Essendo da poco nel mondo Crypto non ho una conoscenza decente dei precedenti cicli, ma se non sbaglio questa fase di downtrend è equiparabile ad una delle più lunghe passate.
Cosa sono stati gli avvenimenti che hanno segnato la (lenta o meno) ripresa nei passati cicli?
Cosa, secondo voi, potrebbe essere uno dei catalizzatori questa volta?
È chiaro che dietro le quinte i progetti seri ed il mondo della tecnologia stiano continuando a sviluppare in attesa di tempi migliori
In quanto ad utilizzo diffuso (non parlo del semplice valore), ma utilizzo di tutte le sue funzioni io mi aspetterei di vedere maggiori sviluppi su altre Crypto rispetto a Bitcoin, mi spiace andare OT, ma vedendoti preparato volevo sapere la tua opinione.
ETH, WAVES, VET ECC mi sembrano più propense ad un utilizzo variegato
Nessun avvenimento particolare ha segnato la ripresa nei passati cicli.
Bitcoin sugli exchange centralizzati è la cosa più vicina ad un bene speculativo perfetto. In particolare:
1)Può essere spostato in giro per il mondo senza restrizioni, velocemente e a costi irrisori
2)Ha exchange con leve altissime che permettono forme speculative molto spericolate ed è scambiato h24 senza interruzioni temporali
3)Non ha un custode (SEC o CONSOB) che manipola il mercato alterandone le libere dinamiche (es. sospensione di un titolo per eccesso di rialzo/ribasso)
4)Ha un elevatissimo potenziale, ma molto incerto, il che rende difficilissimo stimarne il valore futuro
5)E’ un bene immateriale non legato ad usi industriali
6)Non è direttamente legato ai risultati finanziari di nulla o ai dati economici in generale
7)E’ più illiquido dei mercati tradizionali
8 E’ l’unica commodity esistente che ha un’offerta completamente bloccata rispetto al prezzo. Se il prezzo di oro, petrolio, grano,patate o qualsiasi altro bene si riduce per un calo della domanda, i produttori riducono di conseguenza l’offerta, per adeguarsi alle minori richieste. Viceversa, entro certi limiti, se la domanda aumenta. Non così i bitcoin perché i miners non possono in nessun modo ridurre, o aumentare l’offerta (se escludiamo il temporaneo rallentamento o aumento della hashrate e quindi dell’emissione prima dell’adeguamento della difficoltà). Ne consegue che ogni variazione di domanda viene interamente assorbita dal prezzo e mai anche da variazioni di produzione. Il risultato di tutto questo è una volatilità “strutturale” che non ha paragoni in nessun altro bene.
Fuori dalla rete p2p e dai DEX, dove btc si comporta come un mezzo di scambio e un bene quasi normale, sugli exch. centralizzati questo insieme di caratteristiche rende questa asset un "caso" da manuale per lo studio dei mercati speculativi, mercati cioè dove ogni soggetto agisce in funzione delle aspettative di tutti gli altri e del modo in cui queste aspettative orientano o possono orientare il prezzo.
Ai punti precedenti aggiungiamo il fatto che, a differenza dei mercati speculativi classici, quello bitcoin presenta una preparazione media dei trader che vi operano molto più approssimativa e meno professionale. Quindi molto più “umorale”.
Le conseguenze di tutto questo sono:
1)E' un mercato dove le "emozioni" pesano enormemente
2)E' un mercato che procede ad ondate
2)E' un mercato caratterizzato da sentimenti prevalenti duri come la roccia e questo spiega fasi bullish o bearish lunghissime e difficilissime da invertire
Alcune teorie di analisi tecnica classica (le leggi di Wyckoff,le onde di Elliott o le analisi di Schabacker ad es.), nate un secolo fa per studiare i mercati borsistici, si adattano alla perfezione a questo nuovo tipo di mercato, meglio che ai mercati azionari stessi, proprio per la sua natura speculativa pura.
La cosa che conta meno in questo ambito sono le notizie e gli avvenimenti: ci sono esempi innumerevoli di notizie elettrizzanti che sono passate nell'indifferenza generale durante le fasi ribassiste così come di notizie nefaste che non hanno scalfito di una virgola la crescita dei prezzi nelle fasi rialziste.
