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Topic: Fisco / Tasse / Legge sul Bitcoin - page 97. (Read 256744 times)

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March 06, 2021, 11:06:25 AM

Le altre opzioni sarebbero:
- Bielorussia (per me no grazie)
- Germania (clima a parte, lingua non di facile apprendimento)
- Hong Kong (adoro HK ma per vivere bene si paga molto, inoltre è molto umida)
- Malesia (ci potrebbe stare, basta scegliere bene il posto)
- Malta (personalmente troppo piccolo come posto)
- Singapore (non penso che sia facile riuscire a trasferirsi, hanno leggi molto rigide sull'immigrazione)
- Slovenia (leggasi Germania, scoglio della lingua)
- Svizzera (se uno può, ben venga  Grin)
- Bermuda (non saprei davvero che pensare, andrebbe valutata attentamente perché se all'inizio può sembrare un sogno non sono sicuro che sul lungo periodo sia facilmente sopportabile)

Insomma come dicevo il Portogallo è l'opzione migliore.


Ma io invece mi chiedo: invece di doversi per forza trasferire fisicamente all'estero, creare ad es. un trust o una fondazione di diritto svizzero che detenga i bitcoin, che conseguenze avrebbe? C'è un modo di farlo legalmente?
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March 06, 2021, 04:34:26 AM

A me invece quel che fa incavolare è: se realizzi una plus devi pagare il 26%, ma se fai una minus voglio proprio vedere se te la fanno recuperare!!  sono queste cose che ritengo profondamente ingiuste.



Beh lo Stato non rimborserà mai dei soldi, ma le minusvalenze si compensano con le plusvalenze per determinare il reddito da tassare. Si tassa quindi la differenza netta tra le due.

Non solo, se nel periodo di imposta si è avuta una perdita netta anzichè un reddito (cioè minus>plus), questa perdita può anche essere compensata con altri redditi diversi che ricadono nell'art. 67 del TUIR (es plusvalenze sulla compravendita di azioni, obbligazioni, strumenti derivati, metalli preziosi...).

Altra cosa importante su un asset che vive di stagionalità come btc: un'eventuale perdita nel periodo di imposta da compravendita di valute estere (o crypto) può essere portata in deduzione, fino a concorrenza, delle plusvalenze dei periodi di imposta successivi per un massimo di quattro anni.  

Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

In un mondo dove le tasse fossero quello che dovrebbero e gli Stati si occupassero solo di quello che dovrebbero, hai ragione da vendere.

Ma nel mondo folle in cui viviamo, in cui le tasse sul lavoro sono mediamente sopra il 40% (e in certi casi oltre il 50%) direi che, in proporzione, un 26% sui redditi da plusvalenze finanziarie non è poi così fuori dal mondo.

Soprattutto considerando che 1)sotto 51k euro sei comunque esonerato (se non fai margin trading) 2)la componente rischio è compensata dalla possibilità di detrazione delle minus di cui sopra.

Anzi tanti vorrebbero alzarla quella aliquota perchè come dice la chiacchera da bar la finanza è fatta da speculatori brutti, cattivi e arricchiti alle spalle di chi lavora onestamente  Grin
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March 05, 2021, 11:11:15 PM
Anche Portogallo non sembra male.

Si potrebbe iniziare a fare una bella lista Smiley
Il Portogallo è sicuramente la soluzione più semplice per un europeo: non c'è bisogno di comprare seconde cittadinanze, voli low-cost per andare avanti e indietro dall'Italia, costo della vita assolutamente alla portata e lingua facile da apprendere per un italiano.

Le altre opzioni sarebbero:
- Bielorussia (per me no grazie)
- Germania (clima a parte, lingua non di facile apprendimento)
- Hong Kong (adoro HK ma per vivere bene si paga molto, inoltre è molto umida)
- Malesia (ci potrebbe stare, basta scegliere bene il posto)
- Malta (personalmente troppo piccolo come posto)
- Singapore (non penso che sia facile riuscire a trasferirsi, hanno leggi molto rigide sull'immigrazione)
- Slovenia (leggasi Germania, scoglio della lingua)
- Svizzera (se uno può, ben venga  Grin)
- Bermuda (non saprei davvero che pensare, andrebbe valutata attentamente perché se all'inizio può sembrare un sogno non sono sicuro che sul lungo periodo sia facilmente sopportabile)

Insomma come dicevo il Portogallo è l'opzione migliore.

