allora rilancio la mia precedente domanda: se mi presento con una combinazione vincente del superenalotto a incassare la vincita, come si può essere certi che non ho convinto il vero vincitore a cedermi la giocata, a fronte di contanti da riciclare derivanti da illeciti (con un piccolo extra come ricompensa)?
Come li ricicla questi contanti chi ne ha disponibilità? Forse ho capito male io, ma la giocata ha un costo, se il costo della giocata è superiore ai 3000€ va pagata con mezzi elettronici, tracciabili alla fonte quindi. Chi vuole riciclare somme ingenti dovrebbe fare tantissime giocate piccole non tracciabili e sperare di fare sei (con una schedina da un euro 1 possibilità su un miliardo se non ricordo male), senza contare che giocando nello stesso punto vendita qualche sospetto lo desteresti anche in chi lo gestisce.
Siamo nel campo dell'impossibile.
è una storia nota e appurata, altro che impossibile...
https://www.corriere.it/cronache/10_settembre_23/ndrangheta-superenalotto_f426f236-c6d2-11df-ad8a-00144f02aabe.shtmlè sufficiente essere mafiosi, avere un parente tabaccaio compiacente e realizzare grosse vincite.
Tutto questo per non compilare il quadro rw E comunque loro acquistavano il biglietto vincente dal vincitore, come lo pagassero non è specificato, se in contanti il problema si addossava su chi vendeva, se a mezzo bonifici pure visto che il povero cristo in questione si sarà beccato accertamenti di ogni tipo. Ma tanto sono mafiosi, sai quanto gliene frega. Se vogliamo parlare di mezzi illegali allora andrebbe aperta una discussione a parte, le strade sono infinite per chi ha disponibilità elevate...ma come vedi ogni tanto persino la mafia deve diversificare
no, tutto questo per riciclare proventi da attività criminali, quali narcotraffico, estorsioni, ecc. Il quadro RW è l'ultima delle loro preoccupazioni. Gente che fa circolare valige piene di mazzette di banconote, di certo non fa bonifici. Il tabaccaio lo trovano dove vogliono, se non è compiacente... trovano il modo per convincerlo.
Mi sembrava abbastanza chiaro che io non parlassi di cercare mezzi illegali per riciclare bitcoin, ma esattamente il contrario: contesto il clima di caccia alle streghe per cui se qualcuno volesse fare cash-out di bitcoin acquistati ad esempio 5 anni fa, su un exchange nel frattempo defunto, c'è automaticamente il sospetto che in realtà nasconda qualche illecito e stia usandoli per riciclare denaro sporco. E allora bisogna andare in paranoia e pensare a raccogliere tutte le possibili prove a propria discolpa... ma di che ci si deve discolpare?? Se qualcuno ha il sospetto che abbia commesso degli illeciti, sta all'accusa trovare degli elementi a sostegno della sua tesi, non esiste che in uno Stato di Diritto un libero cittadino debba preoccuparsi a priori di dover dimostrare la propria innocenza...
e il succo del discorso è che se è vero per chi vince (legalmente) al gioco, allora dev'esserlo anche per chi ha acquistato bitcoin anni fa realizzando magari un giorno guadagni di 10 o 100x: ci paga le tasse che deve pagare, e stop.
La storia è del 2010, dal 2017 è diventato tutto ulteriormente più difficile, per riscuotere la vincita viene compilato un modulo antiriciclaggio, dove si indentifica la persona, ecc... ecc...
per evitare che ci siano persona talmente fortunate...
che vincono 3/4 volte la settimana grosse cifre, in 4/5 posti diversi...
statisticamente impossibile...
Si paga inoltre la tassa sulla fortuna, in percentuale variabile, secondo il gioco:
http://www.today.it/economia/tassa-fortuna.htmlovvio, ma un clan si compone di diversi soggetti, fiancheggiatori, prestanome, ecc. per cui non dev'essere sempre una stessa persona e i controlli sono facilmente aggirabili.
Sul discorso di pagarci le tasse, ho già detto che non è in discussione
con "tutto questo per non compilare il quadro rw" intendevo dire che hai tirato fuori il discorso in mezzo per cercare di giustificare la non compilarione del quadro rw
È ovvio che alla mafia i problemi non se li facciano.
no, non c'entra, sono cose ben distinte! La compilazione del quadro RW la trovo una boiata demenziale nel caso in cui i bitcoin siano detenuti su un proprio wallet situato in Italia, come peraltro sostengono molti altri ben più esperti e competenti del sottoscritto. Sarebbe come obbligare a dichiarare quanti contanti si hanno nel portafoglio o in una cassetta di sicurezza (sempre in Italia). Posto che sono soldi che ho guadagnato onestamente, versandoci tanto di tasse, non c'è motivo per cui sia obbligato a dichiararli. Salvini recentemente si è lasciato scappare un vago riferimento a qualcosa del genere sulle cassette di sicurezza e si è scatenato un putiferio, costringendolo subito a fare marcia indietro. Ben diverso è invece il caso in cui siano su exchange, che comunque non prendo nemmeno in considerazione.
Il discorso sul riciclaggio riprendeva invece la preoccupazione espressa da gbianchi, di dover dimostrare la provenienza dei bitcoin, ovvero di essere il reale possessore originario.
