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Topic: Fisco / Tasse / Legge sul Bitcoin - page 90. (Read 254453 times)

sr. member
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March 12, 2021, 09:50:34 AM
Spunta, dove meno te lo aspetti, un articolo chiaro e dove possiamo leggere il parere, motivato, di un paio di esperti del settore: Gianluca Massini Rosati e Francesco Avella
 
In Italia non è chiaro quando si pagano le tasse su bitcoin e criptovalute

Quote

In Italia sono incerte le norme che regolano le spettanze sul possesso di criptovalute, dall'inquadramento delle stesse alle operazioni. Cosa dicono alcuni fiscalisti


Raccomandata la lettura, se avete un approccio “risk weighted” alla questione

Buon articolo.
lo definirei un "Riassuntone" abbastanza chiaro ma che non aggiunge nulla di nuovo.
sr. member
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March 12, 2021, 09:45:50 AM
Qualcuno su Twitter allude al fatto che gli NFT potrebbero facilmente essere usati per aggirare il fisco.
Sarò un tipo tonto ma non ho idea di cosa e come fare una cosa del genere! boh!

Se ci penso mi viene in mente questo:
- nell'ambito del monitoraggio fiscale potrei tenere nascoste cripto fino al momento in cui voglio monetizzare; quando voglio monetizzare mi vendo un NFT da solo (tanto l'acquirente è anonimo) e dico che ho venduto cripto che possedevo da 10 minuti.

Tranne questa forma di semi-elusione a seguito della quale però comunque pago tutte le tasse senza risparmiare un solo euro, sinceramente non mi vengono in mente altri "vantaggi" possibili. A Voi?

Piuttosto mi viene da dire che, al contrario, dovrei stare attento a non comprare NFT di grande valore poiché potrei essere accusato di star facendo il giochetto di cui sopra (e sarebbe a mio carico il dimostrare la leicità delle varie operazioni)

ZK
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March 12, 2021, 09:37:12 AM
Spunta, dove meno te lo aspetti, un articolo chiaro e dove possiamo leggere il parere, motivato, di un paio di esperti del settore: Gianluca Massini Rosati e Francesco Avella
 
In Italia non è chiaro quando si pagano le tasse su bitcoin e criptovalute

Quote

In Italia sono incerte le norme che regolano le spettanze sul possesso di criptovalute, dall'inquadramento delle stesse alle operazioni. Cosa dicono alcuni fiscalisti


Raccomandata la lettura, se avete un approccio “risk weighted” alla questione
jr. member
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March 12, 2021, 06:04:05 AM
Rispostine a caso da uno che non è un commercialista, ma sta armeggiando con le stesse problematiche.

1) In caso di verifica non ti chiedono mai la corrispondenza al centesimo, ma la corrispondenza sostanziale. se compri a 10 e vendi a 20 si aspettano che più o meno paghi 2,6 di tasse. Non ti fanno le pulci sugli spicci di euro o sui decimali, il loro tempo costa troppo per questo.
2) le tasse sono sulle plusvalenze che incassi. le fee sono costi e non plusvalenze, quindi ci sta nel mondo cripto che compri 10 token e ne rivendi 9,8. per il resto si rientra nel caso (1).
3) in un mondo così incerto come quello delle cripto, molte cose sono una tua interpretazione. io ad esempio i cross cripto non li calcolerei affatto. Per me vanno calcolati solo i passaggi che coinvolgono euro. Per una lunga serie di motivatissimi motivi. Ma sono scelte personali.