Secondo me se la persona è in possesso di due cittadinanze (la seconda ovviamente extra UE, altrimenti è come averne una sola), sotto certi importi si può tranquillamente stare in Italia.
A cosa servirebbe però la seconda cittadinanza?

Riguardo alla lista, certo, sono sicuro che qualche studio di commercialisti "avanzato" ha perfettamente ben presente quale soluzione proporre ai propri clienti.
Anzi, sono sicuro che se vai da Capaccioli, Avella o altri ti sappiano indicare esattamanete i passi da compiere in questo senso.
Poco ma sicuro.

A me invece quel che fa incavolare è: se realizzi una plus devi pagare il 26%, ma se fai una minus voglio proprio vedere se te la fanno recuperare!!  sono queste cose che ritengo profondamente ingiuste.
Eh, troppo facile, chiedi troppo  Grin
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March 05, 2021, 09:55:48 AM

Link rimosso, mi sa che era troppo rivoluzionaria la tesi…..   Grin


Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

A me invece quel che fa incavolare è: se realizzi una plus devi pagare il 26%, ma se fai una minus voglio proprio vedere se te la fanno recuperare!!  sono queste cose che ritengo profondamente ingiuste.



EDIT:  visto il titolo del thread penso sia utile una lettura al link riportato in questo mio post:

https://bitcointalksearch.org/topic/m.56496479


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March 05, 2021, 08:48:04 AM
Anche Portogallo non sembra male.

Si potrebbe iniziare a fare una bella lista Smiley

Beh, se dovessi scegliere un posto tra Portogallo, Bahamas e Germania per abitare, sceglierei Portogallo tutta la vita.

Riguardo alla lista, certo, sono sicuro che qualche studio di commercialisti "avanzato" ha perfettamente ben presente quale soluzione proporre ai propri clienti.
Anzi, sono sicuro che se vai da Capaccioli, Avella o altri ti sappiano indicare esattamanete i passi da compiere in questo senso.
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March 05, 2021, 08:32:35 AM
Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

Se uno ha davvero tanti bitcoin, vedo solo due strade.

O ti trasferisci (cittadinanza) in uno stato "amico". Tipo le Bahamas, e fai cash-out laggiù, ma forse potrebbe bastare anche la Germania.
Oppure si aspetta l'immancabile "scudo fiscale" per abbassare il 26% ad un 5%. Paghi quello e ti regolarizzi, vivendo tranquillo.

Noto incidentalmente che nessuna delle due contempla la compilazione del quadro RW.



Secondo me se la persona è in possesso di due cittadinanze (la seconda ovviamente extra UE, altrimenti è come averne una sola), sotto certi importi si può tranquillamente stare in Italia.
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March 05, 2021, 08:21:14 AM
Anche Portogallo non sembra male.

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March 05, 2021, 07:53:09 AM
Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.

Se uno ha davvero tanti bitcoin, vedo solo due strade.

O ti trasferisci (cittadinanza) in uno stato "amico". Tipo le Bahamas, e fai cash-out laggiù, ma forse potrebbe bastare anche la Germania.
Oppure si aspetta l'immancabile "scudo fiscale" per abbassare il 26% ad un 5%. Paghi quello e ti regolarizzi, vivendo tranquillo.

Noto incidentalmente che nessuna delle due contempla la compilazione del quadro RW.

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March 05, 2021, 03:47:17 AM
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March 04, 2021, 08:23:38 PM
Io rimango comunque dell'idea che il 26% sulla plusvalenza sia veramente tanto se uno è un early adopter. Considerando poi anche la difficoltà nel dimostrare che una persona detiene o ha guadagnato una certa cifra, fossi nel fisco farei prima di tutto una legge chiara (perché qui si va avanti a interpretazioni personali e supposizioni, e alla fine si arriva al "paga il massimo e non avrai problemi", grazie al c...) e poi ridurrei sicuramente quella %. Alla fine il 10% o il 15% di qualcosa che al fisco arriverebbe quasi dal nulla penso che sia meglio dello 0%. Pretendere cosi tanto su un qualcosa di "astratto" come possono essere le plusvalenza in BTC e altre cripto beh, sicuramente non invoglia a fare le cose fatte bene.
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March 04, 2021, 03:36:11 AM

Mi pare che sia una tesi strampalata : sono tassabili, ma dato che non sono tracciabili e potete non dichiararli, non sono tassabili.

