Quante esperienze abbiamo di persone "comuni" che hanno venduto e convertito in FIAT sopra i 30k a fronte di una dichiarazione per starsene in regola? Basta andare in filiale con la dichiarazione e fa fede quello che ha compilato il commercialista (o noi)? Banche solo online invece?
Io ho un'esperienza, ma molti anni fa, non fa più testo, l'avevo accennato mi pare in uno dei primi post che feci... non esisteva regolamentazione o abbozzo alcuno, per assurdo è stato sicuramente facile, considerando tra l'altro che la cifra era piuttosto superiore a quella da te indicata.
Per quel che riguarda il rapportarsi alla banca, se tu per ipotesi incassassi oggi, tieni presente che tu non porti nessuna dichiarazione compilata dal commercialista, poichè avendo tu incassato ora, la dichiarazione dei redditi 2023 la farai appunto l'anno successivo, nel 2024. Dovrai casomai mostrare, se ti viene richiesto dall'istituto di credito, che quella cifra che è arrivata tramite bonifico sul tuo conto proviene da attività lecita, ma non sono neppure così convinto che la banca si metta a farti eccessivamente le pulci e chiedere dettagli o cartaceo alla risposta "ho venduto bitcoin poichè avevo realizzato una bella sommetta, l'anno prossimo inserirò la cosa ovviamente in dichiarazione dei redditi, grazie", anche (e purtroppo) perchè non saprebbero temo interpretare nulla di quel che gli porti, anche fossero venti righe degli ultimi cinque-sei anni di esportazione transazioni da un exchange con scritto "1 gennaio comprato 1 bitcoin a € 30.000" - "3 marzo venduto mezzo bitcoin a € 20.000" ecc... ecc... perchè l'ignoranza in materia come ben sappiamo regna sovrana. Forse con Sella o Banco Azzoaglio o alcune altre che supportano aziende "cripto" si potrebbe riuscire a interloquire con qualcuno che sa di cosa si parla, ma le restanti banche sono come l'omino in piazza:
bitcoin roba brutta, ti rubano i soldi, non sappiamo un cappero e non vogliamo saperlo! E comunque alla banca non è che interessi se poi l'anno dopo dichiarerai al fisco qualcosa o meno e in che modo, quelli sono affari tuoi, le interessa tutt'al più che la questione sia "pulita" nel loro contesto. A mio parere comunque è il caso di "allertare" la banca informandoli che ti arriverebbe un bonifico di X euro perchè appunto hai in mente di vendere bitcoin e vuoi portarti i soldi a casa e se per qualche ragione la cosa gli crea problemi, così perlomeno si sa già come intendono porsi nei tuoi confronti e fai le tue valutazioni.
Intanto grazie per la risposta!
Quello che mi racconti è un pò lo scenario che supponevo potesse verificarsi. Ma si evince che ci sono due fasi distinte nell'operazione: dichiarazione e incasso.
La questione che giustamente poni potrebbe essere mitigata facendo una dichiarazione di possedimento già da ora, poi decidere di vendere l'anno successivo, versando la relativa tassazione sulla plusvalenza che dovrebbe verificarsi all'atto di vendita. Quindi, supponiamo uno volesse vendere tra 1 anno, intanto si potrebbe procedere a preparare la dichiarazione per il possesso, successivamente si dovrà vedere in fase di vendita effettiva come concludere la questione col fisco.
Comunque questo scenario lo vedo per l'hodler che non trada continuamente o non ha un certo ammontare di crypto-attività, e con buona pace delle fluttuazioni del mercato... se si verificasse una fase di bull market e uno vendesse, lasciare per un pò di tempo troppi euri sugli exchange è potenzialmente rischioso.
Tenuto conto che una legge un pò più stabile è uscita solo quest'anno è necessario quindi procedere con prudenza.
Si, credo sia meglio avvisare la banca, forse cosa più delicata da fare se la corrispondenza con la banca è solo online e non ci si può recare in filiale a parlare faccia a faccia con un consulente. Credo bisogna stare attenti anche a conti appena aperti in cui si decide di traferite certe somme da exchange. Quello che è certo è che ogni conto ha un profilo finanziario differente. Se le movimentazioni tipiche del conto sono sull'ordine di uno stipendio medio italiano o comunque non elevate, è probabile che con bonifici sostanziosi si venga flaggati automaticamente dal sistema.
