Comunque sono d'accordo con te: passi per accostare i conti correnti ai conti su un exchange (in fin dei conti l'exchange è come se fosse una banca), ma l'equivalenza depositi=address personali non è proprio sostenibile.
Il deposito di denaro, giuridicamente parlando, è un contratto disciplinato dal codice civile (articolo da te riportato) dove ci sono un depositante e un depositario. Niente di più diverso da un wallet personale di bitcoin
Quindi, ad essere precisi, l'art. 67 del TUIR si applicherebbe solo alle giacenze (e eventuali plusvalenze) relative a somme depositate su exchange e non a quelle depositate presso propri wallet.
E' anche vero che per vendere (e quindi ottenere la plusvalenza) devo passare da un exchange.
Ma mi basterebbe tenere quella somma su un exchange per meno di 7 giorni lavorativi continui e qualsiasi giacenza su exchange (anche di 1 miliardo di euro in bitcoin) non sarebbe rilevante ai fini fiscali e quindi la plusvalenza non tassabile.
Questa, "in punta di diritto", mi sembra la migliore interpretazione possibile. Poi ci sarebbe da spiegarlo all'AdE però.
Una precisazione importante riguardo a quello che dicevamo relativamente alle plusvalenze è contenuta nella Circolare Ministero Finanze n.165 del 24 giugno 1998, punto 2.2.3. (circolare esplicativa della riforma della tassazione degli anni 90):
Se quindi diamo per buona l'interpretazione precedente e cioè che solo i bitcoin detenuti su exchange sono rilevanti sia ai fini del superamento della giacenze che delle eventuali plusvalenze (come logica conseguenza dell'art. 67 del TUIR), allora concorrono a formare plusvalenza anche i semplici prelievi dall'exchange.
Faccio alcuni esempi per spiegarmi meglio:
1) ho 25.000€ di bitcoin su un exchange e 100.000€ in btc su un wallet privato. Vendo 10.000 euro di bitcoin sull'exchange.
In base a questa interpretazione l'eventuale plusvalenza di quei 10k euro in btc non genera reddito imponibile perchè solo i 25k euro sono rilevanti ai fini del calcolo della soglia di 51k euro
2)Ma se avessi supponiamo 60k€ in btc su un exchange (o cumulativamente su più exchange, il discorso non cambia) e decidessi non di venderli ma di PRELEVARNE ad esempio 1 per trasferirlo su un mio wallet personale per futuri acquisti allora la plusvalenza non solo sarebbe rilevante ai fini fiscali (perchè la giacenza > 51k€) ma essa sarebbe da calcolare al momento del PRELIEVO di quei bitcoin e non della successiva spesa degli stessi.
In altre parole prelevare bitcoin (o altre cripto) da un exchange equivale, ai fini fiscali, a venderle. Per cui la plusvalenza va calcolata al momento del prelievo. Sempre a condizione che il totale delle cripto depositate su exchange sia superiore alla soglia.
Ovviamente in questo caso la successiva spesa dal proprio wallet dei bitcoin precedentemente prelevati non genera reddito imponibile (altrimenti pagherei le tasse due volte)