Almeno Capaccioli argomentava questa sua idea, ed il mio “commercialista” qui sopra la confutava:

Quote
...
La tesi di Capaccioli personalmente non mi convince, è affascinante ma porta ad un sistema non coerente. Si confonde secondo me troppo spesso l’obbligo teorico, con la possibilitá di essere scoperti. Se uno parte con l’idea che non vuole pagare le tasse, non le paga e basta. Senza tentare di abbarbicarsi su tesi varie. È come fare “nero”. Lo fa e basta, perchè sa che è difficile essere scoperto e punta su quello
...

Ma la tesi dell’articolo mi pare, francamente, imbarazzante a livello logico-concettuale.
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March 03, 2021, 03:30:34 PM
sono imbarazzato a fare questo intervento, ma ormai io mi sono perso lungo tutto questo argomento, sto rileggendomi un po' le cose, ma non ci arrivo proprio


Guarda che non devi essere imbarazzato, perchè la domanda è difficile e divide gli esperti.
.............

Quote
...

Capaccioli in pratica sostiene che non sono valute estere e quindi non tassabili e che i wallet non sono depositi e quindi le cripto non possono considerarsi all'estero e quindi non vanno indicate nel quadro rw
La sua analisi è coerente, ma (i) non dice cosa sono; se non sono valute estere cosa sono? e (ii) non è realistica, perché assume che fisco e giudici possano accettare di non tassare quella che senza dubbio è una manifestazione di ricchezza, su una base fragile.
La tesi di Capaccioli personalmente non mi convince, è affascinante ma porta ad un sistema non coerente. Si confonde secondo me troppo spesso l’obbligo teorico, con la possibilitá di essere scoperti. Se uno parte con l’idea che non vuole pagare le tasse, non le paga e basta. Senza tentare di abbarbicarsi su tesi varie. È come fare “nero”. Lo fa e basta, perchè sa che è difficile essere scoperto e punta su quello
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Da quel che Capisco Capaccioli dice che limitatamente al monitoraggio fiscale, se le hai sul wallet personale (e non su un'exchange estero) non vanno nel quadro RW, perchè sono "valore" che è in Italia, ma per quanto riguarda le plusvalenze da compravendita, sia da trading che da hodler che vende, anche lui pensa che vanno dichiarate, per qualsiasi importo e tassate al 26%.


Vi ricordo che se in un anno guadagnate complessivamente (tra stipendi rendite e criptoaffari) meno di 8000€ non dovete fare dichiarazione dei redditi e quindi anche questi obblighi non ci sono.


***Non sono un commercialista - Affidatevi a un commercialista***

ZK

per gli hodler da mining? ritorniamo al problema che non esistono plusvalenze non avendo comprato nulla, e quindi equiparabili ad un regalo
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March 03, 2021, 10:11:37 AM
sono imbarazzato a fare questo intervento, ma ormai io mi sono perso lungo tutto questo argomento, sto rileggendomi un po' le cose, ma non ci arrivo proprio


Guarda che non devi essere imbarazzato, perchè la domanda è difficile e divide gli esperti.
.............

Quote
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Capaccioli in pratica sostiene che non sono valute estere e quindi non tassabili e che i wallet non sono depositi e quindi le cripto non possono considerarsi all'estero e quindi non vanno indicate nel quadro rw
La sua analisi è coerente, ma (i) non dice cosa sono; se non sono valute estere cosa sono? e (ii) non è realistica, perché assume che fisco e giudici possano accettare di non tassare quella che senza dubbio è una manifestazione di ricchezza, su una base fragile.
La tesi di Capaccioli personalmente non mi convince, è affascinante ma porta ad un sistema non coerente. Si confonde secondo me troppo spesso l’obbligo teorico, con la possibilitá di essere scoperti. Se uno parte con l’idea che non vuole pagare le tasse, non le paga e basta. Senza tentare di abbarbicarsi su tesi varie. È come fare “nero”. Lo fa e basta, perchè sa che è difficile essere scoperto e punta su quello
...

Da quel che Capisco Capaccioli dice che limitatamente al monitoraggio fiscale, se le hai sul wallet personale (e non su un'exchange estero) non vanno nel quadro RW, perchè sono "valore" che è in Italia, ma per quanto riguarda le plusvalenze da compravendita, sia da trading che da hodler che vende, anche lui pensa che vanno dichiarate, per qualsiasi importo e tassate al 26%.