Se uno decidesse di non dichiarare niente e si vuol stare davvero tranquilli, per me l’unica è fare cash out in un Paese veramente cryptofriendly (ovviamente da residente).
Ma anche se non si fa cash out aggiungo. A meno di non fare solo spese modeste, se anche domani acquisti direttamente in crypto una casa o una macchina, sempre in un Paese “amico” devi risiedere, se non vuoi correre rischi che qualcuno un giorno venga a bussare alla tua porta pretendendo risposte.
Concordo. È un discorso che era già stato affrontato in passato sul forum, non ha senso fare cash out di cifre importanti cercando scappatoie chiaramente illegali quando basta semplicemente fare un anno e mezzo o poco più all'estero per fare tutto in forma perfettamente legale. E per "anno all'estero" vuol dire praticamente la metà dell'anno dato che non preclude certo la possibilità di viaggiare. Un anno e mezzo per essere a posto e tranquilli per il resto della vita contro fare un qualcosa di illegale per non lasciare l'Italia. A me la scelta pare chiarissima.
Non mi è chiaro questo ragionamento, suona molto discorso da bar.
Ammesso che sia fattibile a livello pratico, potresti dettagliare questo fantomatico scenario di "starsene 1 anno e mezzo all'estero"?
Non ho capito quale sarebbe il discorso da bar e perché questo scenario sarebbe "fantomatico". Semplicemente se puoi permetterti di lasciare l'Italia per ben oltre un anno puoi fare un cash out in regola in un paese crypto friendly o con tassazione sulle plusvalenze bassa o addirittura inesistente. Non comprendo il tono del tuo messaggio, come se trasferirsi all'estero fosse qualcosa di illegale o impossibile.
Avrò usato un tono un pò provocatorio ma capisci che stare all'estero per 1 anno suona un pò superficiale.
Voglio dire, a parte i costi e supponiamo siano gestibili... ci sono varie questioni d'affrontare quando ci si sposta:
c'è la questione visti (oppure in UE abbiamo paesi particolarmente crypto-friendly?), per fare cashout credo serva aprire un conto nel paese dove si va e questo dipende dal modo in cui si entra nel paese.
Insomma, magari sto esagerando ma concretamente credo sia un'opzione per chi ha già abbastanza cash da potersi permettere tutta la trafila e dipende decisamente da dove si va e per quanto tempo.
Diversamente, sono molto curioso, ho viaggiato varie volte e di certo si tratterebbe di una soluzione stimolante
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Ma una questione di cui si parla poco è quella del cashout!
Voglio dire... diversi utenti alla fine sono hodlers che puntano all'accumulo.
A che serve dichiarare se poi le banche mi fanno storie con i bonifici in entrata dagli exchange o se devo pregare che nessuno si faccia rodere il c**o se uso una carta prepagata per fare acquisti?
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2 o 3 anni fa qualcuno aveva riportato qui sul forum la propria esperienza dopo aver fatto cashout con cifre diverse.
Raccontava che con cifre piccole la procedura poteva essere molto diversa da banca a banca ma sostanzialmente non chiedevano granché, mentre per cifre superiori a 50k c'era quasi solo Sella che poteva gestire quelle cifre e per fare i controlli AML ti chiedevano sia la copia dei bonifici fatti per l'acquisto (se di acquisto si trattava) sia la dichiarazione dei redditi per verificare se avevi dichiarato le cripto in RW.
Ricordo bene quest'ultimo punto perché discutemmo del fatto che non sarebbe compito della banca fare questo tipo di verifica fiscale, ma dal loro punto di vista il motivo poteva essere un elemento in più per "avere prova" dell'onestà/correttezza della provenienza delle cripto di cui si voleva fare cash out.
Purtroppo con una veloce ricerca non sono riuscito a rintracciare quel thread, non ricordo nemmeno chi lo scrisse, ricordo solo che io come altri lo commentammo.
Intanto oggi:
https://www.corrierecomunicazioni.it/finance/cripto-attivita-il-versamento-dellimposta-slitta-al-30-settembre/Ok grazie!
Un paio d'anni fa avevo letto che diverse persone ebbero problemi con Unicredit, giusto per citare un istituto ben noto, a quanto pare poco crypto friendly. Fortunatamente non sarebbe il mio caso. Meglio Banca Sella che cita le crypto in varie parti tra le informative dei conti. Avevo letto di esperienze più o meno positive anche con Intesa e Fineco.