Ti piace vedere il bicchiere mezzo pieno....
Io invece su questa notizia sono pessimista. Quello che dici tu lo puoi ottenere "da sempre" con TRT (cito quello perché non conosco gli altri due) dove hai lo storico completo di tutti i movimenti dall'inizio dell'attività. Ti basta scaricare quell'elenco e produrlo al momento del bisogno.
Però un conto è che lo faccia tu in caso di tuo bisogno, e altra cosa è che venga fatto in automatico dall'exchange. Non è una news positiva per me.
Quell'elenco devo produrlo io ed ha minore valore legale. Comunque il tuo spunto è interessante e sento il bisogno di approfondire il discorso.
Come abbiamo detto e discusso tante volte le autorità, a livello globale, stanno cercando di "accalappiare" B.
In questo modo stanno creando un bitcoin di serie B (controllato, nominativo, tracciabile, basato sull'intermediazione....) senza precludere, perchè non potrebbero, l'esistenza e l'uso di un bitcoin di serie A (incensurabile, inconfiscabile, pseudonimo, decentralizzato....).
Tutti noi, forse senza rendercene conto, usiamo entrambi. L'uso dei bitcoin di serie A è spesso sottovalutato. Ad esempio, ogni volta che compro qualcosa su Bitrefill, uso bitcoin di serie A. Faccio una transazione "punto a punto" dal mio nodo LN a quello di Bitrefill. La transazione è anonima e non tracciabile (non è nemmeno scritta nella blockchain). Nessuno può censurarla o impedire la sua finalizzazione. Bitrefill ha solo una mia mail.
Bitrefill NON è un intermediario tra me e il venditore, così come un tabaccaio da cui compro una gift card Amazon non può essere considerato un intermediario tra me e Amazon.
Infine LN è più efficiente, economico e veloce di qualsiasi sistema di pagamento tradizionale.
Tutto questo è bellissimo e continuerà ad esistere, ma per importi piccoli, anche se non così tanto piccoli soprattutto se rapportati ai consumi mensili. Grazie a questo servizio ormai i miei bisogni quotidiani sono in gran parte alimentati da bitcoin di serie A: shopping on line (Amazon), supermercati (Esselunga, Conad,Carrefour...), vestiario (OVS, Primark, Scarpe&Scarpe..), divertimento (Netflix, Playstation, Spotify), ristorazione (The Fork), cibo a casa (Deliveroo), telefonia (ricariche varie), elettronica (Mediaword, Trony..), mobili (Ikea), sport (Decathlon, Nike), carburante (Q8, IP).
Solo per limitarsi a quelle che ho usato e uso più frequentemente. Se sommate tutto viene fuori, boh, il 70-80% dei consumi mensili di una persona.
Quello che manca lo integro con i bitcoin di serie B: ad es. la carta di credito Lastbit. In realtà possiamo definirli come una via di mezzo: b. di serie A zona retrocessione
. Funzionano tramite LN (con tutti i vantaggi sopra) ma Lastbit è un intermediario e ha i miei dati personali.
Nota importante: questi b. di serie B, spesso giustamente bistrattati, in realtà non sono del tutto da buttare. Un b. nominativo e basato su intermediari è comunque migliore del credito fiat, non foss'altro perchè bitcoin è una moneta ideata per proteggere il potere di acquisto , mentre il credito fiat è progettato per distruggerlo. I coriandoli andrebbero abbandonati, sempre e comunque, anche solo per motivi etici, come segnale di ribellione nei confronti di una pletora di burocrati che da cinquant'anni fa di tutto per assassinare una funzione essenziale della moneta: quella di riserva di valore.
Ben venga Lastbit anche se non sono i b. dei miei sogni sono migliori dell'alternativa che mi vogliono imporre. Questo almeno fin quando non arriverà la
hyperbitcoinization, un fenomeno che non tarderà molto ad affermarsi nel Sud del Mondo ma che prevedo più lontana alle nostre latitudini.
Infine ci sono i bitcoin di serie C, quelli che stanno presso terzi su exchange, sia perchè appena acquistati, sia perchè usati per il trading.
Su questo inutile farsi illusioni: la notizia sopra si inserisce in un trend inarrestabile. Gli exchange diventeranno, più di quanto già sono, dei giardini murati dove il controllo su chi ci opera sarà a 360°.
Il problema è che al momento questi b. di serie C sono "cornuti e mazziati": da un lato sono tracciabili,nominativi... dall'altro sono privi di una normativa chiara. Al momento essere un trader b. è un bagno di sangue: leggi oscure, exchange che operano in maniera poco trasparente, onere della prova a carico dell'utente.
E allora se controllo deve essere, che controllo sia: ma almeno beneficiamo dei vantaggi di questo controllo. Esempio: chi fa margin trading e vuole provare a fare le cose in regola deve diventare scemo a fine anno a calcolare tutte le plusvalenze e minusvalenze ai fini fiscali. Per chi fa centinaia di operazioni vi assicuro che è un lavoro da incubo. Il mio sogno da questo punto di vista sarebbe un exchange che fa da sostituto di imposta e mi trattiene le tasse alla fonte, come accade per il trading azionario.
Credo che la rigida regolamentazione degli exchange comporterà, come collaterale effetto positivo, una normativa molto più chiara. Dalla quale sarà terribilmente più complicato di oggi sfuggire, ma almeno non dovremo diventare scemi solo per capire quante tasse vanno pagate. Dal mio punto di vista, ma credo sia quello di molti, il punto non è pagare le tasse ma avere la certezza del quanto, quando e come. E senza dovermi improvvisare commercialista per farlo perchè è impossibile trovare gente competente.
Per chi vuole sfuggire alle norme la scappatoia sarà l'evoluzione degli exchange decentralizzati, degli smart contracts e di DeFi. La controrisposta delle autorità sarà un maggiore controllo sulle stablecoin, necessarie come controparte della transazione. Potranno calare la mannaia sulle stablecoin centralizzate (come Tether o USDC) molto meno su quelle decentralizzate dove la parità è basata su uno SC e le riserve sono in bitcoin o ether. Esempi di quest'ultime sono DAI, o per restare in ambito bitcoin, DOC (
https://moneyonchain.com/doc-bitcoin-backed-stablecoin/).
Insomma, un eterno rincorrersi tra leggi e scappatoie che ha caratterizzato da sempre l'evoluzione della tecnologia (basti pensare a tutta la storia del file sharing su internet).