ZK

Grazie per le risposte.
Mi rendo conto anche io di avere estremizzato la situazione, ma se le transazioni sono tante e ci affidiamo ad un software per il calcolo dei capital gain, importando i csv degli exchange, è paradossalmente più semplice inseguire ogni movimento che arrotondare entrate ed uscite. Faccio un altro esempio "accademico":
- compro 1btc a 10000EUR e lo metto in exchange
- tradando fra cripto questo btc lo raddoppio, quindi mi trovo due btc in exchange
- compro un altro btc, stavolta a 15000EUR, e lo metto in exchange
- faccio altri trade e mi ritrovo alla fine con 3,5btc totali (quindi ho carichi per 2 btc e potenziali scarichi per 3,5btc)
- decido di fare cashout di 2btc al valore di 20000EUR.
Che valori uso per calcolare la plusvalenza del mio cashout? E per gli altri 1,5btc del cashout successivo, magari invece convertiti in perdita, a 5000Euro? Non si parla più di centesimi.

Certamente approssimando a favore dell'AdE non si sbaglia, ma sarebbe sempre una interpretazione senza basi oggettive. Invece un risultato dato da un software che percorre ogni transazione lascia poco margine a valutazioni di parte, quindi dovrebbe essere incontestabile.
Sarebbe interessante capire cosa fanno nel resto d'Europa. L'IRS americano mi sembra che consideri ogni transazione, anche fra cripto, evento tassabile.
sr. member
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March 11, 2021, 11:52:42 AM
Lo scorso weekend ho passato qualche ora a leggere la tematica sul calcolo delle plusvalenze, con l'obiettivo di capire come si arriva all'importo da eventualmente versare in dichiarazione dei redditi.
Ometto tutta la parte di giacenza < 51k di cui si è parlato abbastanza e parto dal presupposto che ci si trovi cifre superiori da gestire.

Il metodo, anche questo detto e ridetto, è il LIFO (già usato per i capital gain su valuta estera) che in estrema sintesi consiste nell'individuare il guadagno di una vendita (scarico) andando a ritroso ai precedenti acquisti (carichi) di valuta, fino a trovare quanto ci è costato quel quantitativo di cripto che stiamo vendendo.
Il metodo, se applicato correttamente, dovrebbe con l'ultima vendita (quando ci liberiamo totalmente di una cripto) andare a "consumare" tutti i carichi precedenti fino al primo acquisto, in modo da non lasciare "carichi" scoperti.

Partendo da un esempio facile (numeri e tassi scritti a caso):
DataOperazioneImportoBTCBilancioBTCTassoEUR/BTCPlus/minus
03/01/2021Acquisto2,52,527000
12/01/2021Acquisto0,53,028000
03/04/2021Vendita-2,01,030000(2*30000) - [(0,5*28000)+(1,5*27000)] = 60000 - (14000+40500) = 5500
03/08/2021Vendita-1,0040000(1*40000) - [(1*27000)] = 13000

Cosa ho fatto:
- Le prime due operazioni sono acquisti (carichi), e quando la cripto aumenta non ci sono plusvalenze.
- Poi abbiamo uno scarico il 3/4, che secondo il LIFO ha consumato i 0,5btc del 12/1 più una parte (1,5btc) del 3/1.
- Poi abbiamo il secondo scarico, che ha consumato la parte restante (1 btc) del 3/1.
Il calcolo dell'ultima colonna porta a una plusvalenza di 5500+13000=18500 Euro, che al 26% fanno 4810 Euro di tasse da versare.

Questo sistema va applicato per ogni cripto in nostro possesso e, per mantenere coerenza tra carichi e scarichi, anche le transazioni tra diverse cripto vanno considerate come una operazione criptoA -> EUR -> criptoB (altrimenti non sarebbe possibile risalire la catena).

Questo è un esempio accademico, che mostra il metodo in un contesto che non si manifesterà MAI. Perché? Perché ci sono le commissioni nelle transazioni, e le commissioni degli exchange, che nel caso sopra comporterebbero righe aggiuntive da inserire altrimenti i conti non tornerebbero.

