Buongiorno, ieri sera incrociando una pubblicità di Revolut in televisione pensavo a questo: mi piacerebbe sapere quante persone "normali" (nel senso di non conoscitrici del mondo "cripto") che iniziano a usare Revolut e magari comprano o vendono qualche cripto per farci due soldi o per farsi due risate o che ne so, abbiano idea del fatto che ci sia potenzialmente da inserire tutto ciò in dichiarazione dei redditi. Secondo me bastano le dita di una mano per contare quelle che ne sono al corrente e le dita della mano di un mutilato grave per contare quelle che le metteranno in dichiarazione l'anno successivo. Mi piacerebbe quindi di conseguenza anche sapere se il buon fisco si prenderà la briga di controllare ogni cristiano che si sia registrato a Revolut e abbia mosso due spiccioli in cripto... La vedo un po' dura. L'intero sistema "Cripto? Sì? Dichiarazione dei redditi!" è completamente fuori dal buon senso.
Non si prenderà la briga di controllare chi ha due spiccioli perchè il controllo sarebbe antieconomico.
Probabilmente stanno già controllando (da tempo) chi ha cifre significative, è inevitabile.
Il mio consiglio è quello di evitare le mezze misure, se si vogliono evitare grane o guai.
Faccio un esempio: con gli exchange iscritti all'OAM che mettono in piazza tutto è abbastanza rischioso fare KYC su un exchange, depositare o peggio maneggiare quantità significative, ma rifiutarsi di compilare l'RW.
O si fa di tutto per restare anonimi secondo i rigidi dettami delle origini (niente KYC), oppure si sta alle regole al 100%. Nel mezzo c'è il pericolo.
E per la mancata compilazione, se vi beccano loro (quindi niente ravvedimento operoso), abbiamo sanzioni dal 3% al 15% dell'importo non dichiarato.
Non è bello.