È esattamente quanto evidenziato da più di un anno in più articoli, anche da vari professionisti che si occupano di legge e/o contabilità.
Non si capisce in effetti cosa ci sia da sanare se l’oggetto del contendere non ha disatteso nessuna legge.
Parlo ovviamente degli anni passati, e non certo solo del 2016, ma pure 2017, 2018, 2019… perché una vera legge sulle crypto è storia recente, prima c’erano solo interpelli. E nel 2016, tra l’altro, nemmeno quelli (non ci potrei giurare ma ne dubito che già qualcuno si fosse adoprato allora con gli interpelli).
Poi che mettersi contro l’Ade & Co. sia una strada molto in salita, anche là dove si abbia pienamente ragione, penso ne siamo consapevoli un po’ tutti. Ed è su questo aspetto che giocano vendendoti a chiedere di “sanare” il pregresso.
Un pregresso tra l’altro dove nessuno ha mai garantito niente, nessuno ha protetto da truffe potenziali, nessuno ha mai legiferato in merito. Hai sempre corso a tuo rischio e pericolo… eh peró per battere cassa Signor Ade ti palesi pure per quegli anni dove sei stato (giustamente tra l’altro) assente?
Per avere bisogna anche dare, direbbe qualcuno.
Mi si dirà, eh ma per regolarizzare le crypto per es. del 2016? Sennó si hanno due tipi diversi di gestione… Crypto ante 2022 e post…
Secondo me per quelle degli anni passati andrebbero regolarizzate solo nel caso si volesse rientrare nei circuiti FIAT. Allora potrei forse capirlo. Ma rimanendo solo ed esclusivamente in ambiente crypto mi riterrei fuori giurisdizione.
Chiaramente è solo un mio pensiero, pour parler 🙂
la penso allo stesso modo, non possono pretendere che io debba regolarizzare i wallet privati quando neanche lontanamente erano da dichiarare negli anni passati, discorso diverso per le crypto vendute e che quindi finivano su un exchange per dire