E qui arriviamo alla considerazione/domanda aperta:
Io ho un po' sbattuto la testa nei numeri e ho fatto il calcolo delle plusvalenze considerando tutte le transazioni, sui miei movimenti, e mi sono reso conto che per far tornare i conti le operazioni da sottoporre a plusvalenza sono non solo quelle da/verso exchange, ma anche i trasferimenti tra wallet. Infatti se ho 0,5BTC e li sposto da un wallet all'altro diventano 0,49BTC, causa fee, e se non ne tengo conto (considerando una vendita per 0,50 ed un acquisto per 0,49) il calcolo avrà sempre qualche "buco". Da qua scaturirebbero parecchie altre domande ma mi fermo per adesso Cheesy
Voi che ne pensate? Qualcuno ha già affrontato l'argomento capital gain con un commercialista, per via non teorica ma con i calcoli alla mano? Qualcuno sa cosa succede con le valute estere, se ad esempio trasferisco 50000 USD con un servizio a pagamento che me ne porta 49000 USD su un altro conto?



Rispostine a caso da uno che non è un commercialista, ma sta armeggiando con le stesse problematiche.

1) In caso di verifica non ti chiedono mai la corrispondenza al centesimo, ma la corrispondenza sostanziale. se compri a 10 e vendi a 20 si aspettano che più o meno paghi 2,6 di tasse. Non ti fanno le pulci sugli spicci di euro o sui decimali, il loro tempo costa troppo per questo.
2) le tasse sono sulle plusvalenze che incassi. le fee sono costi e non plusvalenze, quindi ci sta nel mondo cripto che compri 10 token e ne rivendi 9,8. per il resto si rientra nel caso (1).
3) in un mondo così incerto come quello delle cripto, molte cose sono una tua interpretazione. io ad esempio i cross cripto non li calcolerei affatto. Per me vanno calcolati solo i passaggi che coinvolgono euro. Per una lunga serie di motivatissimi motivi. Ma sono scelte personali.

ZK

jr. member
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March 10, 2021, 09:33:03 AM
Lo scorso weekend ho passato qualche ora a leggere la tematica sul calcolo delle plusvalenze, con l'obiettivo di capire come si arriva all'importo da eventualmente versare in dichiarazione dei redditi.
Ometto tutta la parte di giacenza < 51k di cui si è parlato abbastanza e parto dal presupposto che ci si trovi cifre superiori da gestire.

Il metodo, anche questo detto e ridetto, è il LIFO (già usato per i capital gain su valuta estera) che in estrema sintesi consiste nell'individuare il guadagno di una vendita (scarico) andando a ritroso ai precedenti acquisti (carichi) di valuta, fino a trovare quanto ci è costato quel quantitativo di cripto che stiamo vendendo.
Il metodo, se applicato correttamente, dovrebbe con l'ultima vendita (quando ci liberiamo totalmente di una cripto) andare a "consumare" tutti i carichi precedenti fino al primo acquisto, in modo da non lasciare "carichi" scoperti.

Partendo da un esempio facile (numeri e tassi scritti a caso):
DataOperazioneImportoBTCBilancioBTCTassoEUR/BTCPlus/minus
03/01/2021Acquisto2,52,527000
12/01/2021Acquisto0,53,028000
03/04/2021Vendita-2,01,030000(2*30000) - [(0,5*28000)+(1,5*27000)] = 60000 - (14000+40500) = 5500
03/08/2021Vendita-1,0040000(1*40000) - [(1*27000)] = 13000

Cosa ho fatto:
- Le prime due operazioni sono acquisti (carichi), e quando la cripto aumenta non ci sono plusvalenze.
- Poi abbiamo uno scarico il 3/4, che secondo il LIFO ha consumato i 0,5btc del 12/1 più una parte (1,5btc) del 3/1.
- Poi abbiamo il secondo scarico, che ha consumato la parte restante (1 btc) del 3/1.
Il calcolo dell'ultima colonna porta a una plusvalenza di 5500+13000=18500 Euro, che al 26% fanno 4810 Euro di tasse da versare.