Vi ricordo che se in un anno guadagnate complessivamente (tra stipendi rendite e criptoaffari) meno di 8000€ non dovete fare dichiarazione dei redditi e quindi anche questi obblighi non ci sono.


***Non sono un commercialista - Affidatevi a un commercialista***

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March 03, 2021, 04:52:21 AM
sono imbarazzato a fare questo intervento, ma ormai io mi sono perso lungo tutto questo argomento, sto rileggendomi un po' le cose, ma non ci arrivo proprio


Guarda che non devi essere imbarazzato, perchè la domanda è difficile e divide gli esperti.

Ora non posso citare per questioni di riservatezza la fonte, ma diciamo che  commentando i vari articoli di Deotto, Capaccioli ed Avella riportati anche in questo thread "il mio commercialista" scrive che:

Quote
D: io da utente che deve compilare RW quando leggo "al cambio indicato al 31/12 sul sito dove il contribuente ha acquistato la valuta virtuale" ho pochi dubbi che l'indicazione non possa essere interpretata al valore di carico, no?

R:Quello è ciò che è scritto nell’interpello, ma (i) si tratta di un interpello non pubblicato (sembra una banalità ma non lo è, perché quelli che la direzione centrale vuole rendere pubblici vengono pubblicato appositamente, quindi significa che a Roma non sono del tutto convinti di tutto quello che c’è scritto) e (ii) nulla è scritto nelle istruzioni ufficiali di Unico e (iii) è in ogni caso contrario alla circolare ufficiale su Rw e Ivafe vista l’assenza di mercati regolamentati.
A mio avviso, in una prassi ufficiale, l’agenzia entrate prenderebbe la linea del costo di acquisto (e non del presunto “valore di mercato”)

Comunque è importante sempre distinguere tra quadro Rw e imposte sulle plusvalenze. Le due cose non vanno necessariamente di pari passo.
Per farvi capire: nel quadro rw vanno indicate anche attività che, se vendute con guadagno, non darebbero luogo a plusvalenze tassabili (vanno indicate ad esempio opere d’arte, yacht e auto all’estero, tutte cose che se vendute con guadagno non sono tassabili)

Capaccioli in pratica sostiene che non sono valute estere e quindi non tassabili e che i wallet non sono depositi e quindi le cripto non possono considerarsi all'estero e quindi non vanno indicate nel quadro rw
La sua analisi è coerente, ma (i) non dice cosa sono; se non sono valute estere cosa sono? e (ii) non è realistica, perché assume che fisco e giudici possano accettare di non tassare quella che senza dubbio è una manifestazione di ricchezza, su una base fragile.
La tesi di Capaccioli personalmente non mi convince, è affascinante ma porta ad un sistema non coerente. Si confonde secondo me troppo spesso l’obbligo teorico, con la possibilitá di essere scoperti. Se uno parte con l’idea che non vuole pagare le tasse, non le paga e basta. Senza tentare di abbarbicarsi su tesi varie. È come fare “nero”. Lo fa e basta, perchè sa che è difficile essere scoperto e punta su quello

Deotto sostiene che non sono valute estere ma che sono qualcosa (strumenti finanziari?Huh) che va nella lettera c-quinquies e quindi (i) plusvalenze tassabili senza soglia minima e (ii) minusvalenze indeducibili
La sua tesi non è rigorosa, ed è pure penalizzante rispetto a quella dell’agenzia entrate (che perlomeno paragonando le cripto a valute estere da accesso alla soglia dei 51k salvando i piccoli risparmiatori e le minusvalenze sono deducibili
Si capisce che la tesi di Deotto è basata su una analisi approssimativa, ma in questo periodo Deotto va di moda al sole24ore e pensa di poter scrivere su qualunque argomento come fosse un oracolo

D: è vero che le borse di criptovalute formalmente non sono regolamentate, però nella pratica sembrano molto simili a mtf/otf. In termini di liquidità in alcuni casi superano di gran lunga molte borse regolamentare, pertanto non è difficile individuare o ricavare qualcosa di molto simile a un prezzo "ufficiale" per ciascun asset. Domanda: ai fini della compilazione del quadro RW, non è più prudente far prevalere un approccio sostanziale e quindi una valorizzazione al prezzo di mercato?

R:Secondo me sta al contribuente scegliere, in pratica. Molti non vogliono indicare valori di mercato importanti perché hanno paura che questo attiri l’attenzione su di loro. Per questi, il costo è un safe harbour. E secondo me è corretto.
Inoltre, far prevalere la tesi del costo sarà utile in futuro in eventuali contenziosi col fisco per qualcuno che si fosse dimenticato di mettere in rw, perché le sanzioni sarebbero una percentuale del costo (e non una percentuale del valore di mercato), quindi più basse e più gestibili.