Anzi, se è per questo la compilazione del quadro RW non risolverebbe affatto il problema. Perché se ad esempio un contribuente che ha fatto mining nel 2010, o ha acquistato bitcoin nel 2011 poniamo a 1€, volendo essere ligio alle recenti indicazioni dell'AdE li dichiara da quest'anno nel quadro RW, si ritrova comunque con un controvalore di milioni che prima non era obbligato a dichiarare. E di nuovo si troverebbe col problema di dimostrarne la provenienza.
Il problema è che stai facendo un paragone assolutamente improprio: le vincite al gioco sono ormai tracciate al 100%, che c'entrano i bitcoin acquistate sull'exchange defunto? Se hai le prove degli acquisti nessuno avrà nulla da obiettare (credo e si spera). L'esempio che hai fatto tu manca del tassello fondamentale: i soldi pagati dalla ndrangheta dove e come sono finiti? Io sono assolutamente certo che quel povero cristo che ha venduto la schedina vincente non ha visto un centesimo e si è preso le sue belle accuse di riciclaggio e favoreggiamento. Da milionario a carcerato, hai idea di quanto si sia sentito coglione? Cercate di non fare lo stesso errore
a meno che non intenda che per partecipare a qualsiasi gioco bisogna dare documenti e codice fiscale e farsi registrare, non vedo come si possa dire che sono tracciate al 100%.
In questo ammetto la mia ignoranza, non avendo mai comprato neanche un gratta e vinci in vita mia... ma mi stupirebbe se il tabaccaio ti chiedesse i documenti
prima di venderti una schedina, invece che al momento di incassare l'eventuale vincita.
Il povero cristo... certo, potrebbe essere uno sprovveduto attirato dal facile guadagno extra, un po' come quel clochard che per un centinaio di euro ha firmato delle carte senza farsi troppe domande, ritrovandosi poi amministratore di una società che aveva frodato il fisco per milioni:
https://www.ilgazzettino.it/nordest/primopiano/trento_evasione_fiscale_clochard-4565278.htmlma in ogni caso questo aspetto non è rilevante, la questione non è la convenienza o meno di commettere certi illeciti, ma come evitare di esserne accusato ingiustamente
Ciò che dici dopo è assolutamente sbagliato, se la gdf sospetta riciclaggio STA A TE PROVARE CHE NON È COSÌ, piaccia o non piaccia, giusto o meno. Come hai trovato quell'articolo sul corriere ne trovi tanti altri in cui si parla di persone onestissime, con documentazione in regola e che comunque ha subito pelo e contropelo da ade prima e gdf poi, uscendone con la finanza e le vita a pezzi. E tu pensi di giustificarti con "eh ma l'exchange ha chiuso e io non so dimostrare nulla"? Auguroni. Magari sul piano penale capiscono che non sei un criminale e non ti farai mezzo giorno di galera, intanto però ti sarai visto sequestrare la cifra in questione per non rivederla più. Io non voglio convincere nessuno, ci provo, poi siete adulti e potete prendere decisioni in proprio.
che la mafia riciclasse denaro sporco tramite il gioco lo si è scoperto con delle inchieste in cui sono state raccolte delle prove, come per qualsiasi altra inchiesta...
La vendita di bitcoin di per sé non prova alcun reato, così come non è reato presentarsi con un gratta e vinci vincente da un milione (per quanto improbabile, qualcuno che lo vince prima o poi salta fuori). Per cui se qualcuno vuole sostenere la tesi che quei bitcoin siano stati acquistati con proventi di attività illecite, invece che anni addietro ad un valore 100 volte inferiore, come può essere testimoniato per esempio da bonifici verso l'exchange dell'epoca, devono esserci delle
prove di tali illeciti o dello scambio dei bitcoin con somme non giustificabili a monte.
Se poi il tuo è un modo per dire che certi comportamenti vessatori e predatori del fisco siano degni di uno Stato di Polizia tributaria, è un concetto che ho anch'io espresso qui più volte, ma non significa che si possano accettare come la normalità in uno Stato di Diritto, dove dovrebbe valere il principio di presunzione di innocenza.
Qua non parliamo di caccia alle streghe, parliamo di persone che preferiscono non uscire allo scoperto con il monitoraggio fiscale andandosi a chiudere in un cul de sac che avrà conseguenze decisamente più gravi. Non vi capisco, vi giuro
Ma soprattutto dove sperate poi di venderli questi bitcoin invisibili al fisco? Ormai sono mesi che mezzo mondo che sta cercando di imporre regole più stringenti sugli exchange, prima o poi il vostro nome verrà fuori
https://it.cointelegraph.com/news/fatf-to-strengthen-control-over-crypto-exchanges-to-prevent-money-launderingdi nuovo confondi monitoraggio e quadro RW con chi deve giustificare il possesso di bitcoin da anni in cui valevano poco o nulla, e nessuno si sognava che potessero essere soggetti ad obbligo di dichiarazione (non avendo neanche uno status ancora ben definito). E per quanto mi riguarda, come ho già detto e ripetuto, quando deciderò di venderne, il tutto verrà fatto alla luce del sole, dichiarando la quantità venduta e pagando le giuste imposte sull'eventuale plusvalenza. Per quelli che rimarranno in un cold wallet, vale quanto scritto in precedenza.