Questo sistema va applicato per ogni cripto in nostro possesso e, per mantenere coerenza tra carichi e scarichi, anche le transazioni tra diverse cripto vanno considerate come una operazione criptoA -> EUR -> criptoB (altrimenti non sarebbe possibile risalire la catena).

Questo è un esempio accademico, che mostra il metodo in un contesto che non si manifesterà MAI. Perché? Perché ci sono le commissioni nelle transazioni, e le commissioni degli exchange, che nel caso sopra comporterebbero righe aggiuntive da inserire altrimenti i conti non tornerebbero.

E qui arriviamo alla considerazione/domanda aperta:
Io ho un po' sbattuto la testa nei numeri e ho fatto il calcolo delle plusvalenze considerando tutte le transazioni, sui miei movimenti, e mi sono reso conto che per far tornare i conti le operazioni da sottoporre a plusvalenza sono non solo quelle da/verso exchange, ma anche i trasferimenti tra wallet. Infatti se ho 0,5BTC e li sposto da un wallet all'altro diventano 0,49BTC, causa fee, e se non ne tengo conto (considerando una vendita per 0,50 ed un acquisto per 0,49) il calcolo avrà sempre qualche "buco". Da qua scaturirebbero parecchie altre domande ma mi fermo per adesso Cheesy
Voi che ne pensate? Qualcuno ha già affrontato l'argomento capital gain con un commercialista, per via non teorica ma con i calcoli alla mano? Qualcuno sa cosa succede con le valute estere, se ad esempio trasferisco 50000 USD con un servizio a pagamento che me ne porta 49000 USD su un altro conto?

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March 08, 2021, 06:18:18 PM

Mi sembra fantasiosa come idea. Tralasciando l'idea di investire in una società grosse some rinvenienti da trading di crypto, ma facciamo finta non sia un problema.

Il punto principal è che non mi attira per nulla l'idea di diventare socio di minoranza di diverse startup, che hanno tassi di mortalità ben superiori a quelli ipotizzati nel post.
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March 06, 2021, 03:37:34 PM
Ma io invece mi chiedo: invece di doversi per forza trasferire fisicamente all'estero, creare ad es. un trust o una fondazione di diritto svizzero che detenga i bitcoin, che conseguenze avrebbe? C'è un modo di farlo legalmente?
Per questo genere di domanda si torna al post di fillippone secondo me:

Riguardo alla lista, certo, sono sicuro che qualche studio di commercialisti "avanzato" ha perfettamente ben presente quale soluzione proporre ai propri clienti.
Anzi, sono sicuro che se vai da Capaccioli, Avella o altri ti sappiano indicare esattamanete i passi da compiere in questo senso.

Una soluzione probabilmente c'è, ma va studiata bene con qualcuno veramente esperto della materia. I consigli di un forum possono servire per arrivare un minimo preparati, ma non vanno certi presi al 100% se uno pensa a come pagare meno tasse su importi elevati che possono avere conseguenze importanti in caso di errori.
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March 06, 2021, 11:06:25 AM

Le altre opzioni sarebbero:
- Bielorussia (per me no grazie)
- Germania (clima a parte, lingua non di facile apprendimento)
- Hong Kong (adoro HK ma per vivere bene si paga molto, inoltre è molto umida)
- Malesia (ci potrebbe stare, basta scegliere bene il posto)
- Malta (personalmente troppo piccolo come posto)
- Singapore (non penso che sia facile riuscire a trasferirsi, hanno leggi molto rigide sull'immigrazione)
- Slovenia (leggasi Germania, scoglio della lingua)
- Svizzera (se uno può, ben venga  Grin)
- Bermuda (non saprei davvero che pensare, andrebbe valutata attentamente perché se all'inizio può sembrare un sogno non sono sicuro che sul lungo periodo sia facilmente sopportabile)

Insomma come dicevo il Portogallo è l'opzione migliore.


