Ecco qui Paolo, la contraddizione del modello di business delle banche:
Se alle banche interessa questo:
Alla banche interessa questo.
L'intermediazione senza rischi e con scarsa responsabilità.
Alla fine il risultato è questo:
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Le banche dopo le ultime vicende: diamanti, obbligazioni subordinate, mutui in valuta sconveniente, investimenti con commissioni carissime, risultati modesti... corsi azionari brutti... il 2001, il 2007-2008, il Covid-19... l'ultima in ordine di apparizione i PIR, Piani Individuali di Risparmio.
Le esperienze delle persone sono troppo negative.
In un mondo ideale il risparmiatore è consapevole ed informato, quindi quando firma i contratti deve sapere che da "risparmiatore" si trasforma in "investitore".
Se in punta di diritto le banche hanno ragione, ovviamente la fiducia del risparmiatore/investitore cala nettamente nei confronti di questi soggetti.
Ovvio che il conflitto di interesse delle banche sia troppo forte in questi casi: proporre l'investimento più adatto al risparmiatore è quasi sempre in contrasto con l'obiettivo del venditore: la remunerazione, le fees upfront incassate, il budget di fine anno.
Per questo hanno tanto successo le soluzioni più "trasparenti" ed "automatizzate" non necessariamente migliori, tipo moneyfarm.
Mettiamoci d'accordo sul verbo "trattare". Se intendiamo comprare e vendere derivati su btc è più che possibile che sia stato fatto.
Ma io intendo qualcosa di più: una gestione diretta e "fisica" di btc, qualcosa simile a quello che ha fatto e sta facendo Bakkt con la Warehouse (
https://www.bakkt.com/bakkt-markets) a cui però sono voluti due anni per arrivare (forse) al traguardo e Bakkt non è una banca.
Un accesso diretto delle banche a bitcoin è ostacolato dalle norme ma è ancora di più ostacolato da motivi politici: le banche sono il braccio "armato" delle Banche Centrali il cui primo (unico?) obiettivo è quello di difendere il monopolio e la credibilità della moneta fiat. Accettare btc direttamente creerebbe opportunità di guadagno ma significherebbe alla lunga minare alla base questo monopolio, anche se btc sarebbe ovviamente promosso e pubblicizzato come prodotto finanziario e non certo come moneta.
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Anche l'operazione Hype+Conio+Banca Sella è stata autorizzata dalla Banca d'Italia perchè i btc non sono custoditi dalla banca ma sono su un multiaddress a tre dove la chiave di Hype serve solo come scialuppa di salvataggio qualora l'utente si trasformi in utonto e perda l'accesso alla propria.
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In questo modo l
a banca non è responsabile di nulla (anche se smarrisse la sua chiave i fondi non sarebbero in pericolo) con l'aggravante che l'utente deve affidarsi ad una conservazione "trusted", perchè se volessero Conio+Hype potrebbero fregargli tutto il suo denaro.
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Una evoluzione invece facilmente percorribile (anzi esiste già) è l'integrazione tra banca ed exchange, cioè una unica "entità" che gestisce la mia moneta fiat da banca e mi permette di accedere ai bitcoin come un exchange. Bitwala è un esempio. Altre seguiranno a breve.
Beh, Plutosky, l'elaborazione del lutto è più facile se avviene per gradi.
Ed alla fine quando ci saranno decine di soluzioni "à la Hype" alla fine anche i grossi gruppi si muoveranno.
Ricordiamoci che i paventati problemi di antiriciclaggio/normativa esistono, ma non sono insormontabili (ne è una prova che esistono sale gioco e compro oro, che
per forza devono avere conti correnti, o sbaglio Paolo?). Sappiamo ad esempio che
le banche tedesche sono già avanti, da tempo, su questo punto.
Anche la soluzione Bitwala, che ammetto di non conoscere nei dettagli, non mi pare molto diversa: Hype sta a Conio come SolarisBank sta a Bitwala. Forse qualche dettaglio tecnico è diverso, ma lo schema generale mi pare il medesimo (se mi perdo qualcosa di importante, illuminami in caso contrario).
Riguardo alla multifirma è ovvio che una collusione di Hype e Conio potrebbe rubarti i fondi, ma mi pare una soluzione comunque più robusta rispetto al caso fiat, dove basta la banca a rubarti i tuoi fondi! All'opposto, come non si stanca mai di ripeterci Paolo, esistono soggetti che
non possono detenere in proprio i propri fondi (fondi di investimento con banche depositarie) oppure che non vogliono detenerli (l'utonto medio, magari vuole avere esposizione e non si fida a custodire la propria chiave privata. tanto vale allora avere un setup allo stato dell'arte, piuttosto che rischiare di perdere i fondi.
Insomma, sono molto bullish, proprio perchè Hype dimostra che trattare bitcoin fisici dalla banca si può fare, sia legalmente, e non avevamo dubbi in proposito, sia sfidando la moral suasion delle banche centrali, e qui avevo molti più dubbi.
Sì, li devono avere ma solo le banche più grandi ed organizzare ti possono mettere a disposizione un ufficio antiriciclaggio ecc... l'antiriciclaggio non si può demandare ad un call center estero...
Sostanzialmente i grandi capitali... la banca è un po' la loro...
se io sono correntista ma anche azionista della banca, i ruoli non sono quelli classici del risparmiatore banca sotto casa.
I pesi sono diversi.
HYPE - Conio - Bitcoin, funziona fino ad una certa soglia...
chi ha anche una cifra non immensa € 100.000, non va a dare le provvigioni a Conio...
Per non parlare di chi ha almeno uno zero in più.
Facendo un passo indietro...
le banche italiane, si sono messe in trappola, il passato recente le ha squalificare e andare ora a cercare il mercato degli investimenti... non è per tutti.
Tutti vorrebbero vendere prodotti, servizi e prodotti finanziari...
perché si raccoglie denaro non si dà, non si presta, mondo vende, se si vende gli interessi ( profitti ) sono scarsi e io rischio troppo alto.
Io ruolo della banca che sostiene l'economia è venuto meno...
eppure sarebbe quello che le dovrebbe sostenere.
Prestiti sani a persone sane.
Ci sarà un ulteriore ridimensionamento, molti piccoli istituti saranno fuori dai giochi e già tante insegna sono scomparse.
Se si guarda solo al Toscana:
Monte dei Paschi di Siena, non è certo la banca di anni fa...
Cassa di Risparmio di San Miniato, finita smembrata...
Banca Etruria, finita maluccio...
Federico del Vecchio, un marchio legato al precedente, ciao...
Cassa di Risparmio di Prato era confluita in Popolare Vicenza... dalla padella alla brace...
Cassa di Risparmio di Firenze... rovinata non esiste più nemmeno come marchio, finita dentro Intesa-San Paolo...
...che in origine erano due banche diverse.
Ecc... ecc...
Troppo personale, contratti stellari, procedure rigorose...
finché c'erano le 24 ore piene di contati e i tassi alle stelle,
facevano tutti i balocchi, arrivato il mondo reale, vero, morti tutti, nessuno gioca più.