Rispondendo solo a questo punto, sì, la moneta è il frutto del mio lavoro ma dove c'è scritto che mantenere il valore del frutto del mio lavoro nel tempo è un mio diritto?
Nessuno parla di diritti.
Ne parlava Plutosky.
é però ovvio che sia una proprietà desiderabile della moneta, quella di permettere di trasferire temporalmente il consumo (Store of Value).
é altresì innegabile che io preferisca una moneta "forte", cioè che mi permetta di avere ...
Quindi nessuno parla di diritti, ma solo di "qualità desiderabili" di una moneta.
Così come preferisco un congelatore che mi permetta di tenere la carne congelata più a lungo, o una casa costruita meglio, parimenti preferisco una moneta che sia meno inflazionata, e che quindi mantenga meglio il proprio valore reale.
... una moneta e' forte, desiderabile se le persone HANNO FIDUCIA in essa, se si fidano e se sono disposti ad adottarla come mezzo/misura per il valore delle cose.
Certo che è una qualità desiderabile, tutti la vorremmo così come tutti vorremmo arrivare a 100 anni con la salute di un ventenne, il problema è se è possibile/sensato aspettarselo.
Esatto, la moneta non e' un bene. Mai stato, questo forse vogliono farci credere ma la moneta e' una unita di misura, un protocollo o detto in maniera da economista, uno storage di valore (io credo che lo storage sia altro e non il mezzo di misura, come dire che il kilogrammo e' uno storage di peso).
Io credo invece che la moneta sia soprattutto un contratto sociale. Non è certamente una unità di misura nel senso che allo stesso lavoro/prodotto corrispondono valori monetari (prezzi) diversi nel tempo. E' quanto di più lontano ci sia dalla stabilità. Poi si può sempre dire che 1 bitcoin è 1 bitcoin, ma se cambia quello che ci puoi comprare che unità di misura è? E' tutt'al più una unità di misura 'temporanea'.
Per me la moneta è un contratto stipulato in maniera implicita da molte persone, che difficilmente può attraversare i decenni (considerando le diverse persone che si avvicendano in un periodo così lungo) senza che si modifichino i termini del contratto stesso.
E' difficile che una persona del 2080 riconosca a una banconota di 100 euro lo stesso "valore" accordato alla stessa banconota nel 2020. Economie diverse, produzione diverse, società diverse, potere d'acquisto diverso.
Cosa intendiamo esattamente con moneta "forte"?
Per le banche centrali forte vuol dire che ha una perdita "guidata" di valore dell' 1-2% anno, per chi detiene bitcoin moneta forte vuol dire che si rivaluta ogni anno...
Oggi faccio un lavoro e tramite la moneta la società mi riconosce un credito nei suoi confronti.
In pratica mi dice: "con questo simbolo riconosco che tu hai fatto qualcosa in passato per me e quindi in futuro avrai qualcosa in cambio"
Ma cosa? Questo è il punto.
Un credito a tempo indeterminato, esigibile in qualsiasi momento, trasferibile a terzi (figli e nipoti), che diventa ogni anno più grande?
Immaginiamo a livello pratico che un giorno io vado da A e faccia un lavoro per lui (per esempio che pitturi casa sua).
A in cambio mi dà 100 strongcoins.
Io mi tengo i miei 100 strongcoins, magari li lascio in eredità a mio nipote, il quale un giorno si presenta dal nipote di A e chiede in cambio dei 100 strongcoins un'auto.
Perché la società del futuro dovrebbe riconoscere un valore crescente a un lavoro eseguito 100 anni prima?
Ma quanto può valere un credito vecchio di 100 anni?
La perdita di valore di un bene nel tempo non è una legge scritta nella Bibbia: dipende dal bene e dipende dalla domanda e offerta di quel bene.
Esistono beni che acquistano valore nel tempo o che tendono a mantenerlo inalterato: perchè la moneta non può essere uno di questi?
Perché la moneta non è propriamente un bene, è un semplice contratto sociale come ho scritto sopra.
Che cerca di fornire un particolare servizio: invece di lasciarti con il frutto del tuo lavoro che magari a te non serve e che naturalmente tende a perdere di valore nel tempo, ti consente di congelare artificialmente quel valore per un po' di tempo. Tutto lì.
Ma pensare che fra molti anni quel lavoro verrà ancora riconosciuto, anzi che in generale il suo valore sarà aumentato, per me è sbagliato.
Immagina cosa succederebbe in Italia nel 2080 (ma anche oggi) con i 1.400 miliardi di euro presenti al momento nei vari conti correnti / conti deposito se i legittimi proprietari li conservassero per 60 anni e decidessero di riscuotere i loro crediti tutti in una volta: cosa pensi succederebbe al potere d'acquisto dell'euro?
Lo sappiamo tutti che tutta quella ricchezza reale non esiste oggi e forse non esisterà nemmeno in un futuro.
Chi in cambio del proprio lavoro accetta denaro che non consuma in tempi ragionevolmente brevi in pratica dona una parte del proprio lavoro alla società a fondo perduto.
... questa perdita di valore non è diciamo così "fisiologica", non è una conseguenza del libero agire delle forze di mercato ma è la conseguenza di un preciso obiettivo politico (quello di far perdere valore a quella moneta) realizzato da un monopolista (l'Ente emettitore) tramite una manipolazione artificiosa e non predeterminata dell'offerta di quel bene (la moneta), di cui è l'unico produttore.
Se io andassi dal mio datore di lavoro e gli chiedessi di darmi lo stipendio in oro o in bitcoin o in libra o in una valuta estera, questo mi riderebbe dietro.
Su questo hai ragione, si può discutere infatti sull'obbligo che abbiamo di accettare una moneta imposta dall'alto piuttosto che una di nostra scelta.