Le “ondate” hanno durata pluriennale e sono di solito (ma non sempre) associate con le fasi di halving. Esse individuano un trend logaritmico di lungo periodo che segue una crescita meno che proporzionale con una dilatazione temporale della durata di ogni fase. Il prezzo dei bitcoin, se proseguirà nel pattern che lo identifica da quando è nato, crescerà in modo decrescente e avrà fasi rialziste e ribassiste sempre più lunghe, associate ad una progressiva ma costante riduzione della volatilità (nel lungo periodo).
Ogni ondata è caratterizzata da una lunga fase stagnante, seguita da un altrettanto lunga fase di crescita ordinata e razionale che attira in modo costante e continuo nuovi gruppi di compratori. Fino ad un punto di rottura in cui vengono distrutti tutti gli argini della logica e il prezzo inizia a crescere in modo tumultuoso e irrazionale. Un vecchio adagio di Borsa dice che i prezzi salgono con le scale e scendono con l’ascensore per sottolineare come il dump sia quasi sempre più violento del pump.
Nei bitcoin non è così: le passate crescite esponenziali del prezzo sono state altrettanto ripide quanto le cadute. La fase di euforia, come da manuale classico, dura chiaramente poco e finisce con un inevitabile crollo. Il passaggio dalla fase bullish a quella bearish e quindi immediato e violento, mentre quello inverso è molto lungo e lento.
Le ondate hanno , oltre alla durata, altri due elementi importantissimi: il massimo e il minimo locale. Se il massimo definisce il top del potenziale speculativo di bitcoin per quella fase (cioè il massimo livello a cui l’euforia irrazionale da bolla speculativa può portare il prezzo), il minimo è la migliore approssimazione che il prezzo offre alla misura del valore reale di bitcoin. Il minimo è ciò che resta quando la bagarre speculativa scompare perché gli speculatori short non si fidano più a vendere sotto quel prezzo e gli speculatori long non si fidano ancora a comprare a quel prezzo. Restano i reali utilizzatori, gli hodler e gli hoarder, chi compra e vende per un uso concreto. Per tastare il polso della crescita “fondamentale” di bitcoin il minimo di ogni ciclo e molto più importante del massimo.
Per avere fiducia che questo trend di crescita prosegui nel futuro è fondamentale che il minimo di ogni ciclo continui ad essere superiore al massimo del ciclo precedente, come è sempre stato finora. Questa regola è la miglior informazione possibile che il prezzo ci offre come indicatore che la “base” di utilizzatori bitcoin sia in crescita. E’ un’informazione che va mediata con altri indicatori fondamentali (transazioni, indirizzi, NVT, usi concreti..) ma è comunque un’informazione importante.
Il minimo di un’ondata superiore al massimo della precedente ha un’altra implicazione importante: ci dice quanto la bolla speculativa ha effetti solo all’interno del ciclo ma non nel trend di lungo periodo.
Quando i critici di bitcoin dicono che è in atto una bolla speculativa, hanno ragione. Un prezzo che cresce come nel 2017 e crolla come nel 2018 è il classico, perfetto andamento delle bolle speculative. Come le altre del passato (giugno 2011, aprile 2013, novembre 2013): tecnicamente sono state tutte bolle. E sono tutte “esplose”.
Ma il punto è che il loro scoppio non ha alterato il trend di crescita di lungo periodo come testimonia il fatto che l’”atterraggio” è stato superiore al “trampolino” precedente. Dietro ad ogni bolla è arrivata una pletora di nuovi speculatori, di cui solo una piccola parte è rimasta dopo lo scoppio della bolla stessa, ma quella piccola parte si è trasformata in utilizzatori. Ed ha accresciuto la base di quelli che già c’erano.
L’aumento nel tempo di questa base è fondamentale se credete in una ulteriore crescita del prezzo dei bitcoin, perché nel lungo periodo ciò che “farà” il prezzo sarà solo e soltanto la domanda.
Quindi per rispondere alle tue domande:
1)Sì, l’attuale fase di downtrend è in tutto e per tutto simile a quelle del passato. E si inserisce in un pattern di lungo periodo che può darci delle indicazioni tecniche anche per il futuro.
