Lo scorso weekend ho passato qualche ora a leggere la tematica sul calcolo delle plusvalenze, con l'obiettivo di capire come si arriva all'importo da eventualmente versare in dichiarazione dei redditi.
Ometto tutta la parte di giacenza < 51k di cui si è parlato abbastanza e parto dal presupposto che ci si trovi cifre superiori da gestire.
Il metodo, anche questo detto e ridetto, è il LIFO (già usato per i capital gain su valuta estera) che in estrema sintesi consiste nell'individuare il guadagno di una vendita (scarico) andando a ritroso ai precedenti acquisti (carichi) di valuta, fino a trovare quanto ci è costato quel quantitativo di cripto che stiamo vendendo.
Il metodo, se applicato correttamente, dovrebbe con l'ultima vendita (quando ci liberiamo totalmente di una cripto) andare a "consumare" tutti i carichi precedenti fino al primo acquisto, in modo da non lasciare "carichi" scoperti.
Partendo da un esempio facile (numeri e tassi scritti a caso):
Data | Operazione | ImportoBTC | BilancioBTC | TassoEUR/BTC | Plus/minus |
03/01/2021 | Acquisto | 2,5 | 2,5 | 27000 | |
12/01/2021 | Acquisto | 0,5 | 3,0 | 28000 | |
03/04/2021 | Vendita | -2,0 | 1,0 | 30000 | (2*30000) - [(0,5*28000)+(1,5*27000)] = 60000 - (14000+40500) = 5500 |
03/08/2021 | Vendita | -1,0 | 0 | 40000 | (1*40000) - [(1*27000)] = 13000 |
Cosa ho fatto:
- Le prime due operazioni sono acquisti (carichi), e quando la cripto aumenta non ci sono plusvalenze.
- Poi abbiamo uno scarico il 3/4, che secondo il LIFO ha consumato i 0,5btc del 12/1 più una parte (1,5btc) del 3/1.
- Poi abbiamo il secondo scarico, che ha consumato la parte restante (1 btc) del 3/1.
Il calcolo dell'ultima colonna porta a una plusvalenza di 5500+13000=18500 Euro, che al 26% fanno 4810 Euro di tasse da versare.
Questo sistema va applicato per ogni cripto in nostro possesso e, per mantenere coerenza tra carichi e scarichi, anche le transazioni tra diverse cripto vanno considerate come una operazione criptoA -> EUR -> criptoB (altrimenti non sarebbe possibile risalire la catena).
Questo è un esempio accademico, che mostra il metodo in un contesto che non si manifesterà MAI. Perché? Perché ci sono le commissioni nelle transazioni, e le commissioni degli exchange, che nel caso sopra comporterebbero righe aggiuntive da inserire altrimenti i conti non tornerebbero.
E qui arriviamo alla considerazione/domanda aperta:
Io ho un po' sbattuto la testa nei numeri e ho fatto il calcolo delle plusvalenze considerando tutte le transazioni, sui miei movimenti, e mi sono reso conto che per far tornare i conti le operazioni da sottoporre a plusvalenza sono non solo quelle da/verso exchange, ma anche i trasferimenti tra wallet. Infatti se ho 0,5BTC e li sposto da un wallet all'altro diventano 0,49BTC, causa fee, e se non ne tengo conto (considerando una vendita per 0,50 ed un acquisto per 0,49) il calcolo avrà sempre qualche "buco". Da qua scaturirebbero parecchie altre domande ma mi fermo per adesso
Voi che ne pensate? Qualcuno ha già affrontato l'argomento capital gain con un commercialista, per via non teorica ma con i calcoli alla mano? Qualcuno sa cosa succede con le valute estere, se ad esempio trasferisco 50000 USD con un servizio a pagamento che me ne porta 49000 USD su un altro conto?