circolo.
Se c'è una grande differenza fra il povero ed il ricco; è che il povero spende o è costretto a spendere... il ricco attende e può attendere.