In questo momento abbiamo fees medie di oltre 2
BTC per blocco. Oltre il 30% della remunerazione complessiva dei miners è fatta da commissioni pagate da utenti.
La cosa può essere vista in molti modi.
Quella più ovvia, negativa: muovere btc è molto (troppo) caro, soprattutto per piccoli importi.
Quella meno ovvia parte da una considerazioni costi-benefici: Bitcoin è il sistema di pagamento (riferendosi alla rete p2p) più sicuro esistente. La sicurezza si paga: alta "qualità" comporta alti costi.
Oltre 2 btc per blocco significa che se raggiungessimo domani l'hard cap di 21M, comunque i miners riceverebbero oltre 18.000$ ogni 10 minuti.Sarebbe una riprova di un principio sempre dato per scontato, ma che scontato non è: la capacità della rete di "automantenersi" sicura anche in assenza di signoraggio.
La riduzione progressiva dell'emissione di nuovi BTC ha proprio questo obiettivo: dare all'inizio (quando la rete la usano in pochi) una remunerazione più alta tramite il signoraggio, che decresce al crescere (previsto) dell'uso della rete in modo tale che la remunerazione dovuta dalla creazione di moneta venga via via sostituita da quella pagata dagli utenti in termini di commissioni.
La rete ha attualmente una potenza di calcolo di 95 Esahash. Senza la remunerazione di blocco, ai miners resterebbe come detto circa il 30% dei compensi rappresentato interamente da fees. L'HR calerebbe quindi a 28.5 esahash (il 30% di 95), che è la potenza di calcolo che avevamo ad aprile 2018.
Estremizzando possiamo dire che se i miners dovessero campare solo con le fees attuali, la rete sarebbe sicura come lo era circa due anni fa. Non male.
L'aspetto preoccupante è che alte fees ostacolano la diffusione di btc nei Paesi del Terzo Mondo, che sono quelli più "dinamici" nell'uso della rete per finalità diverse dalla speculazione e dall'holding i quali invece dominano nei paesi più ricchi. In Africa, Asia, Sud America btc sono usati per aggirare i controlli dei capitali, fare rimesse internazionali, combattere l'inflazione, accedere al mercato nero del dollaro. Alte commissioni creano molti problemi a questo tipo di utilizzi.
Mi rendo conto benissimo che un bitcoin centralizzato (conseguenza inevitabile di una crescita della dimensione dei blocchi) renderebbe in quei Paesi btc ancora meno utile delle alte fees, ma questa è solo una parziale consolazione.
Vorrei che soluzioni come LN accelerassero il loro sviluppo, che invece attualmente va molto a rilento. Mi rendo conto che è una maratona e non uno sprint, ma la preoccupazione rimane.
Bella questa. Bitcoin nuovo ATH ! Tutto dipende dal riferimento.
Quel prezzo è ottenuto con una semplice operazione matematica rapportando BTC/USD a ARS/USD e ottenendo quindi un cambio "virtuale" BTC/ARS
Nella realtà gli argentini pagano un sovrapprezzo di quasi il doppio pur di ottenere btc e/o di liberarsi del peso.
Il cambio effettivo è quasi di 1.200.000 pesos per
BTC (vedi
https://argenbtc.com/ oppure
https://localbitcoins.com/country/AR )