Per quanto mi riguarda la soluzione è semplice: la blockchain testimonia che i miei btc sono lì da anni e che li ho acquistati a poche centinaia di euro.
E se i tuoi BTC li hai presi nel 2010, spostati su exchange, scambiati, riportati in btc, riprelevati/depositati/scambiati nel 2011, 2012, 2013.....2017 ed ora ti ritrovi con la stessa cifra su wallet del 2017 di cui detieni solo le chiavi private di quest'ultimi? Non puoi dimostrare che li hai dal 2010, ma loro non possono di certo dimostrare che tu sei un criminale.
Ora immaginate questa scena : vi trovate davanti una persona, che si vede lontano un miglio che non può di certo essere "sporca".
Ma l'apparenza inganna, quindi due indagini si fanno : ebbene, risulta pulito da capo a piedi, sotto ogni aspetto, magari lavora 10 ore al giorno, il suo cellulare si attacca solo alle cellule che vanno da casa sua alla sede di lavoro e sul suo conto non figura niente di anomalo.
Ora le scelte da parte di un ente fiscale sono 2 : la prima è dargli del criminale, riciclatore di denaro sporco (probabilmente lo fa di sera, come dopolavoro). La seconda è accettare il fatto che le crypto hanno aperto porte al cittadino comunque. Porte che possono portare ad una ricchezza pulita.
E allora a questo punto cosa sarebbe giusto fare? Tassare? Beh si ok, raschiamo qualcosa, siamo lo stato. Fottere questa persona? No, non credo sia giusto.
Ma se quello che ha fatto da tramite a Lazlo per comprare le pizze per 10K BTC volesse intascare i suoi 180 milioni di dollari, per quale motivo non potrebbe farlo? Quanti Lazlo ci sono nel mondo? Se non sono 10K sono 1K o 100K, poco cambia.....