2)Non ci sono stati, nelle precedenti situazioni simili, accadimenti particolari che ne hanno determinato la fine. E’ stato però necessaria, dopo il bear trend, una lunga fase laterale con volumi bassi e assenza di interesse dei mass media. La fase in cui tutti, ma proprio tutti, gli osservatori esterni a questo mondo lo hanno dato per spacciato.
3)Lo studio della storia del prezzo di bitcoin ci dice che, attraverso un processo di turnover di utenti occasionali (attirati dal miraggio dei soldi facili) che sono entrati e velocemente usciti, si è creato uno “zoccolo duro” di utilizzatori abituali che è invece andato progressivamente aumentando. Una riduzione del prezzo sotto la soglia dei 2700$ (in modo consolidato) sarebbe un primo piccolo campanello di allarme perché significherebbe una riduzione percentuale dal massimo superiore a quella registrata nell’ultima ondata (-85%). Ben più grave sarebbe una discesa sotto 1200, che è il massimo del precedente ciclo.
Chi ci garantisce che il trend proseguirà lungo le linee di crescita descritte? Chi ci garantisce che ci sarà un’altra ondata di utilizzatori e la domanda continuerà a salire? Assolutamente nessuno. I trend in analisi tecnica non garantiscono un bel nulla, sono importanti solo perché suggeriscono delle azioni da intraprendere se non vengono violati ed altre azioni se invece lo sono. Ma l’analisi tecnica non predige il futuro, indica solo delle possibili evoluzioni.
Conoscere il futuro non è possibile ma cercare di predirlo sulla base di osservazioni reali, quello è possibile.
Bitcoin, anche quando era all’apice del suo boom a dicembre 2017 , è stato utilizzato da meno (ad essere larghi) del 1-2% della popolazione mondiale. Sappiamo tutto della sua offerta programmata e blindata. Bitcoin permette al tempo stesso di fare cose che con altre tecnologie è del tutto impossibile fare. Micropagamenti integrati all’interno del gameplay di un videogioco, messaggi satellitari non censurati da ogni angolo del globo in cambio di importi frazionari, paywall su articoli pagabili istantaneamente, ricchezza spedita in giro per il mondo in modo non censurabile, non hackerato, privato, senza frontiere, barriere, controlli, rischi di confisca, programmabilità della moneta, indipendenza finanziaria da gestori e controllori, un conto corrente di se stessi che risiede su un Rasberry PI.
Sull’elenco completo potremmo riempire un forum.
Ognuno di questi esempi piccoli o grandi è un potenziale use case , ognuno di questi esempi è una possibile domanda in attesa della risposta.
Lascio a chi legge tutte le considerazioni del caso.
Riguardo, infine, ad un nuovo progetto che sostituisca bitcoin, non ci credo molto. Tra le cripto valute la market cap di btc sta al momento poco sopra il 50%. Ma la quota di mercato della moneta di Satoshi tra le reti p2p realmente decentralizzate, realmente censorship-resistance e realmente immutabili è pari al 100%. Nessuna altcoin si avvicina nemmeno lontanamente in quelli che sono i principali, fondamentali, essenziali e di maggior valore requisiti di ogni token basato su blockchain. Bitcoin è l’unica cripto della storia che quando è nata non valeva assolutamente nulla. Tutto ciò che ha conquistato lo ha conquistato nel tempo e senza l’aiuto di nessun ufficio marketing, di nessun promotore, di nessuna offerta di acquisto. E’ nato e si è evoluto tramite un processo sociale del tutto naturale, non progettato o orchestrato da nessuno, nello scetticismo generale, dato per morto migliaia di volte, contro enormi poteri finanziari. Ogni centesimo del suo valore è stato conquistato, nulla gli è stato regalato. E’ l’esempio principe della moneta rara e costosa nel produrla, l’opposto delle altcoins che vengono create dal nulla a migliaia tramite processi di clonazione di un codice sorgente. Più il tempo passa, più scalfire questo primato diventerà impossibile. Non è possibile ricreare un “big-bang” in laboratorio , a tavolino. Oggi nessuno pensa a creare un altro Internet o un altro TCP/IP. Si pensa semmai a creare qualcosa che sfrutti internet, che sia costruita “sopra” Internet (l’email, i social network, il WEB..). Sarà secondo me così anche con i Bitcoin. Le sidechain e second layer sono solo il primo assaggio.