Ma io invece mi chiedo: invece di doversi per forza trasferire fisicamente all'estero, creare ad es. un trust o una fondazione di diritto svizzero che detenga i bitcoin, che conseguenze avrebbe? C'è un modo di farlo legalmente?
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March 06, 2021, 04:34:26 AM

A me invece quel che fa incavolare è: se realizzi una plus devi pagare il 26%, ma se fai una minus voglio proprio vedere se te la fanno recuperare!!  sono queste cose che ritengo profondamente ingiuste.



Beh lo Stato non rimborserà mai dei soldi, ma le minusvalenze si compensano con le plusvalenze per determinare il reddito da tassare. Si tassa quindi la differenza netta tra le due.

Non solo, se nel periodo di imposta si è avuta una perdita netta anzichè un reddito (cioè minus>plus), questa perdita può anche essere compensata con altri redditi diversi che ricadono nell'art. 67 del TUIR (es plusvalenze sulla compravendita di azioni, obbligazioni, strumenti derivati, metalli preziosi...).

Altra cosa importante su un asset che vive di stagionalità come btc: un'eventuale perdita nel periodo di imposta da compravendita di valute estere (o crypto) può essere portata in deduzione, fino a concorrenza, delle plusvalenze dei periodi di imposta successivi per un massimo di quattro anni.  

Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

In un mondo dove le tasse fossero quello che dovrebbero e gli Stati si occupassero solo di quello che dovrebbero, hai ragione da vendere.

Ma nel mondo folle in cui viviamo, in cui le tasse sul lavoro sono mediamente sopra il 40% (e in certi casi oltre il 50%) direi che, in proporzione, un 26% sui redditi da plusvalenze finanziarie non è poi così fuori dal mondo.

Soprattutto considerando che 1)sotto 51k euro sei comunque esonerato (se non fai margin trading) 2)la componente rischio è compensata dalla possibilità di detrazione delle minus di cui sopra.

Anzi tanti vorrebbero alzarla quella aliquota perchè come dice la chiacchera da bar la finanza è fatta da speculatori brutti, cattivi e arricchiti alle spalle di chi lavora onestamente  Grin
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March 05, 2021, 11:11:15 PM
Anche Portogallo non sembra male.

Si potrebbe iniziare a fare una bella lista Smiley
Il Portogallo è sicuramente la soluzione più semplice per un europeo: non c'è bisogno di comprare seconde cittadinanze, voli low-cost per andare avanti e indietro dall'Italia, costo della vita assolutamente alla portata e lingua facile da apprendere per un italiano.

Le altre opzioni sarebbero:
- Bielorussia (per me no grazie)
- Germania (clima a parte, lingua non di facile apprendimento)
- Hong Kong (adoro HK ma per vivere bene si paga molto, inoltre è molto umida)
- Malesia (ci potrebbe stare, basta scegliere bene il posto)
- Malta (personalmente troppo piccolo come posto)
- Singapore (non penso che sia facile riuscire a trasferirsi, hanno leggi molto rigide sull'immigrazione)
- Slovenia (leggasi Germania, scoglio della lingua)
- Svizzera (se uno può, ben venga  Grin)
- Bermuda (non saprei davvero che pensare, andrebbe valutata attentamente perché se all'inizio può sembrare un sogno non sono sicuro che sul lungo periodo sia facilmente sopportabile)

Insomma come dicevo il Portogallo è l'opzione migliore.

Secondo me se la persona è in possesso di due cittadinanze (la seconda ovviamente extra UE, altrimenti è come averne una sola), sotto certi importi si può tranquillamente stare in Italia.
A cosa servirebbe però la seconda cittadinanza?

Riguardo alla lista, certo, sono sicuro che qualche studio di commercialisti "avanzato" ha perfettamente ben presente quale soluzione proporre ai propri clienti.
Anzi, sono sicuro che se vai da Capaccioli, Avella o altri ti sappiano indicare esattamanete i passi da compiere in questo senso.
Poco ma sicuro.