Comunque bisogna considerare che in letteratura, se uno  detiene valuta non viene tassato se sotto i 51k, ma se fa trading allora viene tassato anche se sotto questa soglia, o quantomeno rischia che gli venga riconosciuto lo scopo speculativo.Se fa trading con futures, cfd e contratti a termine, è sempre tassato a prescindere dai 51k
I 51k valgono solo se compro cripto, le tengo per un po e poi realizzo una plusvalenza sulla vendita

Nessuno dice per ogni cripto che possiedo devo fare una distinta riga di rw indicando il relativo costo. Costo di tutte le cripto possedute è sufficiente ai fini rw


D:Anche in questo caso risulta però controintuitivo tassare operazioni btc/eur e non tassare operazioni btc/usdc o con altra stablecoin....nella sostanza l'attività è la stessa...
R.Vero. Ma se devo giocare su qualcosa, gioco su quello. Io ho fatto decine di discussioni con agenzia entrate su operazioni in valuta, e molti funzionari non capiscono che operazioni usd/chf (cioè dove l’euro non è coinvolto) andrebbero teoricamente tassate, e non “le notano”. Questo va “a nozze” con il mondo cripto

Un sacco di spunti interessanti direi.
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March 01, 2021, 08:09:56 AM
sono imbarazzato a fare questo intervento, ma ormai io mi sono perso lungo tutto questo argomento, sto rileggendomi un po' le cose, ma non ci arrivo proprio

io non capisco se, una volta comprata una criptovaluta (su un exchange o in uno scambio p2p), la conversione, e quindi una potenziale speculazione (di trading), in un'altra criptovaluta viene considerata subito come un'operazione tassabile oppure se, indipendentemente dalle transazioni che faccio, ciò che conta è la sommatoria totale (nel mio caso vorrei rimanere entro i 15k per non doverli neppure dichiarare nel campo RW)

cioè, se compro 100 neuroni di eth e poi li cambio in xmr e poi me li sposto sul mio wallet rientra tutto in operazioni non dichiarabili e tassabili (nei limiti dei 15k e dei 51k)?
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February 27, 2021, 11:29:10 AM
Per non parlare del fatto che in Germania ormai dal 1-1-2020 è possibile per le banche tedesche ottenere una licenza che le lascia libere e in tutta legalità di fornire servizi di custodia per digital assets (“Kryptoverwahrer” è il nome della licenza).
Da noi ancora si parla dei decreti attuativi per i cambiavalute virtuali...
perche pagare una banca tedesca per custodire le crypto? quando con un semplice hardware wallet si puo ottenere la stessa cosa praticamente a costo 0?

Ci sono situazioni dove la banca può avere senso, magari per una % dei propri averi
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February 27, 2021, 07:54:54 AM
Per non parlare del fatto che in Germania ormai dal 1-1-2020 è possibile per le banche tedesche ottenere una licenza che le lascia libere e in tutta legalità di fornire servizi di custodia per digital assets (“Kryptoverwahrer” è il nome della licenza).
Da noi ancora si parla dei decreti attuativi per i cambiavalute virtuali...
perche pagare una banca tedesca per custodire le crypto? quando con un semplice hardware wallet si puo ottenere la stessa cosa praticamente a costo 0?
sr. member
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February 27, 2021, 05:49:13 AM

Ieri il mio commercialista, testuali parole:
"la nuova riforma alla Tedesca non la faranno mai. E' troppo semplice! "


Cosa é la riforma alla tedesca?
Parlava di crypto o di fiscalità in generale? Perché in tema di crypto la legislazione in Germania é abbastanza favorevole, come dicevamo prima. Per lo meno le regole sono chiare, e già l’eliminazione dell’incertezza é un grandissimo valore aggiunto.

No, si parlava di riforma fiscale in generale.
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February 27, 2021, 05:03:05 AM
Per non parlare del fatto che in Germania ormai dal 1-1-2020 è possibile per le banche tedesche ottenere una licenza che le lascia libere e in tutta legalità di fornire servizi di custodia per digital assets (“Kryptoverwahrer” è il nome della licenza).
Da noi ancora si parla dei decreti attuativi per i cambiavalute virtuali...
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