I mercati finanziari sono in un bear market; sono stati pervasi da varie paure, ultimamente quella di possibili recessioni.
Sicuramente rallentamento economico, recessione è una parola che descrive contrazione dei consumi... nonché la qualità degli stessi,
una situazione probabile che avvenga, ma al momento non è certo che avvenga; anche se i rischi sono alti.
Può essere che avvenga in modi e tempi non uniformi ovunque.
Ci sono tesi opposte che si fronteggiano, l'emblema delle difficoltà è dato dal prezzo del petrolio che ieri è sceso in una sola giornata
di oltre il -10%.
Da una parte sembra che ci siano prospettive di consumi nettamente inferiori e quindi le quotazioni scendono, dall'altra abbiamo l'OPEC+ che ha aumentato la produzione di svariati barili al giorno, ma solo sulla carta...
non riuscendo a stare dietro all'effettiva domanda.
Fra questi due pensieri di minore domanda e scarsità d'offerta ,il prezzo è comunque diminuito.
Sicuramente c'è una visione sui mercati molto eurocentrica, mentre bisognerebbe avere una visione più globale considerando il blocco India-Cina e paesi confinanti come la metà della popolazione mondiale.
La Cina in particolare che assorbe molte materie prime, al momento non è in recessione, è in rallentamento e mostra vari tipi di difficoltà, ma sono un miliardo e mezzo di persone che si muovono.
C'è anche nell'immaginario popolare barile di petrolio = carburante, mentre gli utilizzi sono molti altri.
Al di là delle prospettive, quello che conta è la realtà delle cose, petrolio e materie prime sono scese moltissimo, questo fornisce delle prospettive di diminuzione dell'inflazione;
la reazione sui mercati si è vista subito, già da giorni, ieri si è notata meglio, sono ritornati gli acquisti sui titoli tech quelli più alla periferia dei listini... quelli che avevano perso più valore già da Febbraio 2021.
Tanto che all'opposto del petrolio e delle materie prime il noto ETF ARKK ed ETF fratelli hanno fatto un rialzo quasi a doppia cifra, 5/6 volte la performance del NASDAQ100.
Considerando appunto che titoli del genere che non hanno a che fare con produzione e processi industriali si trovano bene in ambienti deflattivi.
Sono scenari che si devono consolidare suscettibili di altre variazioni, sicuramente dovuti anche a rotazioni di portafoglio di grandi gestori.
Sono eventi da sottolineare.
Questa nuova spinta "tech", può favorire il settore delle criptovalute.
Dopo giorni contrastati ma positivi c'è stato un movimento più deciso.
Il NASDAQ 100 oggi è andato ben oltre +3%;
un ETF come ARKK e altri simili gestiti dalla Wood, +4% / +5%.
S&P500 e DJIA30 intorno 2,5% circa.
Interessanti movimenti anche in comparti come quello delle Small Cap che sono sempre quelle più sensibili verso i dati macroeconomici.
Settori più difensivi come l'healthcare in leggero negativo, dopo aver attratto capitali nei momenti più bui, un rallentamento da prendere come ulteriore indizio di un approccio di
maggior rischio andando a cercare titoli che dai massimi hanno preso anche -70% / -80%.
Il riflesso sul mercato cripto si è visto subito con Bitcoin che passa i $ 23.000 Ethereum i $ 1.500.
Altcoin con rialzi a doppia cifra.
Il dollar index dopo essersi incamminato verso 110 un valore altissimo è tornato indietro intorno a 106 anche se ancora il dollaro è su valori di forza che non si vedeva da 20 anni.
Un calo coerente con gli altri movimenti.
Fermo restando che su tutti grava sempre il forte rischio recessione che al momento non c'è effettivamente.
I mercati guardano già avanti. Molto avanti.
C'è chi guarda già alla recessione con la FED che ferma i rialzi o che addirittura li taglia.
In quel caso sono appunto avvantaggiati i titoli tech.
Ci sono anche altre valutazioni di tipo tecnico, ma in estrema sintesi questo è l'andamento.
Voglio citare che esistono anche altre spinte, voglio accennarne una.
Una recessione se fosse forte sicuramente spazzerebbe via le micro imprese ed il tessuto più tradizionale dell'economia dando forza, per minore di concorrenza a certe aziende che forti delle loro dimensioni invece possono adattarsi meglio.
Una cosa già vista durante la pandemia.
Altra spinta la
Cina con il governo che sta cercando di riattivare l'economia con vari provvedimenti alcuni dei quali non ancora realizzati.
Ci sono quindi ragionamenti che non sono eurocentrici.
Esempio, il governo sta cercando di dare una spinta a piani
infrastrutturali.
Attualmente la Cina assorbe circa il 70% delle estrazioni di minerali di ferro essendo di gran lunga il maggiore produttore di acciaio mondiale.
Questo si è visto di riflesso subito su indicatori come il
Baltic Dry Index ~ +7% in due giorni; indice che tiene traccia dei costi medi di trasporto di materie prime.
India idem con patatine sempre alla ricerca di carbone che negli ultimi giorni ha rialzato al testa nelle varie qualità dopo un po' di storno.
Sui mercati pesano molto adesso le decisioni di questi paesi che sono grandi fornitori ma anche grandi clienti.