A me invece quel che fa incavolare è: se realizzi una plus devi pagare il 26%, ma se fai una minus voglio proprio vedere se te la fanno recuperare!!  sono queste cose che ritengo profondamente ingiuste.
Eh, troppo facile, chiedi troppo  Grin
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March 05, 2021, 09:55:48 AM

Link rimosso, mi sa che era troppo rivoluzionaria la tesi…..   Grin


Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

A me invece quel che fa incavolare è: se realizzi una plus devi pagare il 26%, ma se fai una minus voglio proprio vedere se te la fanno recuperare!!  sono queste cose che ritengo profondamente ingiuste.



EDIT:  visto il titolo del thread penso sia utile una lettura al link riportato in questo mio post:

https://bitcointalksearch.org/topic/m.56496479


legendary
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March 05, 2021, 08:48:04 AM
Anche Portogallo non sembra male.

Si potrebbe iniziare a fare una bella lista Smiley

Beh, se dovessi scegliere un posto tra Portogallo, Bahamas e Germania per abitare, sceglierei Portogallo tutta la vita.

Riguardo alla lista, certo, sono sicuro che qualche studio di commercialisti "avanzato" ha perfettamente ben presente quale soluzione proporre ai propri clienti.
Anzi, sono sicuro che se vai da Capaccioli, Avella o altri ti sappiano indicare esattamanete i passi da compiere in questo senso.
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March 05, 2021, 08:32:35 AM
Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

Se uno ha davvero tanti bitcoin, vedo solo due strade.

O ti trasferisci (cittadinanza) in uno stato "amico". Tipo le Bahamas, e fai cash-out laggiù, ma forse potrebbe bastare anche la Germania.
Oppure si aspetta l'immancabile "scudo fiscale" per abbassare il 26% ad un 5%. Paghi quello e ti regolarizzi, vivendo tranquillo.

Noto incidentalmente che nessuna delle due contempla la compilazione del quadro RW.



Secondo me se la persona è in possesso di due cittadinanze (la seconda ovviamente extra UE, altrimenti è come averne una sola), sotto certi importi si può tranquillamente stare in Italia.
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March 05, 2021, 08:21:14 AM
Anche Portogallo non sembra male.

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March 05, 2021, 07:53:09 AM
Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

Se uno ha davvero tanti bitcoin, vedo solo due strade.

O ti trasferisci (cittadinanza) in uno stato "amico". Tipo le Bahamas, e fai cash-out laggiù, ma forse potrebbe bastare anche la Germania.
Oppure si aspetta l'immancabile "scudo fiscale" per abbassare il 26% ad un 5%. Paghi quello e ti regolarizzi, vivendo tranquillo.

Noto incidentalmente che nessuna delle due contempla la compilazione del quadro RW.

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March 05, 2021, 03:47:17 AM
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March 04, 2021, 08:23:38 PM
Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.
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March 04, 2021, 03:36:11 AM

Mi pare che sia una tesi strampalata : sono tassabili, ma dato che non sono tracciabili e potete non dichiararli, non sono tassabili.

Almeno Capaccioli argomentava questa sua idea, ed il mio “commercialista” qui sopra la confutava:

Quote
...
La tesi di Capaccioli personalmente non mi convince, è affascinante ma porta ad un sistema non coerente. Si confonde secondo me troppo spesso l’obbligo teorico, con la possibilitá di essere scoperti. Se uno parte con l’idea che non vuole pagare le tasse, non le paga e basta. Senza tentare di abbarbicarsi su tesi varie. È come fare “nero”. Lo fa e basta, perchè sa che è difficile essere scoperto e punta su quello
...

Ma la tesi dell’articolo mi pare, francamente, imbarazzante a livello logico